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LA SENTENZA 16 minuti

Gli Stati Uniti contro l’aborto: per la Corte Suprema è illegale

ROE V WADE - La nuova composizione conservatrice della Corte costituzionale Usa ha reso l'aborto illegale. Già da qualche tempo era partita la protesta dei movimenti delle donne: “È il primo passo di un attacco molto più grande alle libertà che diamo per scontate. Se non sei uomo, bianco, etero e cristiano, sei nei guai in questo Paese”

Di Antonella Ciancio
21 Giugno 2022

In un appartamento a Manhattan, New York, due leader del movimento abortista americano non si danno pace. Pochi giorni prima in migliaia avevano marciato a Washington DC. Giurano che non faranno tornare l’America indietro di 50 anni.
Circa mezzo secolo fa, due grandi democrazie come l’America e l’Italia legalizzavano l’aborto. Era l’esito di campagne sofferte e proteste civili per l’avanzamento dei diritti delle donne.
Ma la guerra al “male morale” della società – come lo definì l’ex presidente Ronald Reagan – non è finita. Mentre il peso delle donne cresce nelle società di tutto il mondo, una parte d’America vuole abolire l’aborto. Solo tre Paesi nel mondo hanno politiche sull’aborto più restrittive di un’America che va in controtendenza.
La Corte Suprema americana a maggioranza conservatrice ha annullato la sentenza Roe v Wade che nel 1973 rese l’aborto legale a livello nazionale. E alcuni stati come l’Oklahoma hanno già vietato l’aborto, sin dal concepimento.
Una grande democrazia come gli Stati Uniti d’America non riconosce le donne nella Costituzione e non ha il congedo parentale retribuito. Il Paese è diviso.
La minoranza conservatrice bianca e cristiana stringe sui diritti alla riproduzione e potrebbe mirare ai matrimoni gay e alle minoranze, sfavorendo le donne, soprattutto afroamericane.
La presidenza di Joe Biden e la sottile maggioranza democratica al Congresso sono forti nelle parole ma deboli negli atti. I movimenti delle donne sono in agitazione. Giurano che non si fermeranno. Si torna in piazza.

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