Il Fatto di domani. “Putiniani” d’Italia, qui qualcuno non dice la verità. Il volo di Salvini a Mosca: spese anticipate dall’ambasciata russa

Di Il Fatto Quotidiano
11 Giugno 2022

KIEV-WASHINGTON-BRUXELLES: ACCUSE E STRATEGIE POCO CHIARE. “So che molte persone pensavano che io stessi esagerando, ma sapevo che avevamo informazioni per sostenere che lui Putin sarebbe entrato: non c’era dubbio, ma Zelensky non voleva ascoltare”. All’alba del giorno di guerra numero 108, dall’altra parte dell’Oceano il presidente americano ha svegliato l’Europa con una dichiarazione che ha irritato il collega ucraino: semmai fummo noi – la replica di Kiev – a chiedere sanzioni preventive contro la Russia, nelle tre o quattro telefonate che avemmo con la Casa Bianca, ma rimanemmo inascoltati. Uno scambio di battute che necessiterà di un chiarimento, anche se Biden ha poi ribadito le accuse contro la Russia, che “sta cercando non solo di cancellare la nazione dell’Ucraina, ma anche la sua cultura”. Balletti diplomatici cui si assiste anche in Europa: la presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen oggi è stata nella capitale ucraina e ha spiegato a Zelensky che il parere dell’esecutivo sulla richiesta di Kiev di entrare a far parte dell’Unione sarà pronto entro la fine della prossima settimana. Sul Fatto di domani, oltre a un’analisi del generale Fabio Mini, tracceremo il ritratto del nuovo ministro dell’Emergenza di Mosca, Alexander Kurankov: un nome che impareremo a conoscere nei prossimi anni.

“PUTINIANI” D’ITALIA, QUI QUALCUNO MENTE. Delle due, l’una: o il sottosegretario ai Servizi ha affermato il falso parlando di un unico dossier (l’Hybrid Bulletin) “editato il 3 giugno” e finito poi nelle mani del Corriere della Sera grazie a una “mano solerte”, oppure il quotidiano di via Solferino ha annunciato di avere carte che non ha o che non esistono. Riavvolgiamo il nastro di questo complicato intrigo. Ieri, Gabrielli aveva convocato i giornalisti per respingere i “sospetti infamanti” di dossieraggio e spiegare che il bollettino preparato da Dis, Aisi, Aise e ministero degli Esteri, e poi condiviso al tavolo sulla “disinformazione” con una serie di ministeri, conteneva solo alcuni nomi raccolti da fonti aperte. Non c’erano, come abbiamo spiegato oggi, quelli di Orsini, Dinucci, Vezzosi, Petrocelli. Nomi che però erano comparsi domenica scorsa nella lista pubblicata dal quotidiano. In serata, però, dal Corriere stesso era circolata la notizia della presenza di altri tre documenti: il vicedirettore Cazzullo ne aveva annunciato la pubblicazione per oggi. Cosa che non è avvenuta. Sul giornale di domani capiremo allora quanti sono realmente i dossier prodotti, quale clima si respiri nei Servizi, perché il Corriere non ha pubblicato le liste e quanta preoccupazione vi sia a Palazzo Chigi rispetto alla fuga di notizie. E Pino Corrias farà un ritratto del presidente del Copasir, Adolfo Urso, in netta difficoltà nella gestione di questa vicenda.

AMMINISTRATIVE E REFERENDUM, IL GIORNO DELLA VERITÀ (NON SOLO PER SALVINI). Domani urne aperte nei quasi mille Comuni chiamati a rinnovare le amministrazioni locali e in tutta Italia, invece, per i referendum voluti dal centrodestra e dai Radicali. Come sanno bene i leader, i risultati saranno decisivi per il futuro delle alleanze e dei pesi specifici dei partiti. Matteo Salvini è il perdente designato, visto che sarà difficile che si raggiunga il quorum per i quesiti sulla giustizia. Non solo: oggi è venuto fuori che a pagare il viaggio (poi non avvenuto) del leader della Lega in Russia sarebbe stata l’ambasciata di Mosca in Italia. Un volo Aeroflot per il 29 maggio con partenza da Istanbul. Un’assistenza necessaria, ha spiegato la stessa ambasciata, a causa delle “sanzioni” imposte alla Russia: dopo l’annullamento del viaggio “ci è stata restituita la cifra spesa: non ci vediamo nulla di illegale”. La Lega si è affrettata a specificare (“Spese interamente sostenute dal partito”) e a minacciare querele. Sul Fatto di domani capiremo la portata di quest’ennesima tegola che si abbatte sul leader del Carroccio, già in crisi di consensi in favore di Giorgia Meloni. Il magistrato Domenico Gallo, poi, ci aiuterà a capire quanto sarebbe deleteria la vittoria dei Sì per la giustizia. Dirimente per il centrosinistra e l’alleanza Pd-M5S sarà, invece, il risultato della Sicilia: vedremo cos’ha intenzione di fare Giuseppe Conte. A proposito di Palermo e dei recenti arresti per mafia, leggeremo anche un’intervista di Marco Lillo al sindaco Leoluca Orlando.

ARRIVA LA RECESSIONE E CI TRAVOLGE IN PIENO. La stretta sul costo del denaro annunciata dalla Bce avrà conseguenze durissime sui cittadini. A partire dai mutui a tasso variabile: le rate saliranno già da luglio, quando arriverà il primo rialzo del tasso di riferimento di 25 punti base, e un nuovo aumento scatterà a settembre. A farne le spese saranno anche i salari. La sensazione, però, è che nessuno si muova. Sul giornale vedremo che il governo non sembra ancora intenzionato ad assumere alcuna misura che possa arginare la crisi. Non solo: gli italiani stanno già perdendo, di fatto, i vantaggi dei superbonus.


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