Il Fatto di domani. Governo alla frutta: il decreto Ucraina bis fermato dagli assenti, Salvini vede Draghi, Conte riunisce i 5S

Di FQ Extra
16 Maggio 2022

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LE ASSENZE FERMANO IL DECRETO UCRAINA. DRAGHI INCONTRA SALVINI PRIMA DEL PARLAMENTO. Alla Camera è mancato per tre volte il numero legale per discutere una pregiudiziale di costituzionalità sollevata da Fratelli d’Italia sul secondo decreto Ucraina, su cui il governo ha messo la fiducia (al voto domani). Alla fine la discussione stata spostata a domani per evitare altri imbarazzi, ma l’assenza è un dato politico che dice dell’insofferenza di alcuni partiti. Molti degli assenti venivano dai banchi della Lega e dei 5 Stelle. Salvini oggi ha incontrato Draghi. Palazzo Chigi riferisce in una nota che nell’incontro si è parlato della crisi umanitaria e alimentare, ma anche della recente visita negli Stati Uniti, dell’impegno dell’Italia per la pace attraverso il sostegno all’Ucraina, delle sanzioni alla Russia, “della rinnovata richiesta di un cessate il fuoco e dell’avvio di negoziati credibili”. Insomma, il premier ha scelto di dialogare con un leader della maggioranza prima di parlare di questi temi cruciali al Parlamento, nonostante le ripetute richieste di confronto venute anche dai 5 Stelle. Giuseppe Conte invece ha convocato i gruppi parlamentari del Movimento per discutere proprio di Ucraina e dell’inceneritore di Roma. Il M5s deve decidere se depositare una mozione per lo stop all’invio delle armi all’Ucraina dopo il terzo decreto, pubblicato in Gazzetta il 13 maggio con la lista delle armi sempre secretata, e come impostare la battaglia parlamentare contro il termovalorizzatore. Oggi il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha riferito proprio sul tema delle armi a Kiev: anche l’audizione è stata secretata, ma sul Fatto di domani ricostruiremo quello che si sa sull’incontro.

SVEZIA E FINLANDIA NELLA NATO: PUTIN CORREGGE IL TIRO. UN ACCORDO PER AZOVSTAL. Anche la Svezia, dopo la Finlandia, ha depositato la richiesta formale di adesione alla Nato. Ora Stoccolma invierà diplomatici in Turchia per convincerli a superare il loro veto. Erdogan ha posto come condizione ai due Paesi scandinavi di smettere di sostenere il Pkk e di annullare l’embargo sulle armi contro Ankara. Qualunque decisione sull’allargamento della Nato richiede l’approvazione all’unanimità dei 30 membri, per questo il nodo turco va sciolto per portare a termine l’adesione. La presidente finlandese Saana Marin sarà in visita a Roma giovedì e si incontrerà con Draghi. Putin ha ammorbidito la posizione: citato dall’agenzia di Stato Tass, ha detto che “l’espansione della Nato è artificiale” e che “la Russia non ha problemi con Finlandia e Svezia, la loro possibile adesione alla Nato non crea alcuna minacce per Mosca”, specificando che sarà solo la costruzione di infrastrutture militari dell’Alleanza in quei territori a suscitare una reazione. Il ministero della Difesa di Mosca, intanto, ha annunciato che è stata raggiunta una tregua con Kiev per le evacuazioni dei militari ucraini feriti nell’acciaieria Azovstal di Mariupol. Lo aveva detto anche Zelensky, ma il governo ucraino sostiene che l’intenzione dei russi resta conquistare l’impianto. Sul Fatto di domani ricostruiremo anche la vera storia della band ucraina che ha vinto l’Eurovision, che ha preso il posto di un’altra artista inizialmente nominata, che ha rinunciato per via dei problemi causati da un suo concerto in Crimea.

GAS E PETROLIO SI CONTINUANO A PAGARE IN RUBLI E NIENTE EMBARGO. KIEV FA PRESSIONI. A 12 giorni dall’annuncio di Ursula von der Leyen davanti al Parlamento europeo del sesto pacchetto di sanzioni contro Mosca, il testo non si vede ancora e non c’è accordo sull’embargo al petrolio russo. Nonostante la pressione esercitata dal ministro degli Esteri Ucraino Kuleba, oggi a Bruxelles con i ministri degli Esteri dei 27. Le distanze sono troppo grandi, come ha ammesso l’Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell. L’ungherese Orban ha ribadito la sua contrarietà a sanzioni che toccano l’energia. La Commissione ha anche ufficializzato che il meccanismo del doppio conto bancario non viola le sanzioni: di fatto le aziende europee pagano il gas in rubli. Non aiutano il quadro le fosche previsioni economiche. La Commissione stima che la crescita dell’Eurozona rallenterà al 2,7% nel 2022 e al 2,3% nel 2023, con un’inflazione record al 6,1% quest’anno, trainata dai prezzi dell’energia. “Il tasso più alto nella storia dell’Unione monetaria”, dice Gentiloni. Per l’Italia lo scenario è ancora peggiore: il Pil scenderà al 2,4% nel 2022 e all’1,9% nel 2023. Se si fa la tara del recupero post-Covid, si può già dire che l’economia italiana è stagnante. Male anche la Germania, con la crescita in picchiata all’1,6%. Connesso al tema energetico c’è l’opposizione dichiarata da Berlino alla revisione della tassonomia energetica europea, che intende includere gas e nucleare tra le fonti verdi: la Germania ha annunciato che voterà contro (per via del nucleare) e potrebbe quindi bloccare il testo.

EFFETTO SANZIONI, I GRANDI MARCHI “REGALANO” LE ATTIVITÀ ALLA RUSSIA. Per effetto delle sanzioni molte aziende occidentali hanno interrotto le attività in Russia, ora cominciano a liberarsi delle loro proprietà nel Paese. Prima dell’apertura delle borse, stamattina, il gruppo automobilistico francese Renault ha annunciato la cessione del 100% dei suoi asset russi alla Città di Mosca e a una controllata statale (con un’opzione di riacquisto nei prossimi 6 anni). Anche McDonalds venderà tutte le sue attività a un’acquirente locale. La mossa costerà alla multinazionale degli hamburger, che è in Russia da 32 anni, fino a un 1,5 miliardi di dollari. Sul Fatto di domani vedremo che anche la banca italiana Unicredit si sta muovendo nella stessa direzione, ma soprattutto capiremo se alla Russia conviene acquistare le attività occidentali.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Il nostro dibattito aperto su Russia-Ucraina. Prosegue il confronto pubblico sulla guerra e la libertà d’opinione sulle pagine del Fatto: domani interverranno Ettore Boffano e Maddalena Oliva.

Irregolarità nel bilancio, Appendino assolta. La Corte di Appello di Torino ha assolto l’ex sindaca di Torino dalle accuse legate al mancato inserimento nel bilancio comunale di un debito di cinque milioni di euro maturato dalla città nei confronti della società Ream per la conversione dell’ex area Westinghousemosse. In primo grado era stata condannata a 6 mesi di reclusione per una ipotesi di falso.

Macron ha scelto. L’Eliseo propone la figura della ministra del lavoro uscente Elisabeth Borne come nuovo premier. Il prossimo passo è la presentazione della squadra di governo che sarà confermata o modificata dopo l’esito delle elezioni parlamentari a giugno.

Cannes srotola il tappeto. Si apre domani il Festival del cinema nella città francese, con la giuria presieduta quest’anno da Vincent Lindon. 21 i titoli in concorso per la Palma d’oro, tra cui Martone e Bruni Tedeschi. C’è anche la serie di Marco Bellocchio Esterno notte, sul rapimento Moro, selezionata per la Cannes Première.


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