Il Fatto di domani. Armi all’Ucraina, Conte parla al Fatto. L’economia di guerra è un bagno di sangue. E la sinistra dov’è?

Di Il Fatto Quotidiano
29 Aprile 2022

LA DISTANZA DI CONTE: “NO ALL’INVIO DI ARMI”. Condanna fermamente la Russia, appoggia il popolo ucraino ma è convinto che i negoziati siano la strada da seguire, mostra preoccupazione per una guerra che, con l’appoggio militare da parte dell’Occidente, sembra non avere fine. Giuseppe Conte ribadisce la sua posizione: “Come M5s – ha detto oggi, a margine di un convegno – siamo contrari ad armi sempre più letali, sempre più pesanti: carri armati non ne vogliamo inviare”. Sul Fatto di domani l’intervista al leader del Movimento 5 Stelle che a Roma sarà impegnato su un’altra battaglia, che vuole far diventare nazionale, quella contro il termovalorizzatore annunciato dal sindaco Roberto Gualtieri, senza contare che il Cdm si appresta, il prossimo lunedì, a conferire anche i “superpoteri” di urbanistica e trasporti al primo cittadino della capitale.

KIEV TORNA AL FRONTE. Sono trascorsi 65 giorni dall’inizio della guerra in Ucraina e Kiev torna al fronte. Il bombardamento della capitale durante la visita del segretario delle Nazioni Unite ha alzato la tensione del conflitto e lo stesso Antonio Guterres si è detto “scioccato”. Il presidente ucraino Zelensky parla di uno “schiaffo all’Onu” e per il sindaco di Kiev gli attacchi missilistici “sono l’equivalente di Putin che mostra il dito medio”. Sul fronte russo, Mosca denuncia un bombardamento contro un checkpoint al confine con l’Ucraina. E proprio mentre la presidenza ucraina ha annunciato un’operazione per l’evacuazione dell’acciaieria a Mariupol, il consigliere del sindaco fa sapere, tramite la Cnn, che le forze russe hanno chiuso un’area della città per “un altro tentativo di assaltare Azovstal o per combattimenti strada per strada”. Il sindaco parla di oltre 600 feriti nell’ospedale da campo dello stabilimento. Intanto due volontari britannici sono stati catturati dai russi e Johnson invierà altri 8000 soldati delle forze speciali in Europa orientale per gli addestramenti. Sul Fatto di domani il punto della situazione sul campo, con un reportage da Kiev e un retroscena sul falso mito della democrazia ucraina, con quattro casi esemplari che lo testimoniano, a partire dall’assenza di un’opposizione parlamentare.

EFFETTO GUERRA, LA QUESTIONE SOCIALE CHE NON C’È. La guerra comincia a far sentire i suoi effetti sul carrello della spesa. Per i prodotti alimentari e per la cura della casa e della persona, infatti, e quindi per i beni che rientrano nella spesa quotidiana delle famiglie, nel mese di aprile l’inflazione ha raggiunto il 6%, un punto in più rispetto al 5% di marzo. È la prima fotografia dell’Istat dopo l’inizio del conflitto in Ucraina. Dai dati calcolati sul primo trimestre dell’anno emerge inoltre che, dopo quattro mesi di crescita sostenuta, il Pil italiano torna a diminuire: il calo è dello 0,2% nei primi tre mesi. Non tutti, però, hanno lacrime da versare: se l’economia italiana vira in negativo, l’Eni aumenta gli utili a oltre tre miliardi di euro per via dei rincari delle materie prime. L’aumento degli extra profitti da un lato e la perdita di potere d’acquisto delle retribuzioni dall’altro riaccende l’ancora irrisolta questione sociale, in cima alla lista delle priorità del francese Jean-Luc Mélenchon. Ne parleremo sul Fatto di domani con un ampio approfondimento. A tal proposito, troverete un’intervista al sociologo Marco Revelli.

IL ROSSO SBIADITO DI UN PD DILANIATO DAL GOVERNISMO. Il boom elettorale di Mélenchon in Francia piomba come un macigno sul Partito Democratico, spingendolo a provare una correzione di rotta. Enrico Letta ha parlato di 15 miliardi da mettere sul tavolo per la questione sociale, vista la situazione economica dopo due anni di pandemia e gli effetti della guerra: i rincari energetici e l’aumento dei prezzi che stanno mettendo alle strette le famiglie. Le proposte al Nazareno sembrano il disperato tentativo di bilanciare un partito dilaniato dalla sua partecipazione pancia a terra al governismo. Poi c’è il segretario Letta che rischia di perdere pezzi e alleati importanti – da Giuseppe Provenzano a Andrea Orlando, a Roberto Speranza – sempre più distanti dalle scelte della segreteria e più vicini ai Cinque Stelle e alla sinistra radicale. Approfondiremo tutti gli aspetti sul Fatto di domani, anche con un’intervista al deputato Pd, già capogruppo alla Camera, Graziano Delrio, in disaccordo con l’escalation militare in atto.


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Covid, sempre alto il numero dei contagi. Sono 58.861 i nuovi casi registrati in Italia nelle ultime 24 ore e 133 i morti.

La commedia amara di Andrea Vitali, che passa a Einaudi. “Sono mancato all’affetto dei miei cari” è lo spaccato ironico della società italiana tra gli anni ’60 e ’80. E poi il tradizionale appuntamento con Che c’è di Bello, il nostro inserto culturale per rimanere informati su cinema, serie tv, teatro, uscite editoriali.

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