Il Fatto di domani. Reddito, fisco e lavoro: la “dignità” di Mattarella cozza con la realtà di Draghi. Il partito del SuperMario per sempre

Di Il Fatto Quotidiano
4 Febbraio 2022

CONTE-DRAGHI, INCONTRO CON VISTA QUIRINALE. “Il M5S c’è, è presente. Abbiamo parlato di Patto per i cittadini, devo dire la verità: ho trovato Draghi assolutamente disponibile a lavorare in questa direzione e, quindi può contare sul sostegno del Movimento 5 Stelle”, ha detto il presidente del M5S, Giuseppe Conte, uscendo da Palazzo Chigi dopo l’incontro con il premier, aggiungendo che “con Draghi ci aggiorneremo spesso”. Sullo sfondo dell’incontro il dopo Quirinale – con gli strascichi di polemiche – e lo scontro con Di Maio. Tanto che alla domanda se si farà l’assemblea congiunta per affrontare i nodi del M5S, il leader ha risposto con un laconico “sono qui per parlare delle urgenze dei cittadini, non per discutere di correnti del Movimento 5 Stelle, che non sono permesse, sono vietate dallo statuto”. Sul Fatto di domani vedremo quali saranno le prossime mosse dei due belligeranti e quali sono le armi a disposizione. Poi c’è la questione Belloni. Oggi il Corriere della Sera riporta un virgolettato – non smentito – di Conte: “Magari all’inizio a palazzo Chigi ritenevano che la la candidatura della Belloni fosse impercorribile. Magari poi si sono resi conto che l’operazione potesse realizzarsi e scombinare i piani di Draghi. Pare che a Palazzo Chigi si stessero già preparando per entrare in campo sabato, che fosse pronta la procedura di avvicendamento, che la data del giuramento per il Quirinale fosse già stata fissata per mercoledì. Di certo venerdì notte è iniziata la bagarre contro la Belloni”, conclude Conte. Una frase che lascia intendere che sulla corsa al Colle ci abbia messo lo zampino Draghi. Vedremo quali sono i retroscena. Ma c’è maretta anche nel centrodestra: Berlusconi ha stroncato la federazione proposta da Salvini, per dire invece di essere “favorevole a tutto ciò che può riunire i moderati, nel solco del Partito Popolare Europeo”, tanto che oggi ha incontrato Casini.

QUANDO SUPERMARIO È PER SEMPRE. Mentre in Parlamento ancora riecheggiano le parole di Mattarella, serpeggia tra i partiti una voglia di tenere Draghi a Palazzo Chigi anche dopo il 2023. Alcuni lo hanno detto chiaramente (come Brunetta, Di Maio, Italia Viva e gli uomini di Toti), altri lavorano per fare in modo che SuperMario sia il candidato “a sua insaputa”. Che esista un partito Draghi trasversale alle formazioni in Parlamento è cosa risaputa. E ora si starebbe muovendo per incoronare l’ex capo della Bce. Sul giornale di domani leggerete anche un blob su come la grande stampa ha osannato Mattarella e un commento di Barbara Spinelli sulla vicenda Quirinale.

LA “DIGNITÀ” DI MATTARELLA COZZA CON LA REALTÀ. “Dignità è contrastare le povertà, la precarietà disperata e senza orizzonte che purtroppo mortifica le speranze di tante persone”, mentre Sergio Mattarella pronunciava queste parole il Parlamento si spellava le mani per gli applausi. ma sono gli stessi politici che hanno visto passare sotto il loro naso leggi come il Jobs-act di Renzi (lo firmò Mattarella che era già al Quirinale), ma più recentemente provvedimenti del governo come l’inasprimento del Reddito di Cittadinanza con la scusa delle truffe (pochissime in realtà), o lo smantellamento del decreto Dignità, per non parlare della riforma fiscale che premia i redditi più alti e per tutti è una riforma pro-benestanti. Sul giornale di domani vedremo tutti i provvedimenti che vanno in direzione opposta rispetto alla “dignità” del capo dello Stato. ma c’è anche un’altra questione: il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, ha rilasciato un’intervista in cui lascia aperti ben pochi spazi di manovra all’Italia. La sua ricetta, difatti, si basa sul “basta flessibilità”. Secondo il ministro l’Italia “non deve temere il Patto di stabilità”, come dire: ora iniziate a stringere la cinghia. Inoltre a suo avviso bisognerebbe rialzare i tassi e ridurre il peso dei titoli di Stato nelle banche. L’insieme di queste cose, oltre all’implosione della crescita, cancellerebbe qualsiasi velleità sociale di Mattarella (o del governo, semmai volesse). E Lindner lo dice apertamente che “la redistribuzione non si fa in deficit”. Il tutto nella giornata in cui gli studenti – dopo il pugno duro della polizia – tornano in piazza per protestare per la morte di Lorenzo Parelli, 18enne deceduto in fabbrica durante uno stage dell’alternanza scuola-lavoro voluta da Renzi, ma anche per le nuove regole della maturità. Si occuperà della vicenda anche Gad Lerner con un commento.

IL GREEN PASS SBALLATO DIVENTA UN CASO. All’Istituto Spallanzani viene curato il primo paziente in Italia con la pillola antivirale Paxlovid: si tratta di un uomo di 54 anni, con malattia cardiovascolare e Covid-19, sintomatico da 3 giorni. Un medicinale – come vedremo – che potrebbe essere molto utile nella lotta al coronavirus. Nel frattempo i contagi sono quasi 100 mila e i morti ancora alti: 433 (tanto che c’è chi, come Galli, si chiede come mai, puntando il dito sul criterio di calcolo), mentre il tasso di positività si attesta all’11,2%. E l’Istituto Superiore di sanità snocciola i dati dell’indice Rt in calo. Una discesa che fa dire al sottosegretario alla Salute Costa che “si sta valutando la possibilità di riaprire le discoteche dall’11 febbraio”. Ma il miglioramento non è ovunque, visto che le Marche passano in zona arancione. Altra notizia è che nel 2021 gli italiani hanno speso per il Covid 140 milioni per i tamponi e 143 per le mascherine. Mentre nel complesso il virus ha portato alle farmacie ricavi per 2,3 miliardi. Sul fatto di domani torneremo ad occuparci anche dei mal funzionamenti del Green Pass, visto che i casi anomali sono decine di migliaia. Mentre – come vedremo – novità sui vaccini arrivano anche da Bruxelles.


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La doppia veste della Turchia. Erdogan, paciere davanti alle tv di Kiev, è invece sterminatore in patria. I raid di Ankara toccano non solo il nord della Siria, ma anche il nord dell’Iraq.

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