Il Fatto di Domani. Fratelli d’Italia, il “pizzino” del “barone nero”. La paura dei leader per le amministrative di domenica e lunedì

Di Il Fatto Quotidiano
2 Ottobre 2021

AL VOTO, AL VOTO: LA POSTA IN GIOCO E L’ASSETTO FUTURO. È l’appuntamento elettorale che si prepara da mesi, e che alcuni leader temono. Domenica e lunedì urne aperte in molte città, alcune delle quali fondamentali per il futuro assetto politico nazionale. La piazza più incerta è ancora quella di Roma, dove arriveranno al ballottaggio due tra i quattro candidati sindaco: Enrico Michetti, sostenuto dal centrodestra, l’ex ministro Pd Roberto Gualtieri, la prima cittadina uscente pentastellata, Virginia Raggi, e il cosiddetto outsider Carlo Calenda. A Milano sembra, invece, scontata la rielezione di Beppe Sala contro lo sfidante Luca Bernardo. A Bologna il dem Matteo Lepore punta alla vittoria al primo turno. A Torino la sfida per il dopo Appendino è tra l’esponente del centrosinistra, Stefano Lo Russo, e il civico appoggiato dal centrodestra, Paolo Damilano. Di contro, a Napoli andrà in scena la prova generale dell’allenza Pd-M5S a sostegno di Gaetano Manfredi. Si vota anche per il consiglio regionale della Calabria. Sul Fatto di domani, oltre alla mappa elettorale, diamo anche un voto ai leader dei principali partiti, che nelle ultime settimane si sono spesi in prima persona per sostenere i propri candidati.

AL VOTO, AL VOTO: CHI SCHERZA E CHI FA SUL SERIO. Durante la campagna, proprio in vista delle urne, sono apparsi manifesti elettorali da commedia all’italiana e slogan che sono diventati tormentoni sui social. Per non parlare delle gaffe fatte dagli stessi candidati. Li citiamo nome per nome, come pure nome per nome raccontiamo chi si vuole prendere Milano. E qui si smette di giocare, perché gli interessi dei costruttori, che promettono di spendere miliardi di euro, hanno bisogno di un’amministrazione amica.

FRATELLI D’ITALIA, L’AVVERTIMENTO DI JONGHI LAVARINI. A poche ore dalle urne, piomba come un macigno la “nota difensiva” postata su Instagram dall’esponente di estrema destra che compare nel video di Fanpage, Roberto Jonghi Lavarini: “Sono assolutamente indipendente e apartitico – scrive – ma nessuno faccia finta di non conoscermi o, peggio, si permetta di offendere gratuitamente me e la comunità di veri patrioti che, mio malgrado, in questo frangente ho l’onore e onere di rappresentare”. Il “barone nero” non fa mistero dei destinatari del messaggio: le foto che accompagnano il post lo ritraggono, infatti, con Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Dopo la diffusione del video, realizzato in tre anni da un giornalista infiltrato e in cui si vedono esponenti di Fratelli d’Italia che conducono la campagna elettorale per le comunali a Milano, tra presunti finanziamenti in nero e saluti romani, la procura ha aperto un fascicolo ipotizzando il finanziamento illecito ai partiti e il riciclaggio. Quanto peseranno sul voto di domenica e lunedì questa vicenda e quella di Luca Morisi, lo spin doctor della Lega indagato a Verona per droga?

I CONTATTI COL VIMINALE E LA CONTRO-INCHIESTA. A proposito di Lega, la domanda che in molti, soprattutto nel Carroccio si pongono, è: chi ha fatto uscire la notizia di Morisi? L’ipotesi di una sorta di regolamento di conti interno non è poi da escludere. Da settimane vi stiamo raccontando la spaccatura profonda che si è creata all’interno del partito e l’indagine sull’ideatore della “Bestia” potrebbe rappresentare la sfida finale. Matteo Salvini, che al Viminale ha occupato la poltrona più importante, vuole vederci chiaro.

LA STRAGE DELLA VENDEMMIA. Stavano lavorando, anche se per la produzione del vino per la famiglia: quattro persone hanno perso la vita a causa delle esalazioni emanate da una vasca dove era contenuto mosto d’uva. È accaduto a Paola, nel cosentino. Una quinta persona è rimasta ferita gravemente ed è stata trasferita in ospedale. Si tratta di componenti di un solo nucleo (due fratelli, un cognato e il nipote di uno dei due).


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Khashoggi, il fallimento di Biden. Il presidente Usa lo aveva promesso in campagna elettorale: i responsabili dell’omicidio verranno puniti. E invece no, abbiamo scherzato.

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