L’intervista - Kim Sengupta

“Kabul è un campo profughi che aspetta la sentenza finale”

Di Michela A.G. Iaccarino
15 Agosto 2021

“Kabul è paura, tristezza e panico. Qui i talebani ormai controllano tutte le strade di collegamento che conducono alla città, gli islamisti sono alle porte, a 40 miglia dal centro”. Kim Sengupta, corrispondente dell’Independent , dice che la città “è ormai un enorme campo profughi: i civili arrivano ogni giorno non solo dalle province, ma […]

Per continuare a leggere questo articolo
Abbonati a Il Fatto Quotidiano

Abbonati a 15,99€ / mese

Ti potrebbero interessare

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.