Il reportage

“Hold-Up”, il doc sul Covid-19 che scimmiotta le inchieste

Pandemia mediatica

Di Lucie Delaporte
23 Novembre 2020

Il film Hold-Up di Pierre Barnérias, che tenta di mostrare come la pandemia di Covid-19 sia stata inventata di sana pianta per servire gli interessi dei potenti, è stato visto tre milioni di volte in una settimana. A prima vista il film si presenta come una lunga “inchiesta”, di 2 ore e 40, che analizza il dietro le quinte della pandemia, prendendo in prestito tutti i codici del documentario investigativo, esperti e testimoni che si susseguono davanti alla telecamera, documenti sottolineati in giallo, musica inquietante. In realtà Hold-Up è un perfetto contro-esempio dell’inchiesta giornalistica. Il film trabocca di grossolane manipolazioni e di falsità.

Come già segnalato da Libération, è scorretto suggerire che il lockdown abbia provocato un picco di mortalità, limitandosi a mostrare che l’alto numero di morti è arrivato proprio durante i mesi di chiusura, ma senza tenere conto il periodo di incubazione della malattia, che invece spiega perché il picco viene raggiunto settimane dopo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), diversamente da quanto indica un “esperto” intervistato nel film, non ha mai vietato le autopsie sui pazienti morti di Covid. L’istituzione ha semplicemente messo in guardia sui rischi di contaminazione e ha raccomandato di seguire un protocollo ben preciso. È inoltre falso affermare, come si fa nel film, che prima del Covid non esistevano virus trasmessi dall’animale all’uomo. Secondo l’Oms il 60% delle malattie infettive contratte dall’uomo è di origine animale. Oltre a queste contro-verità facilmente verificabili, Hold-Up si basa anche su affermazioni non supportate da prove. Il farmacista Jean-Bernard Fourtillan sostiene, per esempio, che è l’Institut Pasteur ad aver creato il Covid-19, ma non avanza elementi per dimostrarlo: “Hanno inserito la sequenza del Dna della malaria nel virus H1n1”, dice, riferendosi a un “brevetto depositato nel 2003” al termine di un lavoro “svolto negli anni 90”. Mostra quindi un foglio A4 su cui è scritto: “From Sars Cov1 to Sars Cov2”. Hold-Up suggerisce, insinua, molto di più di quanto afferma. Bill Gates aveva avvertito già nel 2015 del rischio di pandemia e il Covid-19 è apparso qualche anno dopo. Non è strano? L’economista Jacques Attali non aveva forse previsto che Emmanuel Macron sarebbe diventato presidente? Curioso, no? L’agenzia France Presse ha pubblicato la notizia sullo studio di Lancet che ha rimesso in causa l’efficacia dell’idrossiclorochina. E chi è, guarda caso, il capo dell’Afp? Fabrice Fries, ex compagno di studi di Macron all’Ena, l’istituto nazionale d’amministrazione. Ovviamente la maggior parte dei giornali aveva ripreso l’articolo di Lancet.

Come mai Gilead, il laboratorio che produce il remdesivir, il farmaco andato a ruba dopo che l’Oms ha messo al bando l’idrossiclorochina, ha “un nome biblico”? Strano, no? Questo meccanismo instilla il dubbio nella mente dello spettatore, che si convince un po’ alla volta che il puzzle tiene. Per sembrare un vero lavoro investigativo, Hold-Up interroga un gran numero di esperti, tra cui due “premi Nobel” e un “ex ministro della Salute”. Del primo, il chimico Michael Levitt, si riportano osservazioni piuttosto banali: Levitt si chiede se la popolazione potrebbe accettare un secondo lockdown. Il secondo, il biologo Luc Montagnier, espone una delle sue teorie, quella del “teletrasporto del Dna”, che alcuni anni fa lo hanno messo al bando dalla comunità scientifica. L’ex ministro della Salute, Philippe Douste-Blazy, fa dei commenti a favore dell’uso dell’idrossiclorochina per curare i pazienti Covid. A Mediapart Douste-Blazy ha poi spiegato di avere “la sensazione di essere stato manipolato dal regista“. Tra gli “specialisti” chiamati a testimoniare, c’è lo stravagante Olivier Vuillemin, presentato di volta in volta come esperto di “frode scientifica” (ma che non ha pubblicato nulla sull’argomento) e di “metrologia della salute”. Il passaggio del film in cui Vuillemin si sforza di trovare dei legami totalmente incongruenti, usando molti anglicismi, tra internet, il 5G e il Covid, è talmente assurdo da essere diventato virale sul web. Hold-Up sente poi la “psicologa” Nadine Touzeau che, a partire da foto, descrive il profilo psicologico delle persone. “Questa persona è falsa, lo si vede dagli angoli delle labbra”, dice guardando una foto del dottor Laurent Alexandre, cofondatore del sito Doctissimo, ma facendo avanzare poco “l’inchiesta”. La maggior parte degli “esperti” sentiti – anche quando provengono dal mondo medico – non hanno alcuna competenza in materia di virus.

Vengono raccolte le opinioni di un ginecologo, un oncologo, un radiologo e un’ostetrica che, peraltro, parlano raramente del loro settore di competenza. La ginecologa Violaine Guérin afferma, per esempio, di aver saputo da un agente della gendarmeria che molti drammi si sono consumati durante il lockdown: “Sono stata in contatto con un agente della brigata di protezione dei minori, che mi ha detto una cosa terrificante. Visto che non vengono sporte le querele, dal momento che le persone sono chiuse in casa, non si sa nulla di cosa accade in questo periodo, quindi ci sono state tantissime tragedie”. E la voce fuori campo aggiunge: “Le denunce per stupro sarebbero state moltiplicate per tre, secondo un esperto psichiatra della brigata dei minori”. Nel film il farmacista Serge Rader sostiene che gli anziani delle case di riposo sono stati sottoposti a eutanasia e dice di esserne sicuro per una semplice ragione: “L’ho visto con i miei occhi, sono amico di un medico che lavora in tre di questi istituti”. “Non solo non sono stati trasferiti in terapia intensiva – aggiunge –, ma per loro è stata preparata una siringa di Rivotril, con l’ordine di mettere definitivamente fine alle loro vite”. Anche l’ostetrica Nathalie Derivaux interviene sulla presunta politica portata avanti nelle case di riposo, sulla base di quello che le avrebbe raccontato “la cognata che lavora in uno di questi istituti”. Un uomo, presentato come un “ex ufficiale dei servizi segreti”, di cui non viene mai inquadrato il viso, sostiene infine che il Covid è un’invenzione umana perché è quanto gli è stato riferito da “un funzionario dell’Agenzia per la sicurezza nucleare (Asn)”. Più il documentario va avanti e più diventa incoerente. Perché l’“informatico” Bill Gates vorrebbe vaccinare tutta la terra? Che interesse ha? Come spiegare la concomitanza tra sviluppo del 5G e la pandemia? Perché nel libro sulla Cia, con prefazione del giornalista Alexandre Adler, era già prevista, sin dal 2009, un’epidemia in arrivo dalla Cina? Lo spettatore finisce col chiedersi se i governi mondiali abbiano esagerato una “influenzina” o messo in atto un piano segreto per sterminare una parte dell’umanità. Il film denuncia alcuni “potenti” che terrebbero segretamente le redini del complotto: Bill Gates, David Rockefeller, Jacques Attali, ironicamente descritto come un “profeta” nel film a costante sfondo antisemita, da assomigliare a una versione 2.0 dei “Protocolli dei Savi di Sion”. A nessuna di queste personalità chiamate in causa viene proposto di esporre il proprio punto di vista. L’ultima mezz’ora di Hold-Up, come in un gran finale da fuochi d’artificio, riassume la tesi centrale del film: i detentori della governance mondiale, che si ritrovano quasi tutti nel “Berggruen Institute”, hanno inventato la pandemia per sottoporre l’umanità a un “Great Reset”. Tutto allora rientra nel complotto, la criptovaluta, le nanoparticelle, il 5G… “È da far venire le vertigini: come è possibile che degli uomini possano immaginare scenari tanto contorti?”, afferma il regista, senza ironia, in chiusura del film. Sentito dal giornale France-Soir, che ha sostenuto il film sin dall’inizio, il produttore Christophe Cossé spiega di aver voluto lavorare a questo progetto perché il tema della “disinformazione” gli sta particolarmente a cuore. “Dieci anni fa – ha spiegato – ho deciso di perfezionare la mia formazione seguendo un master in psicologia e PNL-Programmazione neuro-linguistica. È lì che ho trovato tutti gli strumenti della manipolazione”.

Traduzione di Luana De Micco

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