La parola “frugale”, da Virgilio fino a Rutte

Di Carlo Ossola
22 Luglio 2020

Il termine è stato ben scelto: non solo perché le fruges sono il raccolto, frutto della lavorazione dei campi, ma anche perché si possono predicare, in senso figurato, come cultura dell’animo, come richiama Virgilio nell’Aetna: “Ciascuno faccia messe di buone arti: esse sono i frutti dell’animo [illae /sunt animi fruges]”. Sicché la “frugalità” è divenuta […]

Per continuare a leggere questo articolo
Abbonati a Il Fatto Quotidiano

Abbonati a 15,99€ / mese

Ti potrebbero interessare

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.