Spunti dal mondo

La crisi climatica farà emigrare 143 milioni di persone: il meglio della stampa internazionale

Non tutta l'America inquina: i Democratici Usa presentano un piano per zero emissioni, capace di salvare 60 mila vite umane e risparmiare 8 mila miliardi di dollari. Questo mentre le stime parlano di una invasione di centinaia di milioni di migranti, spinti a fuggire dalle catastrofi naturali e dalla siccità

Di Elisabetta Ambrosi
7 Luglio 2020

Istat: in Italia meno emissioni, ma crescono le temperature

Secondo il rapporto annuale dell’Istat, presentato venerdì scorso, tra il 2008 e il 2018 le emissioni si sono ridotte del 23 per cento. In particolare, si sono ridotte del 22 per cento le emissioni di particolato. Si tratta di una performance positiva ma non sufficiente rispetto agli obiettivi europei. Il rapporto segnala poi un aumento importante delle temperature nel nostro paese – 0,38 gradi ogni dieci anni negli ultimi 40 – così come l’irregolarità nell’intensità delle precipitazioni. Più di metà degli italiani si dichiara preoccupata per il cambiamento climatico. Molta attenzione viene fatta nello spreco di energia e acqua. Scarso il cambiamento invece sui mezzi di trasporto alternativi e l’uso di prodotti usa e getta, mentre l’Italia resta sul podio nella graduatoria del prelievo di acqua per uso potabile da corpi idrici superficiali e sotterranei.

Fonte: Istat

Il piano dei dem Usa per le “zero emissioni che salverà 60 mila vite”

I democratici statunitensi hanno annunciato un piano per contrastare il cambiamento climatico e le sue conseguenze sulle fasce più deboli della popolazione. In oltre 500 pagine, i democratici si prefiggono di raggiungere zero emissioni per il 2050, e al tempo stesso di proteggere la popolazione e soprattutto i lavoratori dalle ondate di calore e altri eventi estremi. Secondo i democratici, il piano – che diverrà attuativo in caso di vittoria alle presidenziali – salverà 60.000 vite di persone esposte all’inquinamento e consentirà di risparmiare 8 mila miliardi di dollari in termini di salute e benefici climatici. Alcune associazioni ambientaliste, tuttavia, giudicano il piano non sufficiente e lo reputano meno aggressivo rispetto a quello presentato dalla deputata Alexandria Ocasio-Cortez.

Fonte: The Independent

Milioni di americani a secco: niente soldi neanche per l’acqua

Sempre più americani si trovano a fronteggiare bollette per l’acqua altissime e rischiano di perdere le loro case se non pagano. Secondo un’inchiesta del The Guardian, i costi sono aumentati dell’80% tra il 2010 e il 2018. Gli incrementi maggiori, fino al 154%, sono in Texas, dove la bolletta media annua è salita da 566 dollari a 1435. Molto diffuse le misure punitive come la chiusura degli allacci che unita al problema dei mutui spinge molte persone ad abbandonare le proprie case.

Fonte: The Guardian

La crisi climatica farà emigrare 143 milioni di persone

Già nel 2017, dei 68,5 milioni che hanno lasciato la loro casa per cause di forza maggiore, da 22,5 a 24 milioni sono stati costretti a farlo da improvvisi eventi meteorologici: inondazioni, incendi di foreste a seguito di siccità, aumento delle perturbazioni. Non solo: la crisi climatica costringerà a emigrare 143 milioni di persone entro il 2050, prevalentemente da America latina, Africa subsahariana e Asia sudorientale. Altre stime sono anche più pessimiste e parlano di 200 milioni di nuovi migranti. Ma il futuro è incerto e i numeri potrebbero aumentare.

Fonte: Brookings

Le case del futuro? Ritorno al passato: terra e paglia

Le case naturali sono quelle realizzate con i materiali che arrivano direttamente dalla natura. Una delle aziende che, oltre a fare corsi di formazione, le produce è Terraepaglia. “Quando scegliamo di usare la terra cruda come materiale per le nostre pareti e nello specifico per i nostri intonaci, lavoriamo indirettamente e naturalmente anche sulla regolazione l’umidità nell’aria, perché la terra, o meglio l’argilla contenuta nella terra, ha capacità igroscopiche, ovvero assorbe l’umidità in eccesso e la rilascia quando l’aria è troppo secca. Ma le case naturali sono efficienti da un punto di vista energetico”, spiega l’artigiana edile Sara Lucietto.

Fonte: L’Italia che cambia

Basta sostenere petrolio, gas ed carbone. Qualcosa si muove

Unfriend Coal, Insure Our Future Re-common e Greenpeace hanno pubblicato una ricerca – Time for the Insurance Industry to Unfriend oil and Gas – che rivela che quattro compagnie assicurative che hanno sostenuto pubblicamente l’obiettivo fissato dall’accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C sono tra le più coinvolte nel settore dell’oil&gas. Le quattro associazioni hanno reso pubblica una lettera inviata agli amministratori delegati delle 30 principali compagnie assicurative globali, in cui si chiede loro di porre fine al sostegno per nuovi progetti di petrolio e gas, così da raggiungere gli obiettivi internazionali in materia di clima. Negli ultimi tre anni, la campagna Unfriend Coal è riuscita ad ottenere risultati importanti, spingendo 19 grandi gruppi assicurativi ad escludere il settore carbonifero dalle attività di copertura dei rischi oltre che dal proprio portfolio di investimenti, ma la crisi climatica richiede sforzi maggiori.

Fonte: Unfriend Coal

#buttalibene: la campagna del ministero per smaltire guanti e mascherine

Gettare mascherine e guanti nell’indifferenziato, servirsi il più possibile di quelli riutilizzabili, non buttarli a terra per evitare gravi danni all’ambiente. Si concentra su questi tre punti la campagna di comunicazione del ministero dell’Ambiente, in collaborazione con la Guardia Costiera, Ispra, Iss, Enea e la commissione Colao. “Ricordati: mascherine e guanti vanno nell’indifferenziata. Oh, lo faccio anche io, eh!” – dice l’attore Enrico Brignano nello spot video realizzato dal ministero insieme con la Guardia Costiera. Oltre a questo spot, parte oggi una campagna social “Alla natura non serve”, con meme e video emozionali dall’hastag #buttalibene. Il concept muove da una delle foto simbolo della pandemia: un uccellino trovato intrappolato in una mascherina.

Fonte: Ministero dell’Ambiente

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