Coronavirus, ecco il conto. Aziende sull’orlo del baratro e famiglie senza stipendio

2 Marzo 2020

Cara Selvaggia, siamo (io e il mio socio) un tour operator che organizza viaggi in tutto il mondo: una realtà di 5 persone con esperienza e capacità da 5 stelle. I nostri bilanci sono tutti in attivo, poco è l’utile annuale perché si sa che nel nostro settore si lavora per passione, non per denaro. Non l’abbiamo mai distribuito, l’utile, così da avere denaro su cui contare. Non ci interessano le borse di Louis Vuitton, ma solo la possibilità economica di anticipare il denaro per i gruppi che vogliono viaggiare. Abbiamo tutte le biglietterie, abbiamo l’assicurazione che copre il fondo di garanzia, la RC , tutto quello che serve e ancora di più. Il nostro conto corrente (incluso circa 100.000,00 di tfr) era sempre all’attivo per 300.000,00 , più o meno, oltre al flusso bancario che oscilla a seconda della stagione. Non abbiamo mai ricevuto un sollecito di pagamento da nessun fornitore.

Il 13 febbraio abbiamo pubblicato sulla nostra pagina facebook un comunicato per segnalare che avevamo protetto di tasca nostra 70 passeggeri. Serviamo da anni anche il Cral (Circolo Ricreativo Assistenziale dei Lavoratori) della Regione Lombardia, organizzando per loro viaggi di gruppi. Siamo seri, sempre in prima linea solo a tutela dei nostri passeggeri, non li abbiamo mai lasciati soli. Negli ultimi 3 giorni e mezzo lavorativi non riusciamo ancora a valutare il buco: le frontiere chiudono le porte all’Italia, le persone hanno giustamente paura a viaggiare, le gite scolastiche da domenica sono saltate. Le scuole ovviamente ci dicono di non fatturare perché ovviamente non ci pagherebbero. I nostri corrispondenti e le compagnie aeree si trincerano dietro le regole di altri Paesi, ma anche gli italiani: albergatori, guide, musei non stanno rimborsando, forse lo faranno ma ci anticipano che non copriranno il 100 %. Trenitalia, per alcune partenze, emette un buono, ma pensate alla beffa: un buono a favore della scuola, la scuola che non ci paga. La Giordania ha chiuso la frontiera agli italiani. Abbiamo un gruppo di 46 persone per la Giordania in partenza il 19 marzo. Noi abbiamo già pagato tutti i servizi al fornitore, in Giordania, che ci risponde che lui non può fallire per rimborsare noi, quindi si tiene i nostri soldi. Ryan air non si esprime perché sta valutando, dice la compagnia.

I clienti, giustamente, pretendono il rimborso di 1.450,00 a persona per 46 persone , dobbiamo restituire 66.700,00 e i clienti non accettano un buono di cui usufruire più avanti. Ti faccio una confidenza. I primi di gennaio avevamo sul conto corrente oltre 700.000,00 . Oggi non potremmo permetterci di rimborsare tutti, non abbiamo più i soldi. Ieri sera la nostra commercialista ci ha suggerito di non aprire questa mattina, ma di portare i libri in tribunale. Invece questa mattina abbiamo trovato il coraggio di aprire di nuovo, come sempre sapendo che avremmo dovuto sostenere le accuse e gli insulti di chi rivuole indietro i soldi. Le scuole sono chiuse, nessuno risponde, non sappiamo cosa fare con le gite dopo il 15 marzo. Cosa dobbiamo fare ? Cosa ne sarà di noi?
Monica

Cara Selvaggia, sono uno studente di dottorato in matematica presso l’ateneo di Bologna. Avevo programmato un periodo di studio–ricerca a Nizza per 2 mesi. Scoppiata la psicosi Coronavirus in Italia, neanche un’ora dopo lo studentato di Nizza mi ha inviato una email per comunicarmi la cancellazione del mio soggiorno. Nonostante il ministro della sanità francese abbia dato indicazioni precise, lì a Nizza non hanno voluto sentire ragioni. Il paradosso è che posso accedere al laboratorio di ricerca ma non allo studentato. In pratica mi hanno invitato a cercarmi un altro posto in cui alloggiare. Come se io possa infettare tutti solo nello studentato e non in giro per Nizza. È follia.
Pasquale

Cara Selvaggia, sono un ristoratrice fiorentina. Non voglio più avvelenarmi il fegato pensando alle ultime settimane d’emergenza, e vista la tua sensibilità verso l’argomento, allego a questa lettera le cancellazioni dei clienti tra ieri ed oggi. Sono decine e altre ne arriveranno, visto che Firenze si sta svuotando. Ho aperto il ristoranteda meno di un anno: pago 4000 d’affitto, ho 4 persone in cucina e 2 in sala. 6 famiglie da mantenere, oltre la mia. Non so se riuscirò a pagare i prossimi stipendi e la prossima rata d’affitto (oltre il mutuo del ristorante e di casa). Scusa lo sfogo, ormai ho paura a controllare la mail e immaginare il futuro.
N.

Cara Selvaggia, nell’azienda di mio fratello vendiamo stufe a pellet. Il primo step è visionare l’appartamento dei clienti per verificare se l’impianto è fattibile. Ora nessuno più ci fa entrare in casa, nessuno si fida, e noi non vendiamo più. Così, chiuderemo in un mese, lasciando senza lavoro circa 15 persone. Cosa possiamo fare? Non essendo nella zona rossa non ci sono provvedimenti del governo, ma comunque non riusciamo più ad andare avanti. Sono disperata.
Elena

In questo momento l’economia del paese è priva di sistema immunitario. E forse, quando finirà tutto, si conteranno più morti tra piccoli e grandi imprenditori che tra gli ospedalizzati. In ogni caso, un dramma.
Selvaggia Lucarelli

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