L’inchiesta

M5s, che cosa resta tra metamorfosi e promesse tradite. Su Fq Millennium in edicola

Dalla sparizione dei meet up all’ascesa di Conte, ecco il Movimento che ha cambiato pelle. E c’è chi non lo riconosce più. Inchieste e approfondimenti sul mensile in edicola da sabato 9 marzo

Di Fqm
8 Marzo 2019

L’ascesa silenziosa di Giuseppe Conte e le sue chance di puntare al Quirinale. Il distacco di Beppe Grillo che nel suo tour mette in scena, tra palco e realtà, la metamorfosi di un Movimento sull’orlo di una crisi di nervi. I fronti caldi delle vertenze tradite, come la Puglia della Tap e dell’Ilva, le nuove formule per mantenere il consenso, come nella Sicilia di Cancelleri e Corrao.

È in larga parte dedicato a inchieste e approfondimenti sul Movimento 5 Stelle un anno dopo la vittoria alle Politiche il nuovo numero di Fq MillenniuM, il mensile del Fatto diretto da Peter Gomez, in edicola da domani. Con, fra l’altro, una lunga intervista esclusiva a Davide Casaleggio, realizzata dallo stesso Gomez e da Martina Castigliani, in parte già anticipata dal Fatto giorni fa. Il figlio del co-fondatore preannuncia alcune mosse per battere la concorrenza “alleata” di Salvini e arginare l’emorragia di consensi e rivela che cosa gli ha detto il padre Gianroberto, appena prima di morire, sul futuro del Movimento. Davide Casaleggio chiarisce anche l’origine e i contorni del proprio ruolo nei 5Stelle. Non mancano le voci critiche, anzi drastiche, di chi nei 5Stelle ha creduto e poi si è ri-creduto, specie a sinistra. “Il Movimento 5 Stelle non esiste più”, scandisce Paolo Flores d’Arcais, direttore di MicroMega, in un colloquio con Gianni Barbacetto, “se si intende quello che si è presentato alle elezioni con un programma radicale contro al corruzione, le mafie, l’evasione fiscale, le lottizzazioni, il degrado ambientale e ogni manifestazione della Casta…”.

Chi sono le figure forti oggi nel Movimento, con Beppe Grillo dichiaratamente defilato e Gianroberto Casaleggio scomparso ormai da quasi tre anni? La leadership di Luigi Di Maio non è al momento in discussione, con Di Battista a tenere viva la fiamma movimentista e Fico volto dialogante-istituzionale. L’esterno da tenere d’occhio è però il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, a cui Fq MillenniuM dedica un ampio ritratto firmato da Luca De Carolis e Fabrizio d’Esposito: accusato in Europa di essere un “burattino”, visto da vicino somiglia sempre più a un burattinaio. Che da un lato marca stretto i suoi ministri e dall’altro è l’unico interlocutore riconosciuto dal presidente della Repubblica. Salvo imprevisti, l’elezione del successore di Mattarella sarà compito di questo Parlamento nel 2022 e al momento, paradossalmente, l’ex “signor nessuno” ha più di un punto a suo favore. Ma la partita di un movimento nato dal basso con i disciolti meetup – il mensile si è intrufolato in quel che resta del numero 1 di Milano, nato nel 2005 con la benedizione della Casaleggio associati – non si può giocare solo nel Palazzo. Un reportage fra Taranto e Melendugno racconta la profonda delusione di attivisti ed elettori che si sentono traditi non solo dalle promesse non realizzate sulla chiusura dell’Ilva e sullo stop al gasdotto Tap, ma dalla sparizione fisica dei parlamentari eletti, a partire dalla ministra Barbara Lezzi. Una possibile via d’uscita è suggerita dall’esperienza siciliana, dove il partito delle dirette streaming è tornato a consumare le suole delle scarpe: in 4 mesi l’eurodeputato Ignazio Corrao, eletto nel 2014 con 72 mila preferenze, ha visitato uno per uno tutti, ma proprio tutti, i 390 Comuni dell’isola.

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