Family Day e fondamentalisti islamici, lo strano asse

10 Ottobre 2016

È istruttiva la lettura dell’intervista che Massimo Gandolfini, medico, catechista neocatecumenale, portavoce dell’ultimo Family Day contro la legge Cirinnà, ha concesso al giornalista Stefano Lorenzetto: L’Italia del Family Day (Marsilio). Aiuta a farsi un’idea della mappa dei riferimenti culturali, politici ed ecclesiali del leader cattolico integralista. E delle pagelle che lo stesso Gandolfini implicitamente ha compilato per tanti capi politici e religiosi.

Nell’elenco dei promossi Gandolfini annovera, oltre all’amico Kiko Arguello, fondatore del Cammino Neocatecumenale, i gerarchi cattolici italiani che hanno espresso vicinanza alla causa cattolico-reazionaria: e cioè, tra gli altri (molti), i cardinali Caffarra, Vallini (vicario del Papa per la diocesi di Roma), Menichelli, i ciellini Negri, Camisasca e Santoro, ma anche Bassetti, vescovo di Perugia, molto vicino al Pontefice e spesso indicato come futuro capo della Cei. Il cardinal Bagnasco, in un’udienza privata, diede al medico bresciano un incoraggiamento: “Lei si prefigge una strategia di enorme portata, dottore. Provi”. Una citazione tra i promossi la meritano Vladimir Putin, perché “contrasta la propaganda omosessualista”, il cardinal Sarah, capofila delle porpore reazionarie africane, un “grande filosofo”, e quei politici, sempre africani, che, in nome della fedeltà al cristianesimo, si rifiutano di accettare il ricatto colonialista nordamericano che imporrebbe loro di concedere diritti alle persone omosessuali. E infine gli imam italiani più conservatori i quali, a detta di Gandolfini “danno un giudizio terribilmente preoccupato, negativo, scandalizzato sulla deriva etica del nostro Paese”. Su quest’ultimo punto, viene da chiedersi cosa possa uscir fuori dalla saldatura tra i fondamentalismi cattolico e islamico, e in particolare quali azioni Gandolfini (che sostiene di “non essere tra coloro che temono l’invasione dell’Occidente da parte dell’Isis”) abbia concertato nei suoi incontri con gli imam fondamentalisti per riportare l’Occidente empio ed immorale a rispettare la legge divina.

Nella classe di Gandolfini c’è un solo rimandato a settembre: papa Francesco. Pur non avendogli mai né scritto né telefonato, Francesco ha concesso a Gandolfini di concedergli un’udienza privata, di cui il medico bresciano riferisce dettagli che non potranno mai essere smentiti. Francesco avrebbe espresso una perfetta consonanza con le idee radicali di Gandolfini, confermando la pericolosità della “colonizzazione del gender” nella cultura e nella scuola e ribadendo il no assoluto all’omogenitorialità, insieme alla superiorità del matrimonio cattolico su ogni altra forma di unione. Ma c’è da dubitare che il clima di quell’incontro sia stato tanto fraterno se è vero che, riferisce lo stesso Gandolfini, quando Francesco lo ha ringraziato del lavoro svolto, lui ha sentito il bisogno di chiedergli se il papa non desiderasse le sue dimissioni. “Andate avanti. Grazie per quello che state facendo”, questa sarebbe stata la veloce risposta del Papa, che comunque aveva già deluso il povero Gandolfini e i suoi ansiosi nipotini il giorno successivo alla grande adunata del Circo Massimo, quando, nell’Angelus domenicale non aveva fatto cenno alla manifestazione del giorno prima.

E veniamo ai bocciati. Qui la lista di Gandolfini è un insieme di matrioske. La prima è quella di Matteo Renzi, il premier accusato di aver spinto l’approvazione di una legge immorale come quella sulle unioni civili. E per questo meritevole della più dura e personale delle opposizioni, a partire dal No al referendum costituzionale. Una volta aperta la prima matrioska ce n’è un’altra: il presidente Usa Barack Obama. E’ stato lui, a giudizio di Gandolfini, ad aver ordinato a Renzi di approvare la legge sulle unioni gay per soddisfare le richieste della terza matrioska, quella dei “padroni del mondo”, le grandi corporation americane, ansiose di annientare famiglia e valori tradizionali per imporre la religione dei consumi. Ma anche questa matrioska ne nasconde un’altra, la più infida. Essa assume il volto di una qualsiasi persona omosessuale. Sarebbero i gay a provocare la trasformazione perversa del pianeta, a promuovere la diffusione dell’omosessualità per bloccare la riproduzione umana e di trasformare il genere umano in una massa informe di individui anomici. E sono i gay, a negare la natura patologica del loro orientamento sessuale e la sua associazione ai disturbi psichiatrici.

Di queste e altre perle reazionarie è ricco il volumetto di Gandolfini e Lorenzetto. Verrebbe voglia di considerarle detriti di un passato in via di sepoltura. Poi però il pensiero va alla deriva della destra americana, infestata dall’estremismo fondamentalista evangelico, o alle maggioranze di governo ungherese e polacca, all’estremismo islamico. E il riso improvvisamente si blocca, mentre la ragione si rimette in movimento. Per studiare. Per comprendere da dove proviene il mondo dei Gandolfini e soprattutto per far sì che non diventi il nostro.

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