Caso Gravina, la Lega Pro bocciò il contratto sulle tv

Fu ridotto e poi cancellato dal successore. Ora indagano i pm

Una consulenza come tante, ma diversa dalle altre, perché firmata qualche giorno prima delle elezioni, con dei conti che non sono mai quadrati. Un contratto sempre considerato un po’ sui generis, che però si credeva ormai dimenticato negli archivi della Serie C, feudo da cui Gabriele Gravina ha iniziato la sua scalata al vertice del […]

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Una consulenza come tante, ma diversa dalle altre, perché firmata qualche giorno prima delle elezioni, con dei conti che non sono mai quadrati. Un contratto sempre considerato un po’ sui generis, che però si credeva ormai dimenticato negli archivi della Serie C, feudo da cui Gabriele Gravina ha iniziato la sua scalata al vertice del calcio italiano. È riemerso dal passato per inguaiare il n. 1 del pallone e attirargli una serie di sospetti, illazioni, accuse.

Come noto, Gravina, dopo essere stato oggetto di presunti accessi abusivi – tra quelli al centro di una vasta inchiesta a Perugia – alle banche dati della Direzione nazionale antimafia, si è ritrovato indagato a Roma per autoriciclaggio: le notizie giunte ai pm romani (tutte da verificare e su cui gli accertamenti sono ancora in fase iniziale) lasciano intendere che Gravina abbia incassato una presunta provvigione per un contratto di consulenza sui diritti tv della Serie C, di cui allora era presidente, attraverso una o più opzioni di vendita su una collezione di libri antichi di sua proprietà, legata a sua volta all’acquisto di un immobile a Milano per la figlia della compagna. Il diretto interessato nega su tutti i fronti e ha esibito ai magistrati una serie di documenti che, a suo dire, smonterebbero il “dossier”. A partire da due presupposti: nessuna caparra è stata trattenuta, nel primo caso i soldi sono stati restituiti, nel secondo incassati a fronte di una effettiva cessione di volumi, anni dopo l’acquisto della casa; non esiste alcun collegamento fra le trattative sui libri e i diritti tv. “Tutto chiarito e documentato, fino all’ultimo centesimo”, ha spiegato il suo legale, Fabio Viglione.

Sulle possibili connessioni faranno luce gli inquirenti. Rimane quel contratto sui diritti tv, con le sue anomalie. Perché sono diversi i dettagli che hanno sollevato qualche dubbio sulla consulenza fra la Lega Pro e la società di marketing ISG (Interregional Sports Group). E non da oggi. La collaborazione nasce nell’estate 2018, sotto la supervisione di Gravina e del suo braccio destro Chiara Faggi. Ma arriva in porto a ottobre, a pochi giorni dalle elezioni che incoroneranno Gravina vertice del calcio italiano.

Prima di traslocare in Figc, Gravina lascia in eredità alla Serie C questo contratto ingombrante. Di cosa si parla? Svolgere un’analisi trimestrale degli standard qualitativi della trasmissione delle partite del campionato. Condurre un’attività di contrasto alla pirateria (non proprio un’emergenza per la Serie C). Studiare la realizzazione di una nuova piattaforma attraverso cui distribuire un proprio canale. Questo l’oggetto della partnership. Peccato che la Lega Pro avesse già un advisor sui diritti tv, la società 2Mg Media di Marco Bogarelli e Giuseppe Ciocchetti, a cui la Isg all’epoca era vicina (anche fisicamente: i loro uffici a Milano si trovavano nella stessa sede). Affidamenti diretti, senza bando. Nell’estate 2019, Bogarelli verserà 350 mila euro a Gravina, per un’opzione sulla sua collezione di libri poi non esercitata (i soldi saranno restituiti). Per questa ulteriore consulenza a Isg, la Lega Pro accorda un corrispettivo di 250 mila euro a stagione per 5 anni, oltre i soldi già pagati a 2Mg. Sembrano spiccioli ma non lo sono, se rapportati ai volumi della piccola Serie C, il cui canale cubava appena 2,5 milioni l’anno. È una percentuale del 10% sul valore dell’oggetto di consulenza, per un advisor dell’advisor. In proporzione, è come se oggi la Serie A pagasse 100 milioni a un terzo per controllare come funziona Dazn.

Che qualcosa non tornasse in quel contratto è scritto nei verbali della stessa Lega Pro: Il Fatto ha scoperto che la consulenza fu presto attenzionata nell’ambito di una stretta sui fornitori sotto la presidenza Ghirelli, che tra l’altro è stato a lungo fido alleato di Gravina, non certo un oppositore determinato a fargli le pulci. Già nella stagione 2019/2020 l’accordo venne rinegoziato al ribasso, passando da 250 a 160 mila euro, per poi scalare nelle annate successive fino a un minimo di 75mila, con un risparmio complessivo di circa mezzo milione. Nel 2021 ci fu “l’assorbimento” da parte dell’advisor (cioè la società di Bogarelli) delle attività di Isg. Scomparve, insomma. “Il contratto fu ritenuto non congruo”, spiega una fonte dell’epoca. Provvigione o no, i punti poco chiari restano.

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