L'appello

“Fratin e Casellati, gli obiettivi della Commissione sull’ambiente sono oscuri”

L'assise interministeriale deve fare la revisione della normativa ambientale, ma mancano i curriculum delle persone da nominare e la Commissione deve essere aperta a  società civile e scienziati

Di 16 organizzazioni del Terzo settore
19 Dicembre 2023

Signor ministro, siamo 16 organizzazioni del Terzo settore che si occupano di ambiente, cambiamenti climatici, conservazione della natura, qualità dell’aria, protezione animale, processi decisionali trasparenti e inclusivi.

Le scriviamo in merito alla Commissione per la revisione della normativa ambientale istituita con il Decreto Interministeriale del 7/11/2023, a firma Sua e della ministra per le Riforme istituzionali Elisabetta Casellati.

L’obiettivo della Commissione, il momento delicatissimo per le questioni ambientali e le modalità con cui la Commissione è stata istituita ci spingono a trasmetterLe le nostre vive preoccupazioni e una serie di richieste a nostro avviso indispensabili.

Tra le preoccupazioni vi è anzitutto la non chiarezza in merito alle materie specifiche che saranno oggetto del lavoro della Commissione e, di conseguenza, in merito ai criteri con cui i membri della Commissione sono stati selezionati.

Non aiuta, in tale senso, l’assenza di curricula che, a riprova trasparente delle alte professionalità, esperienza e competenze necessarie, dovrebbero accompagnare le nomine. I quali curricula, non a caso, sono invece opportunamente richiesti (articolo 4, comma 3 del citato Decreto) a coloro che s’intendono invitare alle riunioni della Commissione medesima.

La definizione delle materie oggetto dei lavori della Commissione e la loro trasparente comunicazione rappresentano passaggi davvero essenziali, diremmo propedeutici, affinché un tema di questa portata, di interesse universale e di attualità stringente, possa essere affrontato con la dovuta attenzione.

Altrettanto essenziale è che il lavoro della Commissione sia effettivamente aperto ai contributi della scienza e della società civile, in special modo delle organizzazioni di protezione ambientale che da decenni si occupano della questione e che, nel corso del tempo, hanno contribuito in maniera decisiva alla costruzione di norme, regolamenti, cultura ambientale.

Che tali organizzazioni si trovino del tutto escluse da un consesso di questa portata, peraltro in una delle fasi storiche più importanti per la protezione dell’ambiente e la transizione ecologica, è un fatto che stride e che merita un ripensamento.

Pertanto, alla luce di queste considerazioni, ci permettiamo di chiederLe:

  • Il chiarimento delle materie e degli obiettivi su cui la Commissione sarà chiamata a lavorare;
    la pubblicazione dei curricula dei membri del Comitato della Commissione e degli Esperti;
    l’individuazione di forme di coinvolgimento sostanziale, nei lavori della Commissione, delle organizzazioni della società civile aventi titolo e interesse, a partire dalle firmatarie della presente lettera;
  • una rivalutazione della tempistica dei lavori prevista dal Decreto, che appare davvero eccessivamente rapida rispetto alla delicatezza e complessità della materia in oggetto.
    A quest’ultimo proposito ci preme evidenziare la differenza tra le esigenze di intervento specifico rispetto ai molti problemi ambientali in atto e le esigenze di “riassetto e codificazione” della materia ambientale.

Se le prime, spesso assolutamente urgenti, tardano a trovare risposta pur a fronte di problemi seri come il cambiamento climatico, l’impermeabilizzazione del suolo, il dissesto idrogeologico, la crisi di specie e habitat, un errore aggiuntivo sarebbe quello di affrettare la risposta alle seconde, producendo una riforma che rischia, attraverso l’astratto principio della “semplificazione”, di peggiorare il quadro anziché di migliorarlo.

Si tratterebbe, con tutta evidenza, di un’attuazione non corretta dei principi di tutela dell’ambiente, della biodiversità, delle generazioni future solennemente sanciti con la modifica degli articoli 9 e 41 della Costituzione e richiamati all’articolo 1 del Decreto in oggetto, e dunque di un cattivo esordio di quella che, per il nostro ordinamento, rappresenta una novità straordinaria e altamente positiva.

La crisi ambientale, nei suoi numerosi volti e nella sua gravità specifica e generale, è un tema che richiede oggi il massimo impegno e la piena partecipazione. Voglia, Signor ministro, per il bene generale, cogliere queste nostre osservazioni e rivedere, con la ministra Casellati, i termini del processo attivato.

Fiduciosi in un positivo riscontro e restando a disposizione per ogni chiarimento necessario, Le trasmettiamo i nostri cordiali saluti.

Federico Anghelé, Direttore di The Good Lobby Italia
Dante Caserta, responsabile Affari legali e Istituzionali WWF Italia Alessandro Giannì, Greenpeace
Geovani Ciconte, LAV
Francesco Romizi, responsabile relazione esterne ISDE
Stephanie Brancaforte, Rinascimento Green
Annamaria Pisapia, CIWF Italia
Danilo Selvaggi, Direttore generale della Lipu – BirdLife Italia
Piero Belletti, Pro Natura
Anna Gerometta, Cittadini per l’aria

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