Il Fatto di domani. Salario minimo: la petizione delle opposizioni sfonda quota 200mila firme. Indennità dei parlamentari, il vergognoso primato italiano in Europa

Di Il Fatto Quotidiano
15 Agosto 2023

SALARIO MINIMO, A FERRAGOSTO SI PENSA AL LAVORO: 200MILA FIRME IN DUE GIORNI. Quando si parla di condizioni di lavoro, neanche il Ferragosto frena gli italiani, che stanno aderendo in massa alla proposta lanciata dalle opposizioni (tutte tranne Italia Viva) sul salario minimo a 9 euro lordi l’ora. Dal 13 agosto ad oggi, nonostante il sito sia andato temporaneamente in tilt per la mole di accessi, sono state raccolte circa 200mila firme. “Opponendosi alla nostra proposta, il governo Meloni dimentica che 4 milioni di nostri concittadini guadagnano meno di questa cifra e attendono con ansia un cambiamento tangibile”, hanno scritto oggi sui social Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, deputati di Alleanza Verdi e Sinistra. Nell’incontro della settimana scorsa, la premier aveva preso altro tempo e chiamato in causa il Cnel di Brunetta. Eppure, di tempo ce n’è poco: in un Paese affamato, peggiorano i dati economici. Oggi Eurostat ha pubblicato le sue stime per il secondo trimestre 2023: se il Prodotto interno lordo dell’eurozona è cresciuto dello 0,3%, dopo il valore invariato del primo trimestre, in Italia il Pil risulta in calo dello 0,3% dopo il rialzo dello 0,6% dei primi tre mesi. Questo ci fa scivolare al penultimo posto della classifica, subito prima dell’Austria. Sul Fatto di domani torneremo a occuparci della proposta sul salario minimo. Oggi l’economista Tito Boeri l’ha definito una misura che, se valida per tutti, non solo “può migliorare le condizioni di chi già lavora ma addirittura può aumentare l’occupazione”.


SANGIULIANO (ALL’AMO DI MUSK) E LA COLAZIONE DI FERRAGOSTO. Il ministro della Cultura, che già si era distinto alla finale del Premio Strega per i libri votati che solo in seguito avrebbe “provato” a leggere, ci sta regalando altre perle. Quattro giorni fa, subito dopo l’annuncio social da parte di Elon Musk di un non meglio esplicitato duello con Mark Zuckerberg, Sangiuliano si era affrettato a offrire agli sfidanti una location epica. Ovviamente in cambio di soldi, da destinare – secondo lui, come vedremo – ad alcuni ospedali pediatrici. Concetti ribaditi fino a ieri: “Noi mettiamo a disposizione (esiste un vero e proprio tariffario, fermo restando che la priorità è la tutela e la salvaguardia) alcuni nostri siti per fare alcuni eventi, ce ne sono stati tantissimi negli anni da Pompei, al Colosseo ma anche al San Carlo di Napoli o all’arena di Verona”. Peccato, però, che abbiamo scherzato. O meglio, ha scherzato il patron di X, come lui stesso ha ammesso oggi in un tweet. “Ho scherzato su X su un combattimento con Zuck. Zuck ha poi detto ‘INVIAMI LA POSIZIONE’. L’Italia ha gentilmente offerto il Colosseo. Zuck ha rifiutato. Ho suggerito la sua casa come ‘spazio sicuro’. Tragicamente, lui stava ‘viaggiando’. C’è un posto in cui combatterà?”. Cazzeggio o meno, resta la figuraccia internazionale di un ministro che, ancora prima di capire di che si tratta, ha già ceduto un monumento a due miliardari. Lo stesso ministro che ieri, a Ferragosto, ha riunito al Mibac (a favore di telecamera) i dirigenti che aveva sorpreso in ferie per il ponte del 25 aprile. Un incontro finito con la colazione pagata da lui stesso.


INDENNITÀ, I PARLAMENTARI ITALIANI NON HANNO RIVALI IN EUROPA. Da quando Piero Fassino, deputato del Partito democratico, ai primi di agosto ha sventolato la sua busta paga in Parlamento – 4.718 euro, senza contare la diaria di 3.500 euro – sostenendo che non tratta di uno “stipendio d’oro”, l’Italia si è riscoperta, se ve ne fosse stato il bisogno, un Paese diviso da un solco economico, in cui la casta politica trova anche il tempo di piangere lacrime di coccodrillo sui propri privilegi. Ma cosa avviene nel resto d’Europa? Sul Fatto di domani leggeremo un focus che si addentra proprio sulle indennità e le buste paga dei parlamentari a livello internazionale. Il primo dato evidenziato è che i deputati del Belpaese, almeno sotto questo aspetto, non sono secondi a nessuno e sono saldamente in testa ad una ipotetica classifica, soprattutto tenendo conto dei benefit.


GUERRA IN UCRAINA, KIEV: “NON FINIRÀ IN PRIMAVERA”. G20, L’INDIA INVITA PUTIN MA NON ZELENSKY. Il conflitto è sempre più intenso e drammatico. Il canale Grey Zone, vicino alla milizia privata Wagner – la cui attività di addestramento è stata registrata ufficialmente anche in Bielorussia – diffonde un video in cui un soldato russo ferito si fa esplodere con una granata pur di non essere catturato dagli ucraini. L’Sbu, il servizio segreto civile di Kiev, rivendica alla Cnn gli attentati al ponte di Crimea effettuati con i droni marini Sea Baby, prodotti in uno stabilimento sotterraneo, senza svelarne ovviamente l’ubicazione. Gli ucraini hanno anche rivendicato il danneggiamento di sei unità anfibie russe. E a proposito di droni, mentre gli Stati Uniti chiedono all’Iran di non venderne più alla Russia, il Regno Unito ritiene che Mosca stia utilizzando in battaglia droni kamikaze di produzione propria. Le forze russe hanno proseguito i bombardamenti sia sul porto di Odessa, per colpire i silos pieni di cereali, che nella regione di Kherson, dove ci sono state vittime civili. Tutti segnali che indicano come il conflitto sia destinato a durare. Lo conferma Iryna Vereshchuk, vice premier e ministra per la Reintegrazione dei territori temporaneamente occupati: “Quanto durerà la guerra? ‘Due-tre settimane, entro la fine dell’anno, la prossima primavera’. Tutto questo non è vero. Dobbiamo prepararci a una lunga lotta”. La Nato e le frasi poco opportune sul futuro dell’Ucraina: Stian Jenssen, chief of staff del segretario generale Jens Stoltenberg, corregge il tiro – nel corso di un’intervista col giornale norvegese VG – dopo che le sue frasi su una possibile cessione dei territori da parte di Kiev in cambio dell’ingresso nell’Alleanza: “La mia dichiarazione faceva parte di una discussione più ampia sui possibili scenari futuri in Ucraina, e non avrei dovuto pronunciarla in quel modo: è stato un errore”. Sul piano diplomatico, in vista del G20 previsto il 9 e 10 settembre, l’India ha deciso di invitare il presidente russo Putin – che deve ancora confermare la presenza, seppur virtuale – ma non l’omologo ucraino Zelensky. “Abbiamo preso la decisione perché è una piattaforma focalizzata sulla crescita globale e questo deve restare al centro dell’attenzione. Il G20 non è il Consiglio di sicurezza dell’Onu, non si occupa di sicurezza” ha detto il ministro degli Esteri indiano, Jaishankar, che poi ha ricordato, per smorzare le polemiche: “Il primo ministro Modi ha incontrato Zelensky alla Cop26, poi al G7 a Hiroshima, e abbiamo buone e solide relazioni con l’Ucraina in campo economico, militare, tecnologico e di sicurezza alimentare”. Sul Fatto di domani leggeremo altri particolari sulle cronache della giornata e alcuni pareri di esperti sulla posizione della Nato rispetto ai risultati attesi, ed invece ancora deludenti, della controffensiva ucraina.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Caro voli, le compagnie si rivolgono alla Commissione Ue. Il piano del governo per contenere i costi dei biglietti aerei, almeno su alcune tratte e a determinate condizioni, continua a non piacere alle compagnie aeree. L’associazione di categoria, infatti, Airlines for Europe, ha invocato l’intervento della Commissione europea, chiedendo di chiarire se questa misura ha conseguenze sul mercato libero dell’Ue. Le compagnie inoltre esprimono il timore per quello che potrebbe “costituire un precedente” e violare i diritti di competizione e regolamentazione nel libero mercato”. Una settimana fa l’amministratore delegato di Ryanair, Eddie Wilson, a Roma per incontrare il ministro Adolfo Urso, aveva definito il provvedimento “una roba populista e di stampo sovietico”.

Migranti, sbarchi raddoppiati nel 2023: lo certifica persino il Viminale. Il ministero dell’Interno ha comunicato i dati degli sbarchi in Italia, nel dossier flussi. Il numero degli arrivi, nei soli sette mesi dall’inizio dell’anno, è pari a 101.386 persone. Un dato più che raddoppiato rispetto al 2022, dove gli sbarchi erano stati 48.940, con la percentuale di differenza destinata a crescere, con l’anno ancora in corso. Il primo paese per partenze è la Tunisia (61,34%), seguita dalla Libia (33,73%). I minori non accompagnati sono stati 10.285.

Calcio, il ritorno di Ranieri in serie A: intervista all’allenatore del Cagliari. Il campionato riparte sabato prossimo. Abbiamo intervistato Claudio Ranieri, il signore del calcio italiano, che ha riportato il Cagliari in serie A.


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