Il Fatto di domani. Il caso Santanchè è un affare di famiglia: indagati anche la sorella e il “non principe” d’Asburgo. In Francia “polizia fuori controllo”, intervista a Mélenchon

Di FQ Extra
6 Luglio 2023

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SANTANCHÈ PREPARA LA TRINCEA E INSISTE: “NESSUN AVVISO DI GARANZIA”. INDAGATA CON LA SORELLA E IL COMPAGNO. Daniela Santanchè è nella trincea difensiva, il giorno dopo l’informativa al Senato sulla malagestione delle sue società: Visibilia, Bioera e Ki group. Dalla maggioranza arriva un tiepido sostegno. Certo, la Lega con il capogruppo Riccardo Molinari si dice “soddisfatta” dell’intervento in Aula. Il ministro Urso ha ribadito “il sostegno” del governo. Ma non è un mistero il disappunto di Giorgia Meloni. Da Palazzo Chigi filtra il malumore per la linea difensiva della ministra: “Con sei avvocati è riuscita a fare questo pasticcio?”. La Pitonessa anche oggi ha ribadito di non aver ricevuto nessun avviso di garanzia. Ma alla ministra bastava leggere Il Fatto Quotidiano del 1° dicembre, per sapere di essere indagata a Milano. La procura ha imposto il segreto il 6 ottobre scorso: tre mesi dopo, gli avvocati avrebbero potuto chiedere l’accesso al registro delle notizie di reato, per scoprire che la ministra era al centro delle indagini. Insieme a lei, nel mirino delle toghe sono finite altre 5 persone con ruoli societari: la sorella Fiorella Garnero, il compagno della senatrice di FdI Dimitri Kuntz D’Asburgo, gli ex consiglieri Massimo Cipriani, Davide Mantegazza e l’ex sindaco Massimo Gabelli. Di sicuro, il caso non è chiuso e l’assedio potrebbe intensificarsi. All’orizzonte già si scorgono due mine: la mozione di sfiducia firmata dal Movimento 5 stelle e il possibile rinvio a giudizio da parte della procura di Milano. Non solo: fino ad oggi le informazioni imbarazzanti per la Pitonessa riguardavano la società Visibilia. Nuovi scandali potrebbero esplodere con le indagini della procura sulle altre due aziende della galassia Santanchè, cioè Bioera e Ki Group. Ad esempio: chi si nasconde dietro al fondo Negma (registrato alle Isole Vergini britanniche con sede a Dubai) che ha contribuito a tenere in piedi i bilanci delle società (con ricche plusvalenze) mandando a picco il valore delle azioni in borsa? Che ruolo ha giocato il presidente del Senato Ignazio La Russa, che a nome del fondo Negma ha firmato due diffide? Sul Fatto di domani approfondiremo i possibili sviluppi del caso Santanchè.


IL LASCITO DI BERLUSCONI: A MARINA E PIER SILVIO IL 53% DI FININVEST, 30 MILIONI A DELL’UTRI. Il testamento è stato aperto, le volontà sono pubbliche. Marina e Pier Silvio Berlusconi sono al comando di Fininvest, controllando il 26,54%, delle quote ciascuno (quindi il 53% dei diritti di voto insieme), mentre gli altri tre figli Barbara, Eleonora e Luigi arrivano insieme al 47%. Secondo le stime sul valore complessivo del patrimonio del Caimano (5 miliardi di euro tra società e beni mobili e immobili), fatta la ripartizione, il lascito complessivo per ogni figlio è di circa 1,5 miliardi a testa. I documenti delle ultima volontà sono tre: un testamento di poche righe datato 2006, un aggiornamento dello stesso nel 2020 e, infine, le ultime volontà rivolte ai figli in una busta non sigillata custodita non dal notaio (come gli altri due fogli) ma dalla compagna Marta Fascina, risalente al 19 gennaio 2022: “Cara Marina, Piersilvio, Barbara e Eleonora. Sto andando al San Raffaele se non dovessi tornare Vi prego di prendere atto di quanto segue…”. I testi sono stati letti in due luoghi diversi, i primi due nello studio milanese del notaio Arrigo Roveda, l’altro ad Arcore. B. ha disposto anche lasciti per 100 milioni alla compagna Fascina, con un mistero su Paolo Berlusconi. Al fratello fanno riferimento due donazioni da 100 milioni: una nel testamento consegnato al notaio e datato 5 ottobre 2020, l’altra nel testo consegnato a Fascina. Paolo Berlusconi ha precisato: “Mio fratello mi aveva anticipato in più occasioni l’intenzione di lasciarmi la somma di 100 milioni di euro”. Ma a far discutere sono soprattutto i 30 milioni per Marcello Dell’Utri, che si è detto scioccato dal gesto: “Da stamani non faccio che piangere”. Un po’ meno scioccati gli esperti della storia di B. e dei suoi movimenti in politica e non solo. Sul Fatto di domani ricostruiremo la lunga sequela di regali che Silvio ha garantito all’inossidabile “amico” Marcello, che ha scontato 7 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, accusato di aver fatto da mediatore tra Cosa Nostra e B..


“LA FRANCIA NON CONTROLLA LA SUA POLIZIA”: PARLA JEAN-LUC MÉLENCHON. Florian M., l’agente di polizia che ha aperto il fuoco durante il controllo stradale in cui è stato ucciso il 17enne Nahel a Nanterre resta in carcere. Lo ha stabilito stamattina la Corte d’appello di Versailles. Dalle cronache delle testimonianze raccolte agli atti dell’inchiesta risulta che il poliziotto accusato ha negato di aver pronunciato la frase “ti spariamo in testa”, che si sente nel video dei fatti ripreso da una passante. Florian M. ha dichiarato anzi di aver sparato proprio perché temeva che il collega venisse trascinato via dal Suv di Nahel, che stava ripartendo a forte velocità per forzare il blocco. Intanto è trascorsa un’altra notte piuttosto calma, dopo una settimana di tensioni nelle periferie. Ieri sera si sono registrati solo 20 arresti, un agente ferito e 55 incendi. Dal 27 giugno sono più di 3.600 gli arresti effettuati. Il portavoce del governo di Parigi, Olivier Véran, ha affermato che “l’ordine è stato ristabilito”. Nel frattempo i media d’oltralpe hanno dato conto di un altro ragazzo morto in seguito a un controllo di polizia (dopo quello deceduto perché colpito da un proiettile di gomma a Marsiglia due giorni fa): si chiamava Oussein Camara e aveva 19 anni. Anche lui era alla guida di un’auto e si è rifiutato di fermarsi a un posto di blocco nella città di Angouleme, Nuova Aquitania. I fatti risalgono al 14 giugno, quindi prima dei fatti di Nanterre. Il 28 giugno l’agente che ha sparato è stato incriminato per omicidio volontario e interdetto temporaneamente dalla professione. Sul Fatto di domani leggerete un nostro approfondimento sulle rivolte francesi. Leggerete un’intervista, tradotta da Médiapart, al leader storico della France Insoumise Jean-Luc Mélenchon sulla Francia impaurita dalla sua polizia e un dossier sulle armi in dotazione alle forze dell’ordine.


GUERRA IN UCRAINA, MISSILI SU LEOPOLI, CINQUE MORTI. GLI USA FORNIRANNO BOMBE A GRAPPOLO A KIEV. LA CINA: PREPARARSI AD UN CONFLITTO. Cinque morti e 36 feriti a Leopoli a causa di un attacco missilistico russo. Kiev denuncia che sono stati colpiti i civili, al contrario Mosca parla di “obiettivi raggiunti” e tramite l’agenzia Tass rivendica l’utilizzo di missili di precisione lanciati da unità navali per neutralizzare “centri di raccolta temporanei di soldati ucraini e mercenari stranieri e depositi di armi straniere”. Il presidente ucraino Zelensky oggi è stato in Bulgaria, a Sofia, ed ha incontrato il premier Nikolay Denkov. Zelensky – che domani sarà in Turchia per vedere il presidente Erdogan – ha sostenuto che la cooperazione militare con la Bulgaria sarà incrementata. Inoltre, il Wall Street Journal racconta che la Bulgaria è pronta a vendere due reattori nucleari di fabbricazione russa e altre apparecchiature strategiche alla compagnia energetica statale dell’Ucraina per 600 milioni di euro. A proposito di armamenti, il New York Times anticipa che il Pentagono annuncerà a breve il rifornimento di bombe a grappolo all’alleato. Si tratta di esplosivi controversi per i potenziali danni sui civili tanto che più di 100 Paesi – tranne Usa, Russia e Ucraina – nel 2008 hanno firmato un trattato per non produrre, utilizzarle o trasferirle. Per il Cremlino questo sostegno ulteriore degli Stati Uniti a Kiev è “un altro passo verso l’escalation”. Centrale nucleare di Zhaporizhia; i funzionari dell’Aeia non hanno trovato ordigni sui tetti della struttura ma ritengono che siano necessari altri controlli. Sul Fatto di domani leggeremo anche delle tensioni sul fronte asiatico. Il presidente Xi Jinping da un lato ha messo in guardia l’alleato Putin su un possibile utilizzo di testate nucleari – anche se il Cremlino smentisce – ma dall’altro ha sollecitato le forze armate cinesi “ad approfondire la pianificazione della guerra e del combattimento e a costruire un forte sistema di comando congiunto”. Durante un’ispezione del Comando del teatro orientale dell’Esercito popolare di liberazione, a cui spetta la gestione delle tensioni con Taiwan, Xi ha detto che “il mondo è attualmente entrato in una nuova era di turbolenze e cambiamenti, e la situazione della sicurezza del nostro Paese è diventata più instabile e incerta”.


DELMASTRO, IMPUTAZIONE COATTA PER IL CASO DONZELLI-COSPITO. Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro rischia di andare processo per rivelazione di segreto d’ufficio, riguardo alle informazioni del Dap su Alfredo Cospito, detenuto anarchico al 41 bis. Il giudice per le indagini preliminari ha deciso l’imputazione coatta per l’esponente di Fratelli d’Italia, rifiutando la richiesta di archiviazione del pubblico ministero. Ora il pm dovrà formulare una richiesta di rinvio a giudizio. Il caso era esploso il 31 gennaio, quando Giovanni Donzelli (FdI) aveva citato in Aula i colloqui in carcere dell’anarchico con esponenti di Cosa Nostra. Il meloniano aveva accusato 4 esponenti Pd (Walter Verini, Andrea Orlando, Debora Serracchiani e Silvio Lai) di “stare con terroristi e mafiosi”, per via della visita al detenuto anarchico nel penitenziario di Sassari – il 12 gennaio scorso – e dei colloqui tenuti con alcuni mafiosi. A rivelare a Donzelli le informazioni su Cospito, fu il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. Il governo e il Guardasigilli Nordio hanno sempre sostenuto che si trattasse di informazioni “divulgabili”. Si attende il verdetto dei magistrati romani.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Covid, passa nella bagarre della Camera la commissione d’inchiesta. Ha superato la votazione della Camera con 172 favorevoli, 4 astenuti e nessun contrario la proposta di legge che mira a istituire una commissione di inchiesta sulla gestione della pandemia da covid-19. Azione e Italia Viva hanno votato a favore, allineandosi alla maggioranza di governo. Il leader del M5s, Giuseppe Conte, si è scagliato contro la proposta definendo “plotone di esecuzione politico” la commissione, annunciando l’abbandono dell’Aula per il voto in segno di protesta. Duro anche l’intervento del deputato Pd, ed ex ministro della Salute durante la pandemia, Roberto Speranza: “Un tribunale politico sui governi precedenti”. Nell’intervista sul Fatto di oggi Michèle Rivasi, europarlamentare francese vicepresidente della Commissione speciale sul Covid, mette in luce le criticità e omissioni nei rapporti commerciali tra Bruxelles e Pfizer.

Procura di Napoli, patto per escludere Gratteri. Si dovrà attendere la votazione del Plenum, entro fine mese, per sapere se l’esito espresso oggi in commissione del Csm verrà confermato o ci saranno sorprese per il nuovo capo della procura di Napoli. Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro, ha ottenuto 4 voti, mentre i suoi concorrenti, Giuseppe Amato, procuratore di Bologna, e Rosa Volpe, facente funzioni nello stesso capoluogo campano, 1 voto. Ma c’è un patto per evitare che diventi procuratore. Ieri la nomina del procuratore capo di Firenze ha visto prevalere nella votazione Filippo Spiezia, gradito a Renzi.

Berlinguer querelata da Renzi dopo l’intervista al Fatto. “Mi richiedeva due servizi al giorno: uno contro i 5 Stelle e un altro contro Bersani”. Sarebbe questo il passaggio dell’intervista di Bianca Berlinguer al Fatto di oggi che ha spinto Renzi a citarla in giudizio civile e penale. All’epoca dei fatti cui si riferisce, la giornalista e conduttrice era direttrice del Tg3. Berlinguer è approdata ufficialmente a Mediaset dopo 34 anni di Rai.


OGGI LA NEWSLETTER GIUSTIZIA DI FATTO

Il mega ospedale sulla costa di Sorrento che spaventa gli ambientalisti

di Vincenzo Iurillo

C’è un progetto che spaventa amministratori e ambientalisti della costiera sorrentina. Prevede la realizzazione di un mega ospedale a Sant’Agnello (Napoli), paesino affianco alla più famosa Sorrento: cinque piani, 247 posti letto, il piazzale per gli elicotteri dell’eliosoccorso. Dovrebbe servire l’intera fascia costiera turistica, da Vico Equense a Massalubrense, Sorrento e Positano comprese. Costerebbe 65 milioni di euro, e per realizzarlo il consiglio regionale della Campania non ha esitato ad approvare una variante al piano urbanistico territoriale, lo strumento che tutela e vincola le aree di pregio paesaggistico. La dimostrazione della volontà politica di portare a termine il percorso è testimoniata da un altro dato: nel turn over dei direttori generali delle Asl, il governatore Vincenzo De Luca ha spostato Gennaro Sosto dall’Asl Na 3 (competente per la provincia di Napoli) all’Asl di Salerno, ma lasciandogli l’incarico di responsabile della realizzazione dell’ “ospedale unico della costiera”. Peccato però che l’ospedale unico – chiamato così dovrebbe prendere il posto di due datati nosocomi a Vico Equense e Sorrento – dovrebbe sorgere a circa cento metri dal luogo dove nel novembre 2021 le intense piogge del periodo provocarono una profonda voragine.

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