Il Fatto di domani. Ucraini da addestrare, i “putiniani” di Fi rompono il fronte meloniano. Ponte di Genova, Mion indagato o teste? La scelta che può far crollare l’inchiesta

Di FQ Extra
23 Maggio 2023

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GUERRA, SU ADDESTRAMENTO DEI PILOTI UCRAINI FORZA ITALIA PUNTA I PIEDI. IL CARDINALE ZUPPI: CHIEDERE LA PACE NON VUOL DIRE NON SCHIERARSI. Il tema dell’addestramento di militari di Kiev all’estero per pilotare gli F-16 resta d’attualità. Sul Fatto di domani leggeremo come l’Unione si sta già muovendo mentre in Italia restano le perplessità all’interno dell’esecutivo. Alessandro Cattaneo, capogruppo alla Camera di Forza Italia, ribadisce: serve una discussione in Parlamento. Secondo l’Alto Rappresentante dell’Ue Josep Borrell, questa attività è in corso in diversi Paesi, i più compatti sono Olanda, Belgio, Danimarca e Polonia. Sul nuovo pacchetto di aiuti militari per Kiev – European Peace Facility – che prevede 10 miliardi di spesa, è l’Ungheria ad opporsi, in virtù di una contesa con l’Ue su sanzioni che colpiscono una banca. Dal fronte arrivano aggiornamenti sull’attacco a Belgorod, in territorio russo, che i giornali di Mosca hanno attribuito alla Legione per le libertà della Russia, considerata un’organizzazione terrorista, e il Corpo dei volontari russi, che combatte con gli ucraini. Gli incursori, sostiene il Cremlino, sono stati neutralizzati. Pace, il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, oggi all’assemblea dei Vescovi italiani, ha ribadito: chiedere la pace per l’Ucraina non vuol dire evitare di schierarsi, servono sforzi creativi.


ALLUVIONE, LA PRIMA RISPOSTA DEL GOVERNO VALE 2 MILIARDI. SALVINI PROPONE “UN TEST” PER IL SUO CODICE “APPALTI FACILI”. Il governo ha approvato il decreto per l’emergenza in Emilia-Romagna. La premier e i viceministri l’hanno presentato insieme al presidente della Regione Stefano Bonaccini in una diretta Youtube da Palazzo Chigi, evitando come ormai di consueto il confronto con i giornalisti in conferenza stampa. Complessivamente il provvedimento prevede fondi per oltre 2 miliardi di euro, ha detto Meloni. 580 milioni andranno alla cassa integrazione in deroga per 90 giorni per i lavoratori delle aziende agricole colpite, 300 milioni sono per un sussidio una tantum di 3000 euro ai lavoratori autonomi. Tra le altre misure previste, la sospensione dei versamenti tributari fino al 31 agosto, un fondo di 20 milioni per la continuità didattica e poi la Farnesina ha previsto 700 milioni per le imprese esportatrici. Per Bonaccini, che era accompagnato da rappresentanze sindacali e imprenditoriali romagnole, l’esito è stato soddisfacente ma il presidente di Regione ha subito chiesto un altro decreto sulla ricostruzione e sulla nomina di un commissario: si aspetta di poter rivestire lui quel ruolo. Il governo per ora non l’ha accontentato, ma a sostenere la candidatura di Bonaccini spinge anche il Pd. I dem da un lato assicurano che non faranno ostruzionismo sull’iter del decreto in parlamento, dall’altro chiedono che, oltre al fondo europeo, si trovino altri soldi con uno scostamento di bilancio: ”Noi lo voteremmo”, dice oggi Francesco Boccia. Giovedì sarà in visita sui luoghi colpiti dall’alluvione la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen. Sul Fatto di domani vedremo nel dettaglio misure e allocazioni. In Cdm Matteo Salvini ha proposto di far entrare in vigore anticipatamente il suo codice degli appalti semplificato, che come abbiamo notato più volte vanifica i controlli sulla correttezza delle gare: “Siamo pronti a investire 1,7 milioni a favore di alcuni piccoli Comuni: si tratta di cifre che possono essere spese immediatamente”, ha dichiarato il ministro leghista delle Infrastrutture.


MELONI SI PRENDE LA COMMISSIONE ANTIMAFIA CON COLOSIMO: L’OMBRA DEI RAPPORTI CON IL TERRORISTA NERO CIAVARDINI. Malgrado la protesta dei famigliari delle vittime delle stragi, la presidente del Consiglio ha tirato dritto con la nomina della sua pupilla al vertice di Palazzo San Macuto. Nemmeno l’Aventino – con il M5s, Alleanza Verdi sinistra e Pd che hanno abbandonato i lavori – ha fermato i piani di Giorgia Meloni. Chiara Colosimo è la nuova presidente della Commissione Antimafia, nel giorno del trentunesimo anniversario della strage di Capaci. Il 23 maggio 1992 la mafia uccise Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e la scorta, sventrando con il tritolo un intero tratto di autostrada. A destare i dubbi dei parenti delle vittime delle stragi è la presunta vicinanza della deputata Fdi all’ex estremista nero Luigi Ciavardini, condannato a 30 anni per la strage di Bologna (e immortalato con Colosimo in una foto mostrata da Report su Rai3). La presidente, appena eletta, ha provato a fugare i dubbi: “Conosco Ciavardini, come lo conoscono moltissimi altri eletti di altre appartenenze politiche, poiché lui è in un’associazione che si occupa del reinserimento dei detenuti”. La Commissione conta 50 componenti, 30 sono della maggioranza: Colosimo ha incassato 29 voti (un assente tra i ranghi delle destre); le opposizioni – tranne il Terzo polo – hanno abbandonato l’aula durante l’elezione della presidente. Poi sono rientrate per eleggere i vicepresidenti – Mauro D’Attis (FI) e Federico Cafiero De Raho (M5S) – e i segretari – segretari Antonio Iannone (FdI) e Anthony Barbagallo (Pd) -. Debutta dunque la nuova Antimafia, con 8 mesi di ritardo. Come abbiamo scritto oggi, non tutti i componenti hanno il curriculum immacolato. Giuseppe Castiglione (eletto con Carlo Calenda) è imputato per corruzione perché avrebbe promesso “assunzioni al Cara di Mineo” in cambio di voti. Sul Fatto di domani vi racconteremo la giornata e le polemiche.


CROLLO PONTE MORANDI, MION ACCUSA BENETTON E CASTELLUCCI: “SAPEVANO DEL RISCHIO”. LE DIFESE: “INATTENDIBILE”. Perfino Gilberto Benetton sapeva del Ponte Morandi a rischio: è la dichiarazione al tribunale di Genova di Gianni Mion, per 30 anni l’uomo di fiducia al vertice delle holding Edizione e Atlantia. Secondo l’ex manager, i vertici di Autostrade per l’Italia (Aspi) e di Atlantia conoscevano il “difetto di progettazione”. Ne parlarono in una riunione con il fondatore del gruppo – Gilberto – e l’amministratore delegato di Aspi Giovanni Castellucci (oggi imputato). Un incontro “memorabile”, per Mion, che partecipò “terrorizzato” ma silente: “Avrei dovuto fare casino, ma non l’ho fatto. Forse perché tenevo al mio posto di lavoro”, ha ammesso in udienza. Parole che potrebbero mettere nei guai l’imputato Castellucci. Oggi gli avvocati hanno rispedito al mittente ogni accusa: “Le dichiarazioni di Mion sono risultate del tutto prive di riferimenti oggettivi e riscontrabili e rese da un soggetto che all’esito dell’esame si è dimostrato inattendibile”. L’ex dirigente dei Benetton ha ammesso di non ricordare la data della riunione. Intercettato, stroncava la famiglia trevigiana come imprenditori “inadeguati, la prima come la seconda generazione”. Ma il racconto di Mion suona anche come una confessione, perciò i difensori hanno chiesto che venga subito indagato. In tal caso, tuttavia, le sua testimonianza non potrebbe essere accolta nel processo di Genova sui 43 morti per il crollo del Ponte. Sul Fatto di domani vi racconteremo tutti i risvolti e i retroscena dell’inchiesta sul Ponte Morandi.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Un ricordo di Andy Rocchelli. Nell’anniversario della morte del giornalista, il 24 maggio 2014 in Donbass, leggerete un’intervista con i genitori del reporter.

Cina, in arrivo nuova ondata di Covid? 65 milioni di casi a settimana, entro fine giugno nel Paese del Dragone: è la previsione dell’epidemiologo Zhong Nanshan. La variante più diffusa è la Xbb, allo studio la produzione di due nuovi vaccini.

Lotta per il Reddito. È iniziata oggi la campagna “Ci vuole un reddito!”, per la difesa del sussidio di Cittadinanza tagliato dal governo Meloni il primo maggio, in occasione della festa dei lavoratori. La mobilitazione è organizzata da grupp9i della società civile, sindacati di base e Cgil.


OGGI LA NEWSLETTER FATTO FOR FUTURE

Al festival di Cannes la “Palma d’oro” del greenwashing

di Riccardo Antoniucci

Per compensare le emissioni di CO2 generate dai viaggi e dall’ospitalità delle star, la direzione del festival di Cannes finanzia con centinaia di migliaia di euro di progetti ecologici in tutto il mondo. Ma l’investimento più costoso è per acquisto di crediti carbonio di un progetto in Zimbawe che è stato criticato. “Il primo festival del cinema attento all’ambiente”. Così, da due anni si rappresenta Cannes, la rassegna cinematografica più importante d’Europa in corso fino al 27 maggio. È stata la direzione artistica di Thierry Frémaux a imprimere la svolta, nel 2021, e oggi vanta di aver raccolto in due anni oltre 1.340.000 euro per l’ambiente, devoluti in decine di progetti di compensazione nazionale e internazionale delle emissioni di Co2. Un discreto budget formato trattenendo 20 euro da ogni singolo biglietto acquistato (90 euro). Tra la realtà e la sua rappresentazione, però, la distanza è spesso molto grande.

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