Il Fatto di domani. In Sicilia Meloni sceglie Schifani, l’imputato che Riina considerava “una mente”. Gatti, ghigliottine e alberi: i simboli di una campagna tutta da ridere

Di Il Fatto Quotidiano
12 Agosto 2022

MELONI HA SCELTO L’IMPUTATO SCHIFANI PER LA GUIDA DELLA SICILIA. Sul tavolo della leader di Fratelli d’Italia stamattina è arrivata una rosa di tre nomi, proposti da Silvio Berlusconi: Gaetano Miccichè, un esterno e poi lui, l’ex presidente del Senato fedelissimo dell’ex cavaliere dai tempi della sua discesa in campo. E Meloni ha scelto proprio Renato Schifani, senza curarsi del fatto che è imputato a Caltanissetta per violazione del segreto d’ufficio. Il procedimento è uno dei tronconi del processo ad Antonello Montante, l’ex numero uno di Confindustria Sicilia condannato a 8 anni in appello per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo al sistema informatico. Ma non solo: Schifani è stato archiviato nel 2014, dopo essere stato a lungo indagato dalla procura di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa. Quattro pentiti, tra cui Gaspare Spatuzza, lo accusavano di essere “l’uomo di congiunzione tra Stato e cosche”, Totò Riina lo stimava e lo definiva “una mente”. La leader della coalizione di centrodestra se l’è comunque fatto andar bene, dopo aver incassato il ritiro dell’uscente Nello Musumeci e dopo aver detto no alla candidatura di Stefania Prestigiacomo. Schifani è la figura con la “maggiore valenza istituzionale e al di sopra delle beghe di partito”, ha commentato Ignazio La Russa, che ha avuto l’onore dell’annuncio. Sul Fatto di domani ripercorreremo non soltanto le tappe della carriera politica dell’ex avvocato palermitano, ma anche – con il nostro Marco Lillo – quelle delle inchieste a suo carico e dei suoi legami. Intanto vogliamo ricordare le sue stesse parole, che non hanno bisogno di commenti: “Forza Italia è stato un partito che il contrasto alla criminalità organizzata lo ha portato avanti con i fatti. Se c’era un uomo che meritava l’Oscar alla legalità e all’antimafia, quell’uomo doveva essere Silvio Berlusconi”.

PRESIDENZIALISMO ALLA B., UN PO’ BOUTADE UN PO’ EVERSIONE. Silvio Berlusconi senza freni stamattina a Radio Capital: “Il presidenzialismo esalta la democrazia. Se entrasse in vigore, Mattarella dovrebbe dimettersi, poi magari potrebbe essere eletto di nuovo”, ha sostenuto, annunciando poi l’ennesimo condono e ribadendo di voler puntare sulla flat tax, “che alla Russia ho suggerito io”. Insomma, il Silvio dei tempi d’oro, se non fosse che le sue parole hanno generato – giustamente – un putiferio nel campo avversario. “Il fatto che inizi la sua campagna con un attacco a Mattarella e la richiesta di dimissioni dimostra che la destra è pericolosa per il Paese”, ha attaccato Enrico Letta. “Il centrodestra ha calato la maschera – le parole di Giuseppe Conte –, ammettendo che la riforma costituzionale in senso presidenzialistico di cui parla prefigura un semplice accordo spartitorio: Giorgia Meloni premier, Matteo Salvini vicepremier e ministro dell’Interno, Silvio Berlusconi primo Presidente della nuova Repubblica presidenziale”. Ma per una volta sorge il dubbio che, invece, abbia ragione Carlo Calenda (qui lo diciamo e qui lo neghiamo), quando afferma che l’ex cavaliere “non è più in sé”. Sul giornale di domani, oltre a occuparci di lui, vedremo anche che c’è una specie di ressa per la seconda carica dello Stato, quella di presidente del Senato. Per quanto riguarda, invece, il fronte centrosinistra e la mancata alleanza tra Pd e M5S (oggi una nuova chiusura da parte del segretario dem), sentiremo il sociologo Marco Revelli.

L’IMMAGINAZIONE AL POTERE. ANZI, TRA I SIMBOLI ELETTORALI. Nella bacheca del ministero dell’Interno, sono stati affissi oggi alcuni simboli dei partiti che intendono presentarsi alle elezioni del 25 settembre (anche se non tutti avranno le firme necessarie per finire sulla scheda). E tante sono le curiosità. Ai primi posti, il Partito liberale Italiano, il Maie (Movimento associativo italiani all’estero) e il Sacro Romano Impero cattolico e pacifista. Ma non mancano una ghigliottina (nel simbolo di Panzironi) e un gatto stilizzato in quello della lista “Naturalismo”. La “I” di Vita, la lista della deputata Sara Cunial, è la forma stilizzata di un corpo femminile le cui gambe sono radici e le braccia rami di un albero. Nella lista Free compare, invece, un uomo che dà un calcio a una testa di Pinocchio. Esiste persino il Partito della Follia. Sul Fatto di domani li passeremo in rassegna.

USA, CACCIA AI DOCUMENTI SEGRETI A CASA DI TRUMP. Il ministro della Giustizia americano Garland si è espresso sull’irruzione dell’Fbi avvenuta all’alba di lunedì nella tenuta di Palm Beach dove risiede l’ex presidente statunitense. Ha dichiarato di avere ordinato personalmente l’operazione in nome dello stato di diritto e della difesa della Costituzione. Una vera e propria perquisizione di oltre nove ore durante la quale gli agenti federali hanno sequestrato dalla tenuta alcune scatole di documenti top secret che il tycoon avrebbe dovuto consegnare agli Archivi di Stato una volta terminato il mandato, e che invece ha portato con sé durante il trasloco dalla Casa Bianca. Trump ha immediatamente gridato al complotto e alla “corruzione della burocrazia” di una sinistra che lo vorrebbe screditare in vista delle elezioni del 2024. I documenti contengono informazioni ad accesso riservato che potrebbero mettere a rischio la sicurezza americana o di altri Paesi: secondo fonti del Washington Post riguarderebbero proprio l’arsenale nucleare. Trump ha dichiarato di non opporsi alla pubblicazione del mandato di perquisizione, che verrà quindi diffuso a breve dall’Fbi.


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Il quarto anniversario del crollo del Morandi. Continuano i nostri articoli in vista del 14 agosto: sul giornale di domani un’intervista all’allora procuratore di Genova, Francesco Cozzi.

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