Al telefono 2 ore: così Mario Draghi ha convinto Grillo

Una telefonata allunga la vita, recitava un vecchio spot. Ma qualche volta fa nascere un governo. E potrebbe essere questo il caso, perché se Mario Draghi metterà assieme un esecutivo sarà anche per il colloquio con il fondatore e Garante dei 5Stelle, Beppe Grillo. Due ore in cui l’ex presidente della Bce ha ripetuto quanto […]

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Una telefonata allunga la vita, recitava un vecchio spot. Ma qualche volta fa nascere un governo. E potrebbe essere questo il caso, perché se Mario Draghi metterà assieme un esecutivo sarà anche per il colloquio con il fondatore e Garante dei 5Stelle, Beppe Grillo. Due ore in cui l’ex presidente della Bce ha ripetuto quanto aveva già detto a Roberto Fico e di fatto a Giuseppe Conte: “Senza i Cinque Stelle il governo non si può fare”. Impossibile, senza il primo gruppo per eletti in Parlamento. Così eccola la seconda mossa in poche ore di Draghi, nel mercoledì dove ha messo le basi per provarci. Prima l’incontro con Conte di oltre un’ora, a Palazzo Chigi. Poi la telefonata a Grillo. Quella che ha convinto il Garante a chiamare Vito Crimi, mercoledì notte: “Devi dire ai parlamentari che bisogna ascoltare Draghi, sedersi al tavolo con lui”. Ma soprattutto, lo ha spinto a richiamare Conte: “Giuseppe, serve un tuo segnale, anche al Movimento”.

Viene quasi tutto da lì, dal Grillo che “come al solito ha cambiato le carte in tavola, perché noi fino a poche ore fa eravamo in gran parte per il no” sussurra un ministro. Come nell’estate del 2019, quando il fondatore impose a Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, più che riluttanti, l’alleanza con il Pd. Ma questa volta ci è voluto prima il colloquio con l’ex presidente della Bce. Lungo e molto cordiale, assicura chi ha parlato con il Garante. “Mi è sembrato una persona molto aperta, quasi uno di noi” è arrivato a dire Grillo. Un po’ troppo, a naso.

Ma al di là dell’ottima impressione, il Garante a Draghi ha chiesto assicurazioni sui temi. Innanzitutto su quelli legati all’ambiente, e allora ecco perché ieri Conte ha fatto quel riferimento “allo sviluppo sostenibile” come cardine del programma della coalizione giallorosa. Un segnale a tutte le parti ma innanzitutto a Draghi, perché non dimentichi quale deve essere il punto di partenza. Ma Grillo e il possibile nuovo premier hanno parlato anche, e molto, di reddito di cittadinanza. E anche su questo, totem del M5S, il premier incaricato avrebbe dato garanzie. “Ha promesso che non verrà smantellato, anzi che verrà migliorato” ha (in sostanza) raccontato Grillo ai suoi. Ed è un altro punto essenziale anche per reprimere il malcontento che c’era e che tuttora si percepisce, eccome, nel corpaccione parlamentare, soprattutto in Senato. Il fondatore lo sa benissimo. Per questo nelle ultime ore ha chiamato molti parlamentari. E ha sentito Conte, anche ieri mattina.

È stato lui a spingerlo a parlare, a esporsi su Draghi. E a esortarlo a dare un segnale innanzitutto ai Cinque Stelle. “Giuseppe deve entrare con noi” ripete a vari big. A lui, all’avvocato, ha chiesto invece di parlare dritto sul nuovo governo. Di precisare che non ha alcuna intenzione di ostacolarlo. Ma anche di ricordare che l’eventuale governo Draghi dovrà avere un preciso baricentro, politico. Insomma, non potrà essere un esecutivo dove a comandare il gioco siano grisaglie non passati dalle urne, i tecnici. “Ho voglia di venire a Roma” dice Grillo agli interlocutori. e infatti ieri notte dovrebbe essere arrivato in città.

La certezza è che in queste ore è tornato centrale, decisivo. Sa che il Movimento rischia l’osso del collo in questo passaggio, e che Draghi potrebbe essere la ferita finale per un M5S già lacerato da troppe divisioni e compromessi. Non è un caso che ieri a Roma ci fosse anche, già in giornata, Davide Casaleggio, l’uomo della piattaforma Rousseau. Venuto a capire, spiegano, quante possibilità concrete abbia di partire il governo Draghi. “Ma sulla piattaforma Rousseau non possiamo votare questa volta, non possiamo concedergli questo” sibila un big a sera inoltrata.

Perché Casaleggio per parlamentari e maggiorenti ormai è persona ostile, avversario. Grillo sa anche questo. Ma ora ha la testa solo sul governo Draghi. L’ennesima strada molto stretta, per il Movimento che ignora la serenità.