Pubblicità regresso – Mercedes: anche i padri ce la possono fare

1 Luglio 2020

Della serie: anche i papà ce la possono fare… o al limite minacciano di chiamare la baby sitter. Lo spot del nuovo Glb Mercedes vorrebbe essere divertente e “paritario”. C’è un giovane padre alle prese con una figlia che potrà avere una decina d’anni e che, come molti ragazzini di quell’età, cambia spesso sport e passioni, è esuberante, indisciplinata e sognatrice. Fa, insomma, la bambina, magari un po’ viziata. Prima la scherma, poi lo skate, poi il nuoto, il pattinaggio sul ghiaccio, la cucina, il basket, la batteria: una serie innumerevole di attività cui il padre assiste praticamente impotente (anzi, in un caso addirittura si distrae con il telefonino e la figlia si fa male). Ma quella che dovrebbe essere una “normale amministrazione” della prole si trasforma in beffa quando il ricco padre (uno che si può permettere una macchina da 40mila euro e l’iscrizione a tutte quelle attività, oltre naturalmente alla villa che si intravede) in preda alla disperazione si rivolge proprio alla sua auto per minacciare la ragazzina: “Mercedes, chiama la baby sitter”. È uno scherzo? Certo, perché poi lo stesso padre porta la figlia in campeggio e tenta di montare una tenda sotto l’acquazzone. Ma non è questo il punto.

Quasi sempre sono le donne a occuparsi delle attività extrascolastiche dei figli, e quindi ben venga un padre che lo fa (e uno spot che lo riprende). Ma perché, anche nel caso di una gestione paritaria tra i genitori, reiterare lo stereotipo del papà imbranato, il cui significato sottinteso è che “le mamme lo fanno meglio”? Avete ma visto la pubblicità di una madre che si comporta così? E poi, diciamocelo, quel papà farà pure sorridere, ma per fortuna ne esistono tanti che se la cavano egregiamente. Perché allora non mostrare quelli?

Il giorno in cui gli spot non punteranno più sull’inversione ridicolizzata dei ruoli, Mercedes ci aiuterà solo a trovare parcheggio.

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