Riflessi lenti e poca efficacia. Il ritorno della Lega Araba

Oggi la riunione al Cairo sulla crisi fra Gaza e Israele, ma è difficile che scatti verso gli Stati Uniti un boicottaggio per lo spostamento dell’ambasciata a Gerusalemme

Di Rob. Zun.
17 Maggio 2018

Il segretario generale aggiunto della Lega Araba, Hossam Zaki, ha dichiarato che oggi al Cairo sarà messa a punto dagli Stati membri “una risoluzione, che verrà adottata dal Consiglio della Lega, a sostegno della resistenza palestinese e contro la decisione americana di spostare l’ambasciata a Gerusalemme”. Essendo stata organizzata su richiesta dell’Arabia Saudita – l’alleato attualmente più importante di Israele nell’area – difficilmente questa seduta cambierà le cose. Secondo il segretario generale dell’organizzazione Ahmed Aboul Gheit, la decisione di Trump è “una chiara violazione del diritto internazionale” ma sarà impossibile che le misure adottate si tradurranno in un boicottaggio degli Usa, partner stretto in ambito commerciale e militare del regno Saudita. La Lega Araba è un’alleanza di carattere politico-economico-militare che si propone di coordinare l’attività degli Stati arabi. Creata nel 1945 per iniziativa dell’Egitto, è aperta a tutti gli Stati arabi e attualmente conta 22 membri distribuiti tra Nordafrica, Corno d’Africa e Medio Oriente. Ha carattere essenzialmente politico. Di fronte alla repressione del regime siriano, la Lega araba due anni fa decise di inviare una missione per monitorare l’attuazione del piano di pace proposto al governo di Bashar al-Assad. Anche in questo caso, il suo intervento non ha modificato alcunché.

L’articolo 2 dello Statuto della Lega recita che lo scopo dell’organizzazione è quello della “stretta cooperazione” ma la disputa diplomatica e commerciale tra Qatar e il quartetto di Stati capeggiati da Ryad non è un bell’esempio di collaborazione. Questione palestinese: la Lega ha riservato una sezione all’interno dello Statuto: “L’indipendenza e l’esistenza della Palestina non possono essere messe in discussione, così come per tutti gli altri Paesi arabi”. Ma la questione palestinese infiamma il Medio Oriente dal 1948 senza che la Lega l’abbia gestita in modo minimamente credibile.

Quando David Ben-Gurion annunciò l’istituzione dello Stato di Israele nel maggio del 1948, la Lega Araba rilasciò un comunicato nel quale sottolineava che “la Palestina è un Paese arabo” e che “solo i palestinesi devono avere il diritto di determinare il loro futuro”. La Lega però non si è mai mossa per liberare neanche un metro quadrato dei territori della Palestina storica. Nel 2002, la Lega Araba ha adottato all’unanimità l’Iniziativa di Pace Saudita, che riconosceva Israele come Stato sovrano: significa che il 78% dei territori palestinesi storici occupati sin dal 1948 non è più riconosciuto dai membri come parte della Palestina.

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