Cina, lotta dei gay per esistere

IL REGIME NON LI RICONOSCE E LI REPRIME. MA PER LA PRIMA VOLTA SI ORGANIZZANO

28 Ottobre 2012

Provate a chiedere a un tassista di Pechino di portarvi in un locale gay. Scuote il capo e dice di non “sapere di cosa parli”, attribuendo l’incomprensione a una pronuncia sbagliata. Perché in Cina, i gay, non esistono. Però si conoscono tutti. Varchi la soglia del Destination, il più grande club gay della Capitale, e […]

Per continuare a leggere questo articolo
Abbonati a Il Fatto Quotidiano

Abbonati a 15,99€ / mese

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.