|
CASO ALMASRI, PIANTEDOSI “SCAGIONA” IL GOVERNO E NORDIO SE LA PRENDE CON I MAGISTRATI. SCHLEIN (PD): “GIORNATA TRISTE, MELONI PRESIDENTE DEL CONIGLIO”. I ministri Piantedosi (Interno) e Nordio (Giustizia) si sono presentati in Aula per dare informazioni sulla scarcerazione repentina di Almasri, l’ufficiale libico colpito da un mandato di cattura della Corte penale internazionale. In questo contesto, spiccava l’assenza della premier, Giorgia Meloni. Per il leader dei 5 Stelle, Conte, Meloni “è scappata come il libico”. Il ministro Piantedosi ha ripercorso le tappe di Almasri in Europa ed ha tenuto a precisare che l’ufficiale “non è mai stato un interlocutore del Governo per vicende che attengono alla gestione e al contrasto del complesso fenomeno migratorio”. Infine, il responsabile del Viminale ha ribadito ciò che aveva dichiarato in precedenza: la partenza di Almasri con tanto di volo di Stato è da attribuire alla sua “pericolosità”. Il ministro della Giustizia, Nordio, invece ha preferito colpire la magistratura; la Corte penale internazionale – criticata per aver spedito un atto in inglese e senza traduzione – “si è riunita apposta per cambiare mezza struttura del primo atto sulla base del quale avrei dovuto emettere il provvedimento. Ha cercato di cambiare perché si era accorta che aveva fatto un pasticcio frettoloso”. Poi Nordio, senza nominare il procuratore capo di Roma, Lo Voi, che ha firmato un avviso di garanzia per lui, Piantedosi e Meloni, dichiara: “Mi ha deluso l’atteggiamento di una certa parte della magistratura che si è permessa di sindacare l’operato del ministero senza aver letto le carte”. Un motivo in più, per Nordio, di ricordare che la sua riforma della giustizia deve andare avanti “fino alla fine”. Lapidaria la segretaria Pd Elly Schlein, che ha ribattezzato la premier “presidente del coniglio”: “Questa è una giornata triste per la democrazia, Nordio e Piantedosi sono venuti in Aula a coprire le spalle della premier. Ma oggi in quest’aula doveva esserci Giorgia Meloni, che invece manca di rispetto all’Aula e al paese”. Sul Fatto di domani leggerete la cronaca della giornata e una serie di approfondimenti sulle dichiarazioni rese dal governo.

IMMUNITÀ PER I PARLAMENTARI. IL CENTRODESTRA VUOLE IL RITORNO AL PASSATO, LA FONDAZIONE EINAUDI PRESENTA IL DISEGNO DI LEGGE. Quanto il centrodestra sia interessato ad un ritorno al passato lo dimostra la lista degli ospiti che si sono messi in prima fila per ascoltare la proposta della Fondazione Einaudi. Dai capigruppo al Senato, Massimiliano Romeo e Maurizio Gasparri, al sottosegretario Andrea Ostellari; per la Lega c’erano i senatori Claudio Borghi e Alberto Bagnai. La proposta è quella di una modifica dell’articolo 68 per stabilire che “nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a procedimento penale” senza l’autorizzazione della Camera di appartenenza. Giuseppe Benedetto, presidente della Fondazione l’ha definita “una iniziativa di taglio culturale, ora capiamo se si trasferirà in un percorso parlamentare” o si sceglierà un percorso di iniziativa popolare. Quale delle due strade si percorrerà, sembra assodato che il centrodestra non voglia rinunciare al progetto. Del resto, anche il ministro della Difesa, Crosetto, in una intervista al Correre della Sera ha ribadito: “In tutte le nazioni chi esercita funzioni così delicate gode, finché dura il mandato, di una protezione”. Sul Fatto di domani troverete una cronaca della giornata per sapere come è andata l’iniziativa della Fondazione, e diversi approfondimenti sull’argomento.

MEDIO ORIENTE, TRUMP VUOLE GESTIRE GAZA PER FARLA DIVENTARE LA “RIVIERA DEL MEDITERRANEO” E MANDARE VIA I PALESTINESI. IN EUROPA CORO DI NO, MA L’ULTRA DESTRA ISRAELIANA APPLAUDE. Dopo la dichiarazione del presidente americano Trump sul futuro di Gaza durante l’incontro con il premier israeliano Netanyahu – via i palestinesi che saranno accolti da Egitto e Giordania, ricostruzione affidata agli Stati Uniti per trasformare la Striscia in una “riviera” – fioccano le reazioni. In Israele l’ultra destra applaude, e i rappresentanti dei coloni chiedono al governo Netanyahu di abbracciare il piano e metterlo in pratica prima possibile. Israel Ganz, capo dell’organizzazione Yesha Council, elogia l’idea di Trump, affermando che equivale a “dichiarare la fine del sogno palestinese di distruggere Israele attraverso Gaza o di stabilire uno Stato palestinese nel cuore della terra di Israele”.Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich ritiene che il piano di Trump sia la “vera risposta al massacro del 7 ottobre” riferendosi alla strage firmata da Hamas. Dall’Europa però c’è un coro di no. Francia e Germania bocciano l’idea del tycoon. Parigi dichiara la sua opposizione “a qualsiasi spostamento forzato della popolazione palestinese di Gaza, che costituirebbe una grave violazione del diritto internazionale, un attacco alle legittime aspirazioni dei palestinesi, ma anche un ostacolo importante alla soluzione dei due Stati”. E poi, ovviamente, si fa sentire anche Hamas, secondo cui le parole di Trump “buttano benzina sul fuoco”, proprio ora che gli islamisti e Tel Aviv devono discutere la seconda fase della tregua. Sul giornale di domani leggerete le ultime novità sulle tensioni in Medio Oriente.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Non solo automotive: in piazza a Bruxelles anche i lavoratori di siderurgia, elettrodomestici e componentistica. È la prima volta nella storia: centinaia di migliaia di operai hanno manifestato oggi a Bruxelles per chiedere all’Europa un piano industriale pan-nazionale. “La deindustrializzazione non è più una minaccia, è la realtà – hanno gridato i lavoratori chiamati a raccolta da IndustriAll Europe. Dall’Italia sono arrivate le delegazioni sindacali di Stellantis, Marelli, Ilva, Beko, Versalis, e poi tante altre appartenenti alle decine di vertenze aperte. Sul giornale di domani le loro rivendicazioni e l’elenco delle crisi industriali che stanno uccidendo il lavoro in Europa.
Crollo nel cantiere Esselunga a Firenze, tre indagati. Un morto sul lavoro oggi a Genova. Il 16 febbraio 2024 il crollo di una trave provocò cinque vittime tra gli operai. Oggi tre persone sono state iscritte nel registro degli indagati, ed è stato eseguito un provvedimento di sequestro. Ma di lavoro continua a morire: stamane un lavoratore di 36 anni ha perso la vita al molo Giano di Genova dopo essere rimasto schiacciato da alcuni materiali. I sindacati hanno indetto lo sciopero immediato.
Mediterranea, anche Luca Casarini spiato con software militare israeliano. La comunicazione è arrivata da Meta alla ong il 31 gennaio: c’è anche Luca Casarini, uno dei fondatori di Mediterranea, tra i giornalisti spiati da Graphite, il software di tipo militare realizzato dall’azienda israeliana Paragon Solutions, che ha dichiarato di averlo fornito “al governo degli Usa e ad altre agenzie governative di intelligence di Paesi alleati”. “I servizi segreti italiani si avvalgono del software Paragon?”, chiede la ong in un comunicato.
|