Sentito dai pm, scorta doppia: Cairo non dà un buon segnale

La rimozione di Massimo Giletti da La7 non va sottovalutata come una mera notizia di ascolti e palinsesti. La cancellazione a sorpresa di un volto simbolo di La7 seguita da notizie infondate su pretese perquisizioni a casa sua per il pagamento di un ospite come Salvatore Baiardo (cosa mai negata da Giletti, magari non bella, […]

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La rimozione di Massimo Giletti da La7 non va sottovalutata come una mera notizia di ascolti e palinsesti. La cancellazione a sorpresa di un volto simbolo di La7 seguita da notizie infondate su pretese perquisizioni a casa sua per il pagamento di un ospite come Salvatore Baiardo (cosa mai negata da Giletti, magari non bella, ma lecita) non è cosa di tutti i giorni. Anche lo strano video di Baiardo su TikTok desta inquietudine. Baiardo (già favoreggiatore della latitanza dei boss Graviano nei ‘90 e poi profeta dell’arresto di Messina Denaro) poche ore prima della notizia di Giletti annuncia l’addio a La7, dove non lo farebbero esprimere, e il suo probabile approdo a Mediaset (chissà se accadrà).

Proviamo allora a mettere in fila alcuni fatti anche a beneficio dell’editore de La7 Urbano Cairo che magari non li conosce.

Giletti è stato sentito dai pm di Firenze che indagano sulle stragi del 1993 due volte (il 19 dicembre e il 23 febbraio) probabilmente proprio su Baiardo. Il livello della sua scorta pochi mesi fa è stato innalzato e c’è da pensare quindi che i pm di Firenze non lo tengano affatto nel mirino, come insinuato ieri su alcuni siti. Anzi. Lo ritengano attendibile.

Secondo: Giletti intendeva occuparsi di mafia e politica nelle prossime puntate. Per domenica era nel mirino della redazione l’ex sottosegretario di Forza Italia Antonio D’Alì. Poi Giletti stava pensando di alzare il tiro con una o più puntate su Marcello Dell’Utri. Il conduttore aveva preso già contatti con gli esperti della materia e stava studiando le indagini fiorentine che coinvolgono anche Berlusconi. L’ipotesi di accusa (tutta da dimostrare) relativa alle stragi del 1993 è un tabù in tv. Giletti voleva infrangerlo perché affascinato dalle potenzialità televisive del personaggio Dell’Utri.

Al Fatto risulta che Giletti si stava interessando delle informative della Dia sui rapporti di Dell’Utri con i mafiosi, alle perizie sui primi capitali in Fininvest e ai ‘generosi’ prestiti e pagamenti di Berlusconi e delle sue società a Dell’Utri e famiglia, con le immancabili intercettazioni che i nostri lettori conoscono bene, ma il pubblico della tv ignora.

Chissà cosa sarebbe andato in onda. Una cosa è certa: Urbano Cairo, senza rendersene conto, cancellando così il programma di un giornalista sotto scorta per la sua attività, che ha appena testimoniato ai pm che indagano sulle stragi e che dell’indagine stragi voleva occuparsi, non sta dando un bel segnale.