L’acqua pubblica torna ai privati. Il referendum tradito

Undici anni fa gli italiani votarono per la gestione pubblica del servizio idrico. Il ddl concorrenza cancella la volontà degli elettori e privatizza i servizi pubblici, tra i quali l'acqua

Con il ddl concorrenza voluto dal governo Draghi la gestione dell’acqua pubblica torna alla situazione pre-referendum. Le nuove norme prevedono che i Comuni diano all’Antitrust una motivazione in caso scelgano di non ricorrere al mercato. L’impatto più grande sarà nel Sud Italia, dove ci sono oltre 900 gestori cittadini e comunali.
Attraverso un racconto che tocca le due realtà di Roma, dove l’acqua è gestita da una multiservizi, e Napoli, dove invece è pubblica al 100%, scopriamo cosa cambia e quali sono le difficoltà per i Comuni a mantenere pubblici i servizi idrici. Il rischio è l’accaparramento dei servizi del Sud da parte di grandi aziende del Nord, multinazionali orientate solo a fare profitti con un bene essenziale come l’acqua.