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il Fatto Quotidiano
15 Maggio 2025
Il fatto di domani
La giornata in cinque minuti

UCRAINA, A ISTANBUL IL VERTICE SENZA LEADER: DISERTANO PUTIN, TRUMP E ZELENSKY. KIEV: “UNA FARSA LA DELEGAZIONE RUSSA”. CREMLINO: “PAGLIACCIO”. Putin non si è presentato, Lavrov neppure, Trump è rimasto a Doha (Emirati Arabi) proseguendo gli incontri nei Paesi del Golfo. Alla fine neppure Zelensky è andato a Istanbul in Turchia, per discutere di un cessate il fuoco tra Russia e Ucraina con il presidente Erdogan. Un vertice iniziato nel peggiore dei modi. Quando è apparsa chiara l’assenza di Putin, con negoziatori russi di secondo livello, Zelensky è sbottato: una delegazione “decorativa” che “sembra più una farsa, una messa in scena teatrale, che una cosa seria”. Durissima la risposta della portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova: “Chi usa la parola ‘farsa’ è un pagliaccio, un fallito, una persona con un’istruzione del tutto sconosciuta rispetto a persone che non hanno solo un’istruzione di base, ma anche titoli accademici, meriti verso la patria, che con il proprio lavoro hanno dimostrato il loro livello di professionalità. Ma chi è lui?”. Un modo per ribadire come Zelensky non sia l’interlocutore del Cremlino. La delegazione russa è composta dagli stessi negoziatori incaricati per i colloqui di Istanbul nel marzo 2022, con il suo consigliere (ex ministro della Cultura) Vladimir Medinsky e il vice ministro degli Esteri, Alexander Fomin. In un clima già arroventato, gli incontri sono stati spostati a stasera e domattina su richiesta della Turchia. Ma intorno alle 16 non era ancora previsto un incontro tra Russia e Ucraina. Zelensky chiede una “tregua incondizionata di 30 giorni” (sostenuto da Ue e Trump), Putin ha rifiutato temendo il riarmo di Kiev. Mosca chiede i 4 territori occupati e lo stop all’invio di armi in Ucraina. Ma senza Trump e Putin al tavolo, impossibile ogni accordo. Non accadrà “nulla” tra Russia e Ucraina “finché io e Putin non ci incontreremo”, ha dichiarato il presidente Usa. Certo, “potrei andare in Turchia domani se procedono i negoziati”. Sul Fatto di domani vi racconteremo la diplomazia per il cessate il fuoco in Ucraina.


SPESE MILITARI, TAJANI: “L’ITALIA HA RAGGIUNTO IL 2% DEL PIL, ORA VOGLIAMO IL 5%”. La dichiarazione del ministro degli Esteri è giunta a margine del vertice Nato in Turchia, nella località di Antalya. Adesso si apre una nuova fase, per arrivare al 5% come chiesto dagli Stati Uniti di Donald Trump. Un documento con il dettaglio delle misure è già stato consegnato ieri sera al segretario generale Mark Rutte, nel corso della cena di lavoro. Ma l’annuncio ufficiale di Giorgia Meloni arriverà al vertice dell’Aja dal 24 al 26 giugno. Nella corsa al riarmo europeo dunque l’Italia vuole essere in prima fila. Non solo armi, anzi Tajani ci tiene a fare lista della spesa per non passare da guerrafondaio: “infrastrutture cibernetiche, portuali, aeroportuali, ferroviarie e autostradali servono per garantire la sicurezza. Ma anche gli ospedali in grado di curare ed accogliere la popolazione civile in caso di attacco NBC (ovvero nucleare-chimico-batteriologico)”. E poi le “forze dell’ordine, perché se c’è un attacco terroristico chi se ne occupa?”. Sembra essere passata la linea del ministro leghista Giancarlo Giorgetti: contabilizzare anche le spese non strettamente militari. Come le pensioni per il personale dell’esercito, le spese per la guardia costiera, la Guardia di Finanza nel bilancio del Mef. Non è detto che la Nato sia d’accordo. Ma anche la Lega potrebbe eccepire rispetto alla volontà del governo di accelerare sulla spesa militare. Sul Fatto di domani parleremo di riarmo e dei conflitti nel centrodestra.


CROLLO DELLA FUNIVIA DEL FAITO, TRA I 25 INDAGATI ANCHE IL PRESIDENTE DELL’EAV. Venticinque persone, tra cui anche Umberto De Gregorio, il presidente dell’Eav, l’ente che gestisce l’impianto, sono state iscritte nel registro degli indagati dalla Procura di Torre Annunziata nell’ambito delle indagini sulla tragedia della funivia del Faito, costata la vita a quattro persone. Agli indagati, che inizialmente erano solo quattro, viene contestato il reato di omicidio colposo e lesioni colpose in concorso e “condotte omissive” in relazione “alle attività di progettazione, manutenzione, controllo verifica, vigilanza, ispezione” dell’impianto. Nella caduta della cabina, lo scorso 17 aprile, morirono il dipendente dell’Eav Carmine Parlato, la giovane turista israelo-palestinese Janan Suliman, i coniugi Elaime Margaret e Graeme Derek Winn. Il fratello di Janan, Thabet Suliman, è rimasto invece gravemente ferito. “Confermo la mia assoluta fiducia nella giustizia, sono sereno, e confermo la massima collaborazione agli organi inquirenti. Sono al mio posto di lavoro, come sempre”, ha scritto sui social De Gregorio. Tra gli indagati anche due ingegneri dell’Ansfisa, l’agenzia ministeriale preposta ai controlli, e diversi responsabili delle aziende che hanno effettuato rifacimenti e manutenzioni sull’impianto. La lista di persone nel mirino di investigatori e inquirenti si è allargata in vista del conferimento dell’incarico a un consulente tecnico per accertare le cause della rottura della fune traente e il conseguente sgancio di una delle due cabine.


LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE

Gentiloni lobbista a 30mila euro annui per la società di consulenza Ambrosetti. L’ex commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, ha iniziato a lavorare come relatore e consulente per la European House Ambrosetti, una società di consulenza con sede a Milano. Percepirà una retribuzione piuttosto modesta di 30.000 euro per un contratto annuale. Lo ha rivelato Euractiv. Il comitato etico dell’Ue ha stabilito che poteva farne parte, avvertendo che il suo incarico europeo “molto probabilmente” andrà a vantaggio del suo nuovo datore di lavoro.

Commissariata una società del gruppo Valentino: “Caporalato negli opifici cinesi”. Stanze dormitorio, ragazze cinesi che iniziano a lavorare per la cucitura e l’incollaggio pelli prima delle 8 e dopo le 19 continuano ancora, lavoratori in nero che “dormono e mangiano al piano superiore”. Sono passaggi delle testimonianze raccolte all’interno degli opifici al centro degli accertamenti per caporalato dei carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro e del pm Paolo Storari, che oggi hanno portato la Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano a disporre l’amministrazione giudiziaria per la Valentino Bags Lab, società del marchio della moda, per omesso controllo, ossia per aver agevolato questi comportamenti nella filiera produttiva. La Valentino Bags Lab non è indagata, ma i giudici della sezione hanno accolto la richiesta del pubblico ministero Paolo Storari di nominare un amministratore giudiziario.

Femminicidio a Civitavecchia: un uomo uccide la compagna e si costituisce. Un’altra donna trovata morta sul litorale romano. Un 54enne si è presentato intorno alle 14 alla stazione dei carabinieri per consegnarsi dopo aver accoltellato la compagna di 46 anni. La donna è stata trovata nell’androne di casa con diverse ferite di arma da taglio. Ed è stata uccisa con 15 coltellate anche la sessantenne trovata morta stamattina nel suo appartamento in un villino di Fregene. Sequestrata a poca di stanza dall’abitazione l’auto della donna trovata fuori strada e con il finestrino abbassato. Gli inquirenti hanno ascoltato il figlio della donna e la compagna di lui: sembra che in famiglia vi fossero da tempo questioni legate all’eredità.

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