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il Fatto Quotidiano
21 Gennaio 2025
Il fatto di domani
La giornata in cinque minuti

L’EUROPA LASCIATA SOLA (E CON I DAZI) DAGLI USA. VON DER LEYEN RISPONDE A TRUMP, MA IL VECCHIO CONTINENTE ADESSO HA PAURA. “Siamo entrati in una nuova era di dura competizione geostrategica” e per questo “l’Europa deve cambiare marcia”: all’indomani del discorso di insediamento di Donald Trump e degli auguri di rito, la presidente della Commissione europea sa che la battaglia con gli Stati Uniti sarà impari. Parlando al Forum economico di Davos, Ursula von der Leyen si è rivolta al presidente americano ricordandogli che “non è nell’interesse di nessuno rompere i legami nell’economia globale”. Mentre Trump annuncia dazi (se l’Europa vuole evitarli, deve comprare più energia dagli Stati Uniti), von der Leyen si dice pronta “a negoziare” con la nuova amministrazione statunitense, ma sa pure che bisogna correre ai ripari e lasciare aperte tutte le porte: per questo annuncia che il suo prossimo viaggio sarà in India (“la più grande democrazia e il più grande Paese del mondo”) e auspica una relazione “più equilibrata” con la Cina. “Le regole di ingaggio tra le potenze globali stanno cambiando. Non dovremmo dare nulla per scontato”, ha spiegato. Eppure, per quanto l’Europa possa decidere di cambiare passo, il gap con gli Stati Uniti è enorme: lo è da un punto di vista tecnologico (basti pensare ai satelliti di Elon Musk), lo sarà ancor più da quello energetico, considerando che il nuovo presidente ha annunciato la fine del New Green Deal e la ripresa delle trivellazioni. Così come, almeno stando al discorso di ieri, a farne le spese sarà anche l’industria europea dell’auto. Sul Fatto di domani analizzeremo le ripercussioni sul Vecchio Continente dei primi ordini esecutivi e delle intenzioni di Donald Trump.


LA PACE IN STAND-BY: UCRAINA LONTANA DALLE PREOCCUPAZIONI TRUMPIANE. CROSETTO IN AULA AMMETTE CHE LA RUSSIA STA VINCENDO. In campagna elettorale, aveva assicurato di poter mettere fine alla guerra in Ucraina entro 24 ore dall’insediamento. Ora Trump sa che ci vorrà un po’ più di tempo, ma continua a mostrare ottimismo: “Cercheremo di farlo il più velocemente possibile. La guerra con l’Ucraina e la Russia non avrebbe mai dovuto iniziare – ha dichiarato ai giornalisti nello Studio Ovale –. Senza un accordo, Putin distruggerà la Russia. Zelensky mi ha detto che vuole un accordo”. Il presidente ha ribadito che parlerà molto presto con l’omologo russo, anche se non sa ancora quando. Il Cremlino oggi ha risposto che i preparativi per l’incontro non sono ancora cominciati. Di Ucraina ha parlato anche von der Leyen, ribadendo che la posizione dell’Europa non cambia: “La sosterremo per tutto il tempo necessario”. “Adesso non è nemmeno certo se l’Europa avrà un posto al tavolo quando finirà la guerra in Ucraina. Donald Trump ascolterà l’Europa o negozierà con la Russia e la Cina senza l’Ue?” ha punzecchiato, dallo stesso Forum di Davos, il presidente ucraino Zelensky. L’Italia, invece, è alle prese con i soliti dilemmi. Il ministro Crosetto ha riferito al Senato sulla proroga dell’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari a Kiev, ma di fatto ha confermato che la Russia sta vincendo la guerra: “L’iniziativa ormai è stabilmente in mano alle truppe russe, impegnate soprattutto nei settori orientali dell’Ucraina. Le forze di Mosca avrebbero sotto controllo circa 108mila kmq di territorio ucraino, per capirci pari a tutta l’Italia settentrionale, il 18% dell’Ucraina”. M5S e Avs hanno presentato due risoluzioni simili che chiedono di interrompere l’invio di armi e “opporsi a ogni ipotesi di rimozione delle restrizioni sull’uso delle armi donate dai Paesi dell’Ue al governo ucraino”. A Montecitorio, si è svolta invece un’assemblea dei gruppi Pd con Elly Schlein. La linea è la stessa di sempre: sostegno a Kiev, con richiesta al governo e all’Ue di costruire “con più forza” un percorso di pace. Sul giornale di domani, leggerete la posizione del ministro Crosetto e i mal di pancia interni ai dem.


ALTRO CHE TREGUA, IN CISGIORDANIA SI MUORE: ISRAELE LANCIA L’OPERAZIONE “MURO DI FERRO”. Almeno otto palestinesi sono morti e altri 35 sono rimasti feriti nel raid che ha avuto inizio stamattina a Jenin, in Cisgiordania. Ad attaccare sul campo sono insieme l’esercito e i servizi segreti dello Shin Bet, perché l’operazione – sostiene Israele – mira a colpire i gruppi militanti islamisti locali. Per il premier Netanyahu è “un altro passo verso il raggiungimento dell’obiettivo che ci siamo prefissati: rafforzare la sicurezza in Giudea e Samaria”, il nome che con cui la destra chiama la West Bank, rivendicandone l’appartenenza a Israele. Immediata la reazione di Hamas, che ha lanciato un appello “all’escalation in Cisgiordania in tutte le sue forme per far fronte al terrorismo dei coloni e di Israele. Chiediamo la mobilitazione generale e lo scontro contro la diffusa aggressione dell’occupazione a Jenin e il sostegno dei combattenti della resistenza per affrontare l’oppressione sionista”. L’operazione israeliana dovrebbe durare diversi giorni e impiegherà molti uomini. Intanto il Capo di Stato Maggiore dell’Idf, Herzi Halevi, ha comunicato al ministro della Difesa Israel Katz la sua intenzione di dimettersi il prossimo 6 marzo, dopo aver dopo aver “riconosciuto la mia responsabilità per il fallimento delle Idf il 7 ottobre. Sul Fatto di domani vedremo quanto questo raid rischia di mettere in discussione la tregua.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Consulta, Giovanni Amoroso è il nuovo presidente. Eletto all’unanimità da una Corte non nel plenum del suo Collegio, ma al minimo legale per poter deliberare, con 11 giudici su 15, Amoroso prende il posto Augusto Barbera, che ha terminato il suo incarico lo scorso 21 dicembre. “Non ci sono linee programmatiche da esporre. La Corte è un organo profondamente collegiale. C’è da ricordare che la bussola nell’attività della Corte è la Costituzione”, ha affermato Amoroso, che poi ha parlato di autonomia differenziata, all’indomani della bocciatura del referendum: “Occorre che il legislatore intervenga e determini i criteri per i Lep” che sono il “pilastro su cui si regge la legge 86” che “è stato investito dalla pronuncia di incostituzionalità”.

Treni, Salvini riferisce alla Camera. Finalmente, dopo tutti i ritardi e i disagi che hanno colpito i passeggeri negli ultimi mesi, il ministro dei Trasporti si è deciso a riferire al Parlamento, oggi alla Camera domani al Senato. Sul giornale di domani leggerete quali sono state le sue spiegazioni.

Addio al critico d’arte Luca Beatrice, aveva 63 anni. L’ex presidente del Circolo dei lettori di Torino attualmente ricopriva la carica di presidente della Quadriennale di Roma 2025. Era stato ricoverato alle Molinette di Torino a seguito di un improvviso malore.


OGGI LA NEWSLETTER FATTO FOR FUTURE

Los Angeles e non solo: volatilità idroclimatica, cos’è e perché dovrebbe preoccuparci

di Elisabetta Ambrosi

Fluttuazioni sempre più improvvise e frequenti tra condizioni meteorologiche insolitamente secche e condizioni molto umide, con conseguenze pesanti e difficili da gestire. Gli esperti definiscono questa condizione “volatilità idroclimatica” e proprio su questo tema cruciale, e sul suo legame con il riscaldamento antropico, si concentra un importante saggio, a cura di un gruppo di scienziati, uscito da poco su “Nature”. Lo sintetizza il climatologo Luca Mercalli: “Si passa sempre più frequentemente da un estremo all’altro. A un evento ne segue un altro di segno opposto, manca un periodo di transizione di un clima normale”. Gli impatti della volatilità idroclimatica sono più gravi di quelli associati a siccità o eventi alluvionali isolati.

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