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il Fatto Quotidiano
4 Luglio 2025
Il fatto di domani
La giornata in cinque minuti

GUERRA RUSSIA-UCRAINA: MOSCA BOMBARDA KIEV, TRUMP SI DICE “DELUSO” DA PUTIN E DIALOGA CON ZELENSKY. I DUE HANNO PARLATO DI COME RAFFORZARE LA DIFESA AEREA. La Russia ha lanciato 550 droni e 11 missili sull’Ucraina durante la scorsa notte. Per le autorità di Kiev è l’attacco più massiccio che ha subito la capitale. Il sindaco Vitali Klitschko ha fornito un bilancio provvisorio: 23 feriti e diversi edifici residenziali danneggiati. Le difese aeree ucraine hanno abbattuto 270 ordigni, compresi 2 missili da crociera. La Russia sostiene di aver preso di mira obiettivi militari, tra cui fabbriche di droni. Sul lato diplomatico, il presidente Trump, dopo aver espresso la sua delusione rispetto alla conversazione avuta con il presidente Putin, ha avuto un confronto con l’omologo ucraino Zelensky. Secondo diverse fonti i due sono stati 40 minuti al telefono ed hanno discusso anche di come rafforzare la difesa aerea, dunque di sbloccare gli invii di armi verso Kiev. Stesso tema ha affrontato Trump con il cancelliere tedesco Merz. Il Regno Unito ospiterà giovedì 10 luglio un nuovo vertice in videoconferenza della “coalizione dei volenterosi”, l’alleanza informale di oltre trenta Paesi occidentali che sostengono l’Ucraina. L’iniziativa avverrà a margine del summit franco-britannico alla presenza del presidente Emmanuel Macron e dal premier britannico Keir Starmer. Anche la premier Meloni dovrebbe partecipare al meeting. Sul Fatto di domani leggerete altri particolari sul conflitto nell’Est e sulle possibilità di giungere ad una tregua.


REALIZZARE IL PONTE SULLO STRETTO COME SPESA MILITARE. BONELLI (AVS) AL GOVERNO: “NON RIENTRA NEI CRITERI DELL’ALLEANZA”. Aver accettato di portare la spesa militare al 5% del Pil entro pochi anni impone all’Italia alcune scelte. Da giorni si vocifera che una di queste potrebbe essere classificare la realizzazione del Ponte sullo Stretto come infrastruttura militare, per agevolare la viabilità di uomini e mezzi. Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde ha presentato una interpellanza dove sottolinea: “Dovrebbe essere rifatta la progettazione e la presidente Meloni non potrebbe portare al Cipess l’approvazione di un’opera che è stata progettata come opera civile”. “La Nato utilizza un’apposita e complessa classificazione dei carichi prodotti dai mezzi militari, denominata MLC (Military Load Classification), cui attenersi nella verifica dei ponti esistenti e nella progettazione di quelli da realizzare”. Bonelli inoltre ricorda che “il franco navigabile del ponte sullo Stretto è di 65 metri, mentre le maggiori portaerei del mondo hanno un’altezza di 80 metri. Questo significa che il ponte rappresenta un ostacolo al passaggio delle navi militari”. Sul giornale di domani potrete leggere maggiori elementi su questo tema.


MEDIO ORIENTE: HAMAS VALUTA SE ACCETTARE LA TREGUA NELLA STRISCIA. L’ULTIMA PAROLA A ABU SUHAIB, EREDE DI SINWAR. LA CASA BIANCA: “VEDREMO COSA ACCADRÀ NELLE PROSSIME ORE”. Attesa per la valutazione di Hamas rispetto alla tregua proposta nelle ultime ore dagli Stati Uniti. Asharq News ha evidenziato che la fazione palestinese potrebbe impegnarsi, tramite i Paesi mediatori Qatar ed Egitto, a mettere fine al contrabbando di armi, a chiudere le attività di produzione di armi nella Striscia di Gaza e a consegnare le proprie scorte affinché vengano immagazzinate in un luogo che non sarebbe sotto il controllo dei suoi miliziani. Inoltre, i fondamentalisti potrebbero accettare un esilio temporaneo per alcuni dirigenti. Tuttavia, Hamas vuole mantenere il controllo della polizia sul territorio. Secondo il New York Times, la decisione sarà presa da Izz al-Din al-Haddad, noto anche come Abu Suhaib, che ha rilevato la guida del braccio armato di Hamas dopo l’uccisione a maggio, in un’operazione delle forze israeliane, di Mohammed Sinwar. Il conflitto nella Striscia prosegue: l’esercito israeliano rivendica il controllo del 65% della Striscia; secondo le fonti palestinesi i morti oggi sono stati 41 e l’Idf conta due vittime. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani afferma di aver registrato a Gaza almeno 613 omicidi, di cui 509 presso i punti gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation, e il resto vicino ai convogli umanitari gestiti da altri gruppi di soccorso. Sul Fatto di domani potrete approfondire il tema della possibile tregua nella Striscia: lunedì il presidente americano Trump accoglierà il premier israeliano Netanyahu e potrebbe essere l’occasione per un annuncio.


LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE

Roma, esplosione nella zona Est: 45 feriti, due gravi. Sono 45 le persone ferite che sono ricoverate in nove ospedali, a seguito dell’esplosione avvenuta in un distributore di benzina, in via Gordiani 34, durante le operazioni di carico-scarico di carburante. Sei vittime sono in codice rosso: due sono ricoverati all’Umberto I, uno al San Giovanni, uno al Gemelli e due al Sant’Eugenio. Questi ultimi – si tratta del gestore del distributore e dell’autista dell’autocisterna – sono in prognosi riservata e in pericolo di vita. L’esplosione ha avuto due fasi: nella prima c’è stata una perdita di gas che ha attirato il primo intervento di polizia municipale, volanti, carabinieri e vigili del fuoco; nella seconda fase c’è stato il boato con una colonna di fumo e fiamme vista a chilometri di distanza.

Alte temperature, a Frosinone perde la vita un operaio, a Lentini (Siracusa) un agricoltore. Secondo morto in un cantiere in tre giorni, nella provincia di Frosinone. È accaduto ad Atina dove un operaio di 58 anni addetto alla realizzazione della nuova rete a fibra ottica lungo via Randolfi, ha avuto un malore e si è accasciato senza vita. L’altro episodio è stato registrato a Lentini, in contrada Serravalle: la vittima si chiamava Francesco Di Stefano, a dare l’allarme altri agricoltori.

Roma aggressione razzista su un bus urbano: quattro misure cautelari. Un cittadino libico era stato aggredito e insultato con frasi razziste, poi derubato di orologio e portafogli su un bus notturno. A distanza di oltre un anno, i carabinieri hanno eseguito quattro misure cautelari: un ventunenne è agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico e tre suoi amici, tra i 19 e i 20 anni, sottoposti all’obbligo di dimora con divieto di lasciare l’abitazione di notte. I quattro sono indiziati, a vario titolo, di lesioni personali e furto, commessi per futili motivi e aggravati dall’odio razziale. L’episodio avvenne il 6 aprile 2024 sul bus Atac N201.

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