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MELONI AL CONSIGLIO UE PARTE DAI MIGRANTI: MA AL CENTRO CI SONO IL RIARMO, L’UCRAINA E IL MEDIORIENTE. Giorgia Meloni è arrivata all’Europa Building per partecipare al Consiglio europeo, poco prima delle 10 del mattino. Prima dell’avvio dei lavori, la premier ha partecipato ad un incontro informale sui migranti, promosso con i primi ministri di Danimarca e Paesi Bassi. Di fatto, un modo per focalizzare un tema congeniale a scapito di guerra e riarmo. Per l’Italia l’aumento della spesa bellica dal 2 al 5% entro il 2035 – deciso ieri al vertice Nato dell’Aja – vale 700 miliardi in 10 anni: un disastro per il debito pubblico italiano. Oggi i leader Ue hanno discusso del sostegno all’Ucraina e di possibili sanzioni contro la Russia. Ad oggi l’Ue ha fornito all’Ucraina quasi 158,6 miliardi di euro, di cui 59,6 miliardi di euro in sostegno militare. L’Europa vuole continuare sulla stessa strada, Trump no. Sul tavolo ci sono anche i dazi per le merci europee: l’obiettivo è raggiungere un’intesa con l’amministrazione Usa prima della scadenza del 9 luglio. Infine, la crisi in Medioriente, con Gaza ancora nel mirino di Israele già alla prese con la fragile tregua in Iran. La Spagna del socialista Pedro Sanchez, dopo aver rifiutato il 5% del Pil per le spese militari “imposto” dalla Casa Bianca e dalla Nato, preme per sanzionare Israele: “Sta violando l’articolo due, quello sui diritti mani, dell’accordo tra con l’Ue: oggi chiederò la sospensione immediata di questo accordo”. Fino ad ora, tutti i tentativi sono andati a vuoto, con la commissaria Kaja Kallas a trincerarsi dietro l’alibi dell’assenza di unanimità. Sul Fatto di domani vi racconteremo il vertice europeo e la “contabilità creativa” del governo Meloni per finanziare la Difesa. Su tutte, risuonano le parole di Papa Leone XIV: “Che la guerra porti pace è falsa propaganda. I soldi vanno ai mercanti di morte”.

IRAN, KHAMENEI RIAPPARE IN TV: “ABBIAMO DATO UNO SCHIAFFO AGLI USA, ISRAELE è STATO SCHIACCIATO”. Dopo un silenzio durato una settimana, sottolineato oggi dal New York Times, torna a farsi sentire il leader iraniano Ali Khamenei. Prima l’annuncio su X di un messaggio in tv. Poi il discorso alla nazione – il terzo dall’inizio degli attacchi israeliani – con la rivendicazione della vittoria nella guerra dei 12 giorni: “Il regime sionista è stato quasi distrutto e schiacciato sotto i colpi della Repubblica Islamica”, ha dichiarato la Guida suprema. Il leader iraniano si è scagliato anche contro gli Usa, in un comunicato scritto pubblicato dall’agenzia Iran e su X: “Le seconde congratulazioni sono per la vittoria del nostro caro Iran sul regime americano. Anche in questo caso, la Repubblica Islamica è uscita vittoriosa e, in cambio, ha dato un duro schiaffo in faccia all’America”, ha affermato Khamenei. Secondo il quale gli impianti nucleari non sarebbero affatto stati distrutti. Gli Usa “non sono riusciti a ottenere nulla di significativo” e Donald Trump avrebbe fornito un resoconto “esagerato per nascondere la verità”, dando prova della sua “capacità di dare spettacolo”. Per l’Ayatollah, gli Usa avrebbero un solo scopo, “che l’Iran si arrenda”, ma “l’Iran non si arrenderà mai”. Intanto, secondo il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Rafael Grossi, le centrifughe dell’impianto nucleare iraniano di Fordow “non sono più operative”. Mentre l’’Iran ha sospeso la cooperazione con l’Agenzia. Sul Fatto di domani faremo il punto sulla crisi in Medio Oriente e sulle reali condizioni degli impianti nucleari iraniani.

DEPISTAGGIO VIA D’AMELIO, “TINEBRA FACEVA PARTE DI UNA LOGGIA MASSONICA. A LUI FU CONSEGNATA L’AGENDA ROSSA”. L’ex procuratore di Caltanissetta Giovanni Tinebra, morto 8 anni fa e responsabile delle indagini successive alla strage di via d’Amelio, avrebbe fatto parte di una loggia massonica. Lo sostiene la procura del capoluogo siciliano che ha disposto tre perquisizioni nelle abitazioni riconducibili a Tinebra. La Procura sostiene di aver “acquisito una pluralità di elementi che hanno fatto emergere concreti indizi circa la presenza di una loggia massonica coperta a Nicosia (Enna), di cui avrebbe fatto parte anche Tinebra”. Le perquisizioni, nel corso delle quali sono stati appunto acquisiti numerosi documenti, sono state disposte per far luce sul “contesto in cui si collocarono l’ormai accertato depistaggio sulla strage di via D’Amelio e la ‘sparizione’ dell’agenda rossa” di Paolo Borsellino. A questo proposito, è stato acquisito un appunto del 20 luglio 1992 firmato da Arnaldo La Barbera, in cui si legge: “In data odierna, alle 12, viene consegnato al dr. Tinebra, uno scatolo in cartone contenente una borsa in pelle ed una agenda appartenenti al giudice Borsellino”. “Tale borsa – ha spiegato il procuratore Salvatore De Luca – sarebbe pervenuta nella disponibilità di La Barbera il 19 luglio sera e, secondo la su indicata nota, sarebbe stata consegnata nella tarda mattinata del 20 luglio ’92, con la conseguenza che La Barbera avrebbe avuto tutto il tempo di prelevare o estrarre copia della più volte citata agenda rossa”. Sul Fatto di domani tutti i particolari di questo nuovo filone d’inchiesta.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Corruzione a Napoli, 7 anni all’imprenditore Romeo. Il Tribunale di Napoli ha condannato l’immobiliarista e l’architetto Ivan Russo, suo collaboratore e dirigente della Romeo, nell’ambito del procedimento giudiziario nato dal cosiddetto troncone napoletano delle indagini del pm Henry John Woodcock che diedero vita una decina di anni fa al processo Consip. Romeo è stato condannato a 7 anni e 6 mesi; quattro anni invece per Russo. La Procura di Napoli ha contestato all’imprenditore sei ipotesi di corruzione e una di frode nelle forniture, al dirigente dell’azienda tre episodi corruttivi.
Coni, tutto in continuità con Malagò: eletto Luciano Buonfiglio. Il numero uno di Federcanoa è da oggi il nuovo presidente del Coni per il quadriennio 2025-2028. Eletto alla prima votazione, ha battuto Luca Pancalli. Il successore di Giovanni Malagò sarà quindi il suo uomo, l’erede designato che lo stesso Malagò aveva indicato come vincitore.
Prato, respinta la richiesta di domiciliari per l’ex sindaca. No alla misura cautelare degli arresti domiciliari per la sindaca dimissionaria di Prato Ilaria Bugetti, indagata per l’ipotesi di reato di corruzione nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Firenze. Sul giornale di domani il nostro reportage dalla città toscana.
Nozze di Bezos a Venezia, blitz di Extinction Rebellion: attivisti portati via dalla polizia. Nel primo giorno dei festeggiamenti per il matrimonio del miliardario, gli attivisti si sono presentati in Piazza San Marco per un’azione dimostrativa, ma sono stati trascinati via quasi subito dalle forze dell’ordine.
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