GAZA, BBC: COLPITA LA CASA DI UNA DOTTORESSA, UCCISI 9 FIGLI SU 10. AL JAZZERA: “76 MORTI IN 24 ORE”. IDF: “COLPITI OBIETTIVI MILITARI”. A GIUGNO CONFERENZA ONU SULLA SOLUZIONE A DUE STATI. Mentre cresce lo sdegno internazionale per i raid senza fine di Israele su Gaza, Netanyahu non ferma gli attacchi nella Striscia. Oggi è stata colpita la casa di una dottoressa con la morte di nove dei suoi dieci figli: è la denuncia dell’ospedale Nasser di Khan Younis, riportata dalla Bbc. Il chirurgo britannico Graeme Groom ha dichiarato di aver operato l’unico figlio sopravvissuto, di 11 anni. Già nella notte le incursioni aeree delle Idf avevano provocato 8 morti. Secondo l’emittente araba Al Jazeera, le vittime sono almeno 76 nelle ultime 24 ore. L’aeronautica israeliana rivendica i raid come legittime operazioni militari. Tra gli obiettivi – riporta il Times of Israel – una rampa per lanciare razzi verso il sud di Israele, edifici utilizzati da terroristi, tunnel e altre infrastrutture. Ma anche in patria, tra i colleghi di partito del Likud, si levano voci contro Netanyahu per la fine del conflitto: “Questa è una guerra fraudolenta – ha dichiarato Amit Halevi – Lo Stato di Israele non è in grado di sconfiggere Hamas. Dopo il 7 ottobre, la guerra a Gaza avrebbe dovuto concludersi entro due mesi”. Intanto, dopo le pressioni di Trump, tornano gli aiuti umanitari a Gaza. Ieri Tel Aviv ha autorizzato l’ingresso di 83 camion riforniti dall’Onu e dalla comunità internazionale, attraverso il valico di Karem Shalom. Gli aiuti umanitari sono stati al centro delle discussioni tenute a oggi a Parigi, tra i ministri degli Esteri saudita, egiziano, giordano e francese. Un incontro anche per preparare una conferenza internazionale all’Onu incentrata “sulla soluzione dei due Stati”. Schlein, in un’intervista al Corriere della Sera, attacca Meloni: “Da questo governo non è mai arrivata una condanna netta delle azioni criminali del governo di estrema destra di Netanyahu”. Sul Fatto di domani le ultime notizie da Gaza.

UCRAINA, PROSEGUE LO SCAMBIO DEGLI OSTAGGI: 307 PRIGIONIERI DI KIEV E MOSCA TORNANO A CASA. RAID RUSSI NELLA NOTTE, ZELENSKY: “SANZIONI SEVERE PER MOSCA”. Anche in Ucraina proseguono gli attacchi, da parte della Russia, mentre la diplomazia è al lavoro sullo scambio degli ostaggi. Oggi altri 307 ucraini sono tornati in patria: in due giorni sono state liberate 697 persone ma le trattative proseguono. Lo scambio è il frutto dell’accordo “1.000 per 1.000”, concordato la settimana scorsa durante gli incontri di Istanbul in Turchia. Anche Mosca attende il ritorno di 307 militari russi, scagionati da Kiev e ora in Bielorussia. Ma durante la notte la Federazione è tornata a colpire. Zelensky ha lanciato un nuovo appello all’indirizzo dell’Occidente per inasprire le ritorsioni contro Putin: “Solo ulteriori sanzioni contro settori chiave dell’economia russa costringeranno Mosca al cessate il fuoco, ci aspettiamo sanzioni dagli Stati Uniti, dall’Europa e da tutti i nostri partner”, ha scritto su X il presidente ucraino dopo i raid di Mosca. Secondo Kiev, 250 droni e 14 missili balistici hanno sorvolato l’Ucraina nella notte prima di essere colpiti dalla contraerea. Bilancio: 13 persone e ferito 56 civili in tutto il Paese. Danni registrati nelle regioni di Odessa, Vinnytsia, Sumy, Kharkiv, Donetsk, Kiev e Dnipro. Nella capitale, detriti e frammenti degli ordigni intercettati hanno ferito almeno 6 persone innescando due incendi nel quartiere Solomianskyi. La regione di Donetsk è stata bombardata 27 volte nelle ultime 24 ore, uccidendo 4 civili e ferendone 8, secondo le autorità ucraine. Intanto, la via diplomatica stenta. La Russia ha espresso perplessità sulle mediazione vaticana e la Svizzera sarebbe pronta ad ospitare il negoziato. L’Ucraina invece appoggia la proposta della Curia, con il presidente della Rada Ruslan Stefanchuk: “Lì si è sempre trovata una linea comune, alla fine arriva sempre una fumata bianca. Ha fatto una bellissima proposta per passare dalle chiacchiere alle trattative concrete”. Sul Fatto di domani, lo scambio degli ostaggi e le ultime dall’Ucraina.

LAVORO POVERO, CGIL: “6,2 MILIONI DI LAVORATORI DIPENDENTI GUADAGNANO 1000 EURO AL MESE. TUTTI AL VOTO PER IL REFERENDUM DELL’8 E 9 GIUGNO”. Il sindacato guidato da Maurizio Landini sprona il governo a varare misure per la crescita degli stipendi erosi dall’inflazione e dal precariato, contrastando la piaga del lavoro povero. Secondo uno studio dell’ufficio Economia della Cgil nazionale sono 6,2 milioni (35,7%) i dipendenti del settore privato che nel 2023 hanno percepito un salario inferiore ai 15 mila euro lordi annui, guadagnando nel migliore dei casi 1.000 euro netti al mese. I lavoratori pagati meno di 25mila euro lordi annui sono circa 10,9 milioni di dipendenti (62,7%). A guadagnare di meno sono le persone con contratti a termine e part time: i primi intascano in media salari lordi annuali di 10,3 mila euro; i secondi 11,8 mila euro. A far precipitare i compensi in busta paga sono anche le basse qualifiche e la discontinuità lavorativa. L’83,5% di tutti i rapporti lavorativi cessati ha avuto una durata inferiore all’anno: di questi, il 51% fino a 90 giorni. Secondo Christian Ferrari e Francesca Re David – della segreteria confederale della Cgil – per contrastare il lavoro povero “occorre azionare tutte le leve disponibili: cancellare la precarietà, rinnovare i contratti già scaduti, mettere in campo politiche capaci di invertire il declino industriale che prosegue ininterrottamente da ben 26 mesi, dire basta alla competizione di costo e puntare su una frusta salariale che favorisca una via alta allo sviluppo, approvare una legge sul salario minimo”. I due dirigenti sindacali hanno lanciato l’appello al voto per i referendum dell’8 e 9 giugno, per “rimettere al centro un lavoro stabile, ben retribuito, realmente libero e sicuro”. Sul Fatto di domani vi racconteremo di coloro che stentano ad arrivare alla fine del mese.
LE ALTRE NOTIZIE
Ferrovie verso l’accordo con Starlink, Salvini: “In sperimentazione, sarò il primo sostenitore” di Musk. Il leader leghista è intervenuto dal palco del Festival dell’economia di Trento: “Il mio interesse è garantire a chi viaggia sulle linea dell’alta velocità la connessione, lo deciderà in autonomia Ferrovie dello Stato. Se la sperimentazione andrà a buon fine sarò il primo sostenitore di un accordo con Starlink”. Il Pd accusa il ministro dei Trasporti di lavorare come sponsor del trumpiano Elon Musk. “Prima Salvini sceglie Musk per connettere via satellite i treni italiani e solo dopo viene realizzato un bando per giustificare la decisione? Chiederemo conto con un’interrogazione immediata di questa grave forzatura e dell’iter anomalo”, ha dichiarato il vicepresidente dem della commissione trasporti della Camera Andrea Casu.
Black out elettrico in Francia, ripristinata la luce. Applausi per strada a Cannes dove si assegna la Palma d’oro. È durato diverse ore il black out elettrico nella regione occidentale delle Alpi Marittime in Francia. Ma l’energia elettrica è tornata nelle 160.000 abitazioni coinvolte. Applausi per strada a Cannes, dove sabato sera è attesa l’assegnazione della Palma d’oro. I semafori sono stati fuori servizio dalle 10 di mattina, complicando la circolazione sulla rete stradale. Il procuratore del comune francese di Draguignan ha confermato l’apertura di un’indagine sulla possibilità che sia doloso l’incendio scoppiato alla sottostazione di Biançon.
Turista italiano di 28 anni rapito e torturato in un’abitazione a New York: due arresti. Il turista italiano torturato a New York è stato identificato in Michael Valentino Teofrasto Carturan, secondo quanto riportato dai media americani. Il 28enne è stato seviziato per settimane da un investitore in criptovalute, il 37enne John Woeltz, che voleva ottenere i codici di accesso ai suoi conti. Dopo essere riuscito a scappare dall’abitazione del sequestro e avvertire la polizia, è stato trasportato all’ospedale di Belleveu, dove è stato medicato e poi dimesso. Secondo quanto riferito dalla polizia, due persone sono state fermate ma ce ne sarebbe anche una terza, un uomo, che è ancora in libertà.
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