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SI SCRIVE VENTOTENE, SI PRONUNCIA SALVINI: MELONI FA INFURIARE LA CAMERA, MA HA UNA RIVOLUZIONE IN CASA. “Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia”: citando alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene (“richiamato nella manifestazione di sabato in piazza del Popolo e anche in quest’Aula”), Giorgia Meloni ha scatenato la bagarre stamattina alla Camera, durante la replica alle comunicazioni in vista del Consiglio europeo. Invece di ricordare la spinta per il superamento dei nazionalismi e in difesa della democrazia, la premier si è soffermata sulle parti in cui si parla di “rivoluzione europea socialista” e “abolizione della proprietà privata”. “Spero che tutte queste persone non lo abbiano mai letto, perché l’alternativa sarebbe spaventosa”, ha detto. In Aula è scoppiato il caos e il presidente Fontana ha dovuto sospendere la seduta. Meloni ha anche attaccato il Movimento 5 stelle, “diventato antimilitarista all’opposizione: non ho tempo per la vostra lotta nel fango”. La presidente del Consiglio, però, ha parlato in mezzo ai banchi vuoti della Lega, presente solo il ministro Giorgetti (arrivato tardi e poi sostituito dal collega Calderoli). Matteo Salvini era “giustificato” da un evento del Parlamento europeo. Ma proprio da lì il vicepremier ha mandato un messaggio chiaro alla premier: “Giorgia Meloni ha un mandato per difendere l’interesse nazionale. Non penso che quello di cui sta parlando qualcuno a Bruxelles corrisponda all’interesse italiano, e neanche all’interesse dei cittadini europei. Non so a nome di chi parlino von der Leyen e Kallas. Sembra quasi che qualcuno in Europa voglia boicottare il processo di pace virtuosamente ricominciato da Trump”. Posizione ribadita dal capogruppo del Carroccio, Riccardo Molinari: “Quale sarebbe l’emergenza del riarmo, oggi, per mettere in piedi un piano da 800 miliardi?”. Nel pomeriggio in Aula hanno parlato le opposizioni, ma Meloni era già in volo per Bruxelles. “Sfiorate l’irriconoscenza, Meloni è volata a Bruxelles, non vedeva l’ora – ha detto il leader dei 5S, Giuseppe Conte –. Ma se siede al Consiglio europeo è grazie a Spinelli, Rossi&C. Tutta l’Europa riconosce che quello è stato il progetto fondativo dell’Europa libera e democratica che abbiamo”. La Lega “ha sostanzialmente commissariato la presidente Meloni dicendo che non ha mandato per esprimersi al Consiglio Ue”, le parole della segretaria del Pd, Elly Schlein. Sul Fatto di domani vedremo che il problema la premier ce l’ha in casa, non a Ventotene.

GUERRA RUSSIA-UCRAINA, PUTIN E TRUMP SI SMENTISCONO A VICENDA SUL TEMA DEGLI AIUTI MILITARI A KIEV. IL CREMLINO: “L’INCONTRO TRA I DUE LEADER POTREBBE ESSERE IN ARABIA SAUDITA”. Il TYCOON TELEFONA A ZELENSKY: “DIALOGO MOLTO BUONO”. WITKOFF (USA) AZZARDA: “TREGUA TRA DUE SETTIMANE”. Dopo il colloquio registrato ieri fra il presidente americano Trump e l’omologo russo Putin, oggi è toccato al presidente ucraino Zelensky parlare con il capo della Casa Bianca. Quest’ultimo ha definito “molto buono” il dialogo, che è servito “per allineare Kiev a Mosca”. Sebbene ieri si sia discusso di una tregua per evitare di colpire le strutture che producono energia, questo non è avvenuto in modo completo. Anzi, sul tema degli aiuti militari americani a Kiev, Trump e Putin si contraddicono a vicenda. Per il portavoce del Cremlino, Peskov, il tema è stato affrontato durante la telefonata “ma non dovrebbe essere discusso pubblicamente”. Al contrario, Trump a Fox News ha dichiarato: “Non abbiamo parlato di aiuti, non ne abbiamo parlato affatto”. Sulla tregua, lo scambio di accuse tra Kiev e Mosca è vicendevole. Il Cremlino accusa l’Ucraina di non mostrare “reciprocità” nella cessazione degli attacchi alle infrastrutture energetiche, mentre Kiev chiede agli Stati Uniti di verificare il comportamento dell’avversario. Sul campo, la situazione per le truppe ucraine nella regione russa del Kursk è pessima. Lo stesso Putin afferma: “Le forze russe stanno completando l’operazione per cancellare le truppe ucraine nella regione di Kursk”. Sul Fatto di domani leggerete le ultime novità sul conflitto nell’Est – il Cremlino ha confermato che il faccia a faccia tra Putin e Trump si potrebbe tenere in Arabia Saudita, anche se mancano i dettagli e l’inviato americano Witkoff azzarda l’ipotesi di una tregua completa tra due settimane – con approfondimenti sul libro bianco della presidente Ursula Von Der Leyen (Commissione Ue) riguardante la difesa comune e Rearm Europe.

A GAZA SI COMBATTE, L’IDF RIPRENDE IL CORRIDOIO NETZARIM. HAMAS PRIMA PARLA DI “970 VITTIME IN 48 ORE”. POI CORREGGE: “SONO 436”. COLPITA SEDE ONU, UN MORTO. ISRAELE, RIVOLTA POPOLARE CONTRO IL PREMIER NETANYAHU PER IL LICENZIAMENTO DEL CAPO DELLO SHIN BET. “970 morti in 48 ore”. Queste le cifre fornite da Hamas, che poi ha dovuto smentire, e all’Afp ha fornito altre cifre: “I morti sono 436”. Tra le vittime c’è anche un operatore dell’Onu, che ha perso la vita dopo che una sede delle Nazioni Unite è stata centrata da una bomba, ma l’Idf nega di aver preso di mira siti istituzionali. L’esercito invece conferma di aver avviato una operazione di terra, mirata anche a riprendere il controllo del corridoio Netzarim, che divide in due la Striscia di Gaza. In Israele, centinaia di persone hanno manifestato contro il premier Netanyahu, che ha licenziato Ronen Bar, il capo del servizio di sicurezza interna, Shin Bet. Momenti di grande tensione tra manifestanti e polizia quando i primi hanno cercato di superare le barriere per raggiungere la residenza privata del primo ministro. La protesta è legata anche alla ripresa dei combattimenti: i parenti degli ostaggi ancora in mano ad Hamas – 59, di cui 35 dichiarati deceduti – ritengono che in questo modo i loro cari siano stati condannati dallo stesso governo israeliano. Netanyahu in queste ore ha anche altre difficoltà legate all’inchiesta Qatargate: gli avvocati di Eli Feldstein, ex portavoce del premier, hanno confermato oggi che il loro assistito ha ricevuto dei fondi da un imprenditore israeliano che ha affermato di aver agito come intermediario tra il Qatar e Israele. Sul giornale di domani leggerete le ultime novità sulla guerra in Medio Oriente e sulle inchieste che riguardano il premier israeliano.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Due eurodeputati italiani sospettati di aver falsificato le firme per la diaria e di aver gonfiato i rimborsi spese. Giuseppe Ferrandino – all’Eurocamera dal 2018 al 2024, ora sindaco di Casamicciola Terme (Ischia) con Azione, ma nel Pd fino al 2023 – e Fulvio Martusciello – capodelegazione di Fi al Parlamento Ue dal 2014 – avrebbero attestato la falsa presenza in aula l’uno dell’altro per accumulare la diaria di 350 euro al giorno riconosciuta dal Parlamento europeo. Lo scrive Le soir. Le irregolarità sarebbero state riscontrate da un numero di firme nel registro presenze superiore rispetto a quello degli europarlamentari effettivamente presenti: da lì sarebbe scattata l’indagine della Procura pubblica europea (EPPO) che starebbe svolgendo accertamenti anche su altri sei o otto deputati.
Incidente Eni di Calenzano, inviati gli avvisi di garanzia a 9 persone, 7 sono dirigenti. Secondo le indagini della Procura di Prato le violente esplosioni, che il 9 dicembre scorso causarono 5 vittime e 26 feriti oltre al danneggiamento delle aziende circostanti, erano un “evento prevedibile e evitabile”. Sotto inchiesta anche la società ai sensi della legge sulla responsabilità civile. I capi d’accusa sono di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni personali. La documentazione di sicurezza analizzata rilasciata ha permesso agli inquirenti di rilevare un “errore grave e inescusabile” nel proseguimento in contemporanea delle attività di carico delle autobotti e dei lavori di manutenzione delle pensiline nonostante l’alto rischio di combustione. Una pratica che, in assenza di ulteriori specifiche sulla documentazione di Eni, la Procura ha dichiarato “indistintamente comune a tutti i depositi” a livello nazionale. Secondo il procuratore Tescaroli, uno degli indagati avrebbe anche tentato di sabotare le indagini.
Turchia, arrestato Imamoglu, sindaco di Istanbul e principale avversario politico di Erdogan. Agli arresti il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, uno tra i principali avversari politici del presidente Erdogan: le accuse nei suoi confronti parlano di “corruzione e favoreggiamento dei terroristi del Pkk”. L’operazione della polizia turca ha coinvolto anche altre cento persone, compreso il giornalista Ismail Saymaz. Il sindaco aveva da poco dichiarato di voler concorrere alle elezioni presidenziali del 2028. Il governo ha vietato a Istanbul qualsiasi forma di manifestazione fino al 23 marzo, ma si sono già presentati molti dimostranti anche ad Ankara e Smirne. A Mugla ci sono stati scontri con le forze dell’ordine. Il partito d’opposizione Chp ha denunciato l’arresto di Imamoglu come “colpo di Stato contro la volontà nazionale”.
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