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MILANO E L’URBANISTICA FUORI CONTROLLO, LE CHAT SALA-BOERI. IL SINDACO (2022): “NON POSSO FAR SPUNTARE TORRI DOVE NON C’É NULLA”. L’ARCHITETTO (2023): “SE VUOI TI PORTO PROPRIETARI EX PISTE SNAI INTERESSATI A REALIZZARE STADIO”. Milano ma non solo, i magistrati della Procura che hanno avviato la maxi inchiesta con 74 indagati, tra cui il sindaco Giuseppe Sala, ritengono che l’architetto Giuseppe Marinoni, presidente della disciolta Commissione paesaggio, e figura centrale nell’indagine anche per il suo dossier patrocinato dal Comune su “Nodi e Porte Metropolitane”, guardava anche fuori confine per “avviare massicce speculazioni edilizie”. Per i magistrati è impressionante “l’analogia con la vicenda milanese”. Emergono chat tra il sindaco Sala e l’architetto Boeri, anche lui indagato. 22 febbraio 2022 Sala scrive a Boeri: “Ho fatto tutta la campagna sul tema delle rigenerazioni e non posso fare spuntare torri dove oggi non c’è nulla”. Gennaio 2023, Boeri scrive: “Settimana prossima se vuoi ti porto proprietari area ex piste allenamento Snai interessati a realizzare stadio”. Sala replica: “Ok grazie”. Primo marzo 2023, ancora Boeri: “Io arrivo oggi pom da Cairo. Quando vuoi ci sentiamo su stadio”. In attesa delle comunicazioni del sindaco in municipio, previste lunedì, l’inchiesta giudiziaria diventa battaglia politica. Il Pd continua a difendere Sala, il leader della Lega e vice premier Matteo Salvini chiama già al voto: “Sarebbe opportuno che fossero i cittadini a poter tornare a esprimersi”. Sul Fatto di domani troverete le ultime notizie sull’inchiesta milanese e sulla posizione dell’assessore Giancarlo Tancredi: nel 2021 l’Anac chiese informazioni al Comune per verificare eventuali conflitti di interesse dell’architetto, ma fu risposto che Tancredi si era messo in aspettativa prima della nomina.

GUERRA RUSSIA-UCRAINA, L’UNIONE ADOTTA IL 18° PACCHETTO DI SANZIONI: COLPITI IL PETROLIO DI MOSCA, LE BANCHE E LA FLOTTA OMBRA DEL CREMLINO. A Bruxelles gli ambasciatori dei 27 Paesi Ue hanno raggiunto un’intesa sul 18° pacchetto di sanzioni alla Russia. L’accordo include nuove misure in ambito energetico, finanziario e commerciale e l’introduzione di un meccanismo dinamico di Oil Price Cap che fisserà il prezzo del 15% in meno rispetto al prezzo medio di mercato del greggio russo: il prezzo sarà ridotto di 60 centesimi di dollaro Usa a circa 47,6 dollari al barile. Stabilito un divieto di importazione di prodotti petroliferi raffinati con greggio russo ottenuto in un qualsiasi Paese terzo (ad eccezione di Norvegia, Regno Unito, Stati Uniti, Canada e Svizzera). Inoltre è previsto un nuovo divieto di transazione relativo a Nord Stream 1 e 2 e l’inserimento di 105 nuove navi (diventano così 400) nella lista nera della flotta ombra con cui Mosca aggira le sanzioni. L’attuale limitazione sul sistema di transazioni bancarie Swift viene trasformato in un divieto totale, e l’elenco degli istituti bancari viene quasi raddoppiato inserendo altre 22 banche russe. L’Ucraina plaude, la Russia definisce queste sanzioni “illegali”. Sul giornale di domani troverete altri temi che riguardano il conflitto nell’Est.

PAPA LEONE XIV CHIEDE A NETANYAHU DI INTERROMPERE LA GUERRA A GAZA CONTRO HAMAS. IL PREMIER ISRAELIANO: “ACCORDO É VICINO”. Colloquio tra Papa Leone XIV e il premier israeliano Netanyahu. Ieri un carro armato dell’Idf ha aperto il fuoco vicino all’unica chiesa cattolica di Gaza, provocando la morte di tre civili, e il ferimento del parroco, Gabriel Romanelli. Il Pontefice ha ribadito a Netanyahu “l’appello a un rinnovato impegno per i negoziati, un cessate il fuoco e la fine della guerra”. Il primo ministro, secondo media israeliani, ha risposto che “i negoziati stanno procedendo. Siamo vicini a un accordo”. Durante la giornata però, come consuetudine, Hamas e Israele si sono rimpallati la responsabilità dei colloqui che non approdano ad una soluzione. Questa mattina il patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, e il patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme, Teofilo III, sono entrati a Gaza per portare sostegno alla parrocchia e tonnellate di aiuti alla popolazione civile stremata dal conflitto (qui le notizie in aggiornamento). In Siria, i governativi si dirigono di nuovo verso l’enclave drusa di Sweida, stavolta Israele ha dato 48 ore di tempo a Damasco per riportare la calma, prima di reagire a protezione dei drusi, come è avvenuto qualche giorno fa. Alcune organizzazioni non governative hanno chiesto l’apertura di corridoi umanitari per sostenere i civili vessati da cinque giorni di scontri. Sul Fatto di domani potrete leggere le ultime notizie sulle tensioni in Medio Oriente e interviste sul tema.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Palermo, la Procura ricorre in Cassazione contro l’assoluzione di Salvini nel processo Open Arms. La Procura ha depositato il ricorso in Cassazione contro la sentenza che ha assolto dai reati di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio il leader della Lega Matteo Salvini, per la vicenda Open Arms. Si tratta del cosiddetto “ricorso per saltum” che consente di evitare il giudizio di appello e di ottenere direttamente una pronuncia della Suprema Corte.
Firenze, incidente sulla A1, è morta anche Silvana Visconti: un’intera famiglia è stata sterminata. Non ce l’ha fatta Silvana Visconti, 37 anni, che era stata l’unica sopravvissuta dell’incidente avvenuto il 15 luglio nella galleria di Barberino di Mugello (Firenze), sull’autostrada A1. Le vittime salgono così a cinque: Mauro Visconti (69 anni) e Zoila Nydia Basulto Albuquerque (65 anni), – i genitori di Silvana – la sorella Carla Stephany Visconti (39 anni), la figlia Summer, 4 anni e il cane di famiglia. A travolgere la Fiat Panda che si era fermata sulla carreggiata è stato l’autista di un Tir che non è riuscito ad evitare l’impatto: il camionista moldavo, 56 anni è indagato dalla Procura per omicidio stradale plurimo.
Reggio Calabria, processo Rimborsopoli: sei condanne, 18 assoluzioni e due prescrizioni. Dopo più di dieci anni si è concluso il processo nato dall’inchiesta “Erga omnes”; nel 2015 furono arrestati alcuni consiglieri regionali della Calabria, accusati di irregolarità nella gestione dei rimborsi percepiti dal 2010 al 2012. La condanna più pesante, 5 anni, è stata inflitta a Luigi Fedele, ex presidente del Consiglio regionale. Cadute invece le accuse per gli altri 18 politici. Tra gli assolti “perché il fatto non sussiste”, l’ex governatore Agazio Loiero e l’ex presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Bova.
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