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ALLA CAMERA È STATA ILLUSTRATA LA MOZIONE DI SFIDUCIA VERSO LA MINISTRA SANTANCHÈ: L’OPPOSIZIONE LE GRIDA “VERGOGNA!”, LA MAGGIORANZA DISERTA L’AULA. La ministra Daniela Santanchè “non è più gradita neanche alla maggioranza e lo dimostra la ‘folta’ presenza di esponenti che dovrebbe appoggiarla in quest’aula”. Con questa battuta Vittoria Baldino (5 Stelle) ha voluto rimarcare che la ministra è stata abbandonata al suo destino proprio da compagni di partito ed alleati, quasi del tutto assenti durante la discussione sulla mozione di sfiducia, legata all’inchiesta sui conti di Visibilia, per cui Santanchè sarà a processo a fine marzo. I banchi di FI, Lega e Noi moderati erano vuoti, per la maggioranza erano presenti una dozzina di deputati FdI, tra i ministri c’era Nello Musumeci (Protezione civile): “Mi auguro che possa davvero dimostrare l’estraneità ai fatti che le contestano, io sono garantista lo sono sempre stato”. Appena si è concluso l’ultimo intervento, Santanchè si è alzata dai banchi del governo e ha lasciato l’emiciclo. Dagli scranni del M5S, si sono udite le voci di deputate e deputati che hanno gridato ripetutamente “Vergogna!”, dato che la ministra non ha replicato, come prevede invece il Regolamento. Il vicepresidente di turno, Fabio Rampelli ha cercato di riportare la calma: “Scoprite forse oggi che ci si può prenotare per la replica anche nella seduta successiva?”. Sul Fatto di domani leggerete la cronaca della giornata e alcuni approfondimenti legati all’inchiesta Visibilia.

MIGRANTI, L’ULTIMA IDEA DEL GOVERNO PER SFRUTTARE LE STRUTTURE ALBANESI: TRASFORMARLE IN CENTRI PER I RIMPATRI. BOCCIA (PD): “SCELTA PER COPRIRE UN FALLIMENTO”. Se i centri albanesi non si possono usare per i trattenimenti dei migranti, allora potrebbero essere riconvertiti in Centri per i rimpatri (Cpr). Sarebbe questa l’ipotesi per non abbandonare le strutture di Shengjin e Gjader, rimaste vuote dopo le bocciature da parte dei giudici di primo grado e delle Corti d’appello dei trattenimenti dei migranti. Un’ipotesi di cui si sarebbe discusso in una riunione venerdì scorso tra la premier Giorgia Meloni, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e il sottosegretario di Palazzo Chigi, Alfredo Mantovano e che potrebbe prendere corpo in un nuovo decreto. Secondo questo piano, Shengjin e Gjader diventerebbero centri per gli irregolari su cui pende un decreto di espulsione. “Vedremo, andiamo avanti. Non lasceremo il lavoro in Albania”. Ha risposto così Antonio Tajani (Esteri), a chi stamane chiedeva se il governo si stava già muovendo. Francesco Boccia, presidente dei senatori del Pd stronca il progetto: “Dal punto di vista giuridico ci sembra una decisione sbagliata perché, pur andando nella direzione auspicata dalle nuove direttive Ue previste per il 2026 in tema di rimpatri, non può essere realizzata prima che queste norme entrino in vigore. Ci sembra un scelta fatta solo per coprire il fallimento del modello Albania”. Sul giornale di domani troverete altri particolari su questo ennesimo capitolo che, partendo dai migranti, ha portato in rotta di collisione governo e magistrati.

GAZA, HAMAS ANNUNCIA CHE NON LIBERERÀ ALTRI OSTAGGI SABATO PROSSIMO. ISRAELE: “VIOLAZIONE DELLA TREGUA”. I PRIGIONIERI TORNATI NELLO STATO EBRAICO RACCONTANO GLI ABUSI SUBITI. TRUMP E IL PIANO PER TRASFORMARE LA STRISCIA IN UNA RIVIERA: “I PALESTINESI NON AVRANNO DIRITTO DI RITORNO”. “Li stanno violentando, li stanno elettrizzando con i cavi. Dobbiamo dire queste cose, la gente mi guarda qui, con gli occhi sbarrati, senza capire”. Il media Haaretz ha aperto questo pomeriggio la sua pagina web riportando le frasi di Eli Shtivi, uno dei tre ostaggi che è stato liberato dai palestinesi nello scorso fine settimana; Shtivi fu catturato durante il massacro del 7 ottobre, il figlio fu assassinato e tutt’ora il corpo è trattenuto dagli islamisti a Gaza. Queste accuse rivolte ad Hamas sul trattamento dei prigionieri si riversano anche sul primo ministro israeliano Netanyahu; i parenti degli ostaggi lo accusano di aver fatto passare troppe settimane per la loro liberazione, e temono che voglia far saltare la seconda fase dei colloqui con gli islamisti. A proposito di ostaggi, Hamas oggi ha annunciato che il prossimo rilascio non avverrà sabato prossimo ed è stato posticipato “a data da destinarsi”, accusando Israele di aver ritardato il ritorno degli sfollati nel nord della Striscia e di aver bloccato il flusso degli aiuti umanitari. A sua volta Israele accusa Hamas di violare gli accordi della tregua. Intanto il presidente americano Donald Trump afferma che i palestinesi non avrebbero alcun diritto al ritorno, in base al suo piano per impossessarsi di Gaza: “No, non ce lo avrebbero, perché avranno alloggi migliori” ha detto il tycoon durante una intervista a Fox News. Sul Fatto di domani leggerete ulteriori notizie sulla crisi in Medio Oriente.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Romania, si è dimesso il presidente Klaus Iohannis. La decisione è giunta dopo che il parlamento aveva avviato la procedura per un referendum popolare al fine di sospenderlo. Il suo mandato era in scadenza il 21 dicembre scorso, ma era stato prorogato ad interim, fino alla nomina di un suo successore, dopo il caos delle elezioni presidenziali di fine anno, con l’annullamento del primo turno da parte della Corte Costituzionale per ingerenze russe. A sorpresa, al primo turno, aveva prevalso Calin Georgescu. estremista di destra e filorusso.
Milano, nuova perizia su Diana Pifferi, condannata all’ergastolo per aver lasciato morire la figlioletta di 18 mesi. Lo ha deciso la Corte d’assise d’appello di Milano, che ha accolto la richiesta della difesa. La donna, 38 anni, è stata condannata in primo grado all’ergastolo per la morte della figlia Diana, abbandonata per sei giorni e lasciata morire di stenti, a soli 18 mesi.
Brescia, dieci medici indagati per la morte di una neonata. La Procura ha iscritto nel registro degli indagati l’équipe dell’ospedale di Desenzano dove a fine gennaio si è consumata la tragedia, durante il parto della mamma; si ipotizza il reato di omicidio colposo. Uno dei medici coinvolti, tre giorni più tardi si è tolto la vita a Trento gettandosi da un ponte; sul suicidio invece indaga la Procura trentina.
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