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il Fatto Quotidiano
6 Giugno 2025
Il fatto di domani
La giornata in cinque minuti

TRUMP TIENE MUSK ALLA LARGA: “MI CERCA MA È IMPAZZITO, NON PARLO CON LUI”. IL PATRON DI TESLA PERDE 33 MILIARDI IN UN GIORNO. Prosegue la lite tra Donald Trump e Elon Musk e può attendere la riappacificazione. Il presidente Usa ha dichiarato di “non pensare nemmeno” al patron di Tesla e di non volergli parlare “per un pò”, dopo lo scontro di ieri. “Quel poveretto ha un problema”, ha detto Trump alla Cnn. Dunque è saltata la telefonata di chiarimento annunciata in mattinata dalla testata Politico. Trump ha voluto marcare le distanze: Elon “è completamente impazzito”, ha dichiarato ad Abc news, e malgrado stia provando a contattare il presidente, lui “non è interessato”. Ieri, su X, Musk aveva aveva scritto che Trump “è nei file di Epstein”, “questo è il vero motivo per cui non sono stati resi pubblici”, giungendo alla richiesta di impeachment per l’inquilino della Casa Bianca. Oggi i democratici americani hanno raccolto l’assist del miliardario, chiedendo conferma al dipartimento di Giustizia e all’Fbi sui documenti riguardanti Trump e il finanziere morto suicida, dopo accuse di traffico sessuale e cospirazione per il traffico di minori. Intanto, il litigio è costato caro: secondo la testata Bloomberg Musk ha perso 33 miliardi di dollari di patrimonio netto in un giorno. Il patron di Tesla è ancora la persona più ricca del mondo, con un patrimonio di 335 miliardi di dollari. L’Europa, con cui i rapporti non sono mai stati idilliaci, apre alla riconciliazione: se patron di X vuole unirsi al programma Choose Europe, ideato per attrarre innovatori e ricercatori, “è assolutamente il benvenuto”, ha dichiarato o la portavoce della Commissione Ue Paula Pinho rispondendo, con un sorriso, a chi gli chiedeva se negli ultimi giorni non abbia contattato l’Ue per trasferire alcune sue imprese nel Vecchio Continente. Sul Fatto di domani leggerete la cronaca e l’analisi dei rapporti Trump-Musk.


GAZA, SOSPESI GLI AIUTI DELLA GHF E ORDINE DI EVACUAZIONE NELLA CITY. LE OPPOSIZIONI DIVISE IN PIAZZA CONTRO NETANYAHU: DOMANI LE SINISTRE, OGGI RENZI E CALENDA (CONTESTATI DALLA BRIGATA EBRAICA). Mentre a Gaza non si fermano i raid di Israele, le opposizioni italiane si dividono in piazza. Alle 18 al al Teatro Parenti di Milano è iniziata la manifestazione organizzata dai centristi Renzi e Calenda: nella notte sono apparse scritte contro lo Stato ebraico, come “Israele terrorista”. Domani a Roma sfileranno le sinistra, con la segretaria Pd Elly Schlein, il leader M5s Giuseppe Conte, i leader di Alleanza Verdi-Sinistra Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Nel capoluogo Lombardo interverranno anche esponenti dem come il senatore Graziano Del Rio e l’eurodeputata Pina Picierno, dell’ala riformista e moderata restia alle critiche verso Israele. Ma la Brigata ebraica è pronta alla contestazione con un presidio davanti al teatro organizzato da Davide Romano e Alessandro Litta Modignani: “Non sono assolutamente accettabili le equivalenze tra il premier israeliano e Hamas, che troppo spesso vengono ripetute, soprattutto da Calenda”, ha dichiarato Romano. La Brigata ebraica boccia anche la piazza di domani, perché “priva dei minimi requisiti di condanna dell’odio contro Israele e gli ebrei”. Resta un fatto: sinistre e centristi restano divisi anche su Gaza. Accuse irricevibili per Schlein: “L’accusa di non essere abbastanza netti nel combattere l’antisemitismo è davvero inaccettabile per la nostra intera storia: denunciare i crimini di Netanyahu non è antisemitismo”. Resta un fatto: le opposizioni a Meloni si dividono anche su Gaza. La segretaria dem rivendica di averci provato a tutelare l’unità, ma “ben vengano iniziative diverse, con l’obiettivo di fermare l’azione criminale di Netanyahu”. L’agenzia di protezione civile di Gaza ha dichiarato che 38 persone sono state uccise oggi da attacchi israeliani o da colpi d’arma da fuoco in tutto il territorio palestinese. Mentre 4 soldati israeliani sono morti questa mattina in un’esplosione in un edificio a Khan Younis. Intanto si è fermata la distribuzione degli aiuti da parte della Gaza humanitarian foundation, dopo gli spari sulla folla da parte dei soldati israeliani nei giorni scorsi. Sul Fatto di domani troverete le piazze italiane e il racconto dei raid.


REFERENDUM 8 E 9 GIUGNO, ANCHE L’AZIONE CATTOLICA (DOPO CARITAS E CEI) INVITA AL VOTO SU LAVORO, SICUREZZA E CITTADINANZA: “MEGLIO LA PARTECIPAZIONE”. Domenica e lunedì, l’8 e il 9 giugno, si aprono le urne per il referendum su temi decisivi: lavoro, precarietà, sicurezza e appalti, cittadinanza. La sfida è raggiungere il quorum del 50% dei votanti più uno. Un risultato difficile da raggiungere, ma le sinistre – Pd, M5s, Avs – hanno posto l’asticella al 40%. In tal caso, oltre 20 milioni di elettori si saranno recati alle urne, sfidando le indicazioni dei partiti di governo. Matteo Salvini oggi è andato all’attacco delle opposizioni: “Cosa vuol dire? Giocano al lotto? Il referendum vince se prende il 50 per cento più uno degli elettori, sotto perde. Quindi se lo vogliono usare per motivi politici gettano la maschera, non gli interessa in realtà il tema del lavoro e della cittadinanza lo usano come battaglia politica per questo non penso che raggiungeranno il quorum”. Ma molti a sinistra sono pronti a rivendicare il successo anche con il 35% dell’affluenza, perché significherebbe che circa 18 milioni di elettori si sono mobilitati. FdI, Fi e Lega hanno apertamente invitato a disertare le urne, con l’eccezione di Giorgia Meloni. La premier ha annunciato che andrà a votare, “senza ritirare la scheda”. Una formula furba ma senza senso, perché chi non ritira la scheda sarà classificato come “non votante” dai funzionari al seggio. Ma nessuno potrà accusare la premier – da sempre sostenitrice della partecipazione – di sabotare il voto. Oggi anche l’Azione cattolica ha esortato alla partecipazione politica: “Bisogna andare a votare – ha dichiarato il presidente Giuseppe Notarstefano – Non andare a votare è una delle possibilità democratiche ma per noi è meglio partecipare”. Parole giunte dopo appelli, dello stesso tenore, di Caritas e Cei. Sul Fatto di domani vi racconteremo storie di lavoratori e i dettagli della tornata referendaria.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Vasile Frumuzache, gli indizi in casa fanno ipotizzare altre vittime. Il pm ordina l’esame di 7 anni di tabulati. Vasile Frumuzache è stato aggredito nel carcere di Prato da parte di un altro detenuto, un cugino della donna scomparsa e uccisa il 1° agosto 2024, la 27enne romena Ana Maria Andrei. Ora Il 32enne romeno è ricoverato al pronto soccorso, dopo aver ricevuto sul volto olio bollente. “L’autore ha potuto agire indisturbato senza alcun controllo”, precisa in un comunicato il procuratore di Prato Luca Tescaroli, che sulla vicenda ha aperto un fascicolo. Ieri Frumuzache ha confessato il delitto di Ana Maria Andrei, ma anche della escort Denisa Maria Adas Paun, 30 anni, decapitata dopo un incontro sessuale a pagamento. La procura tuttavia sospettano l’esistenza di altre vittime, dunque è stato ordinato l’esame di sette anni di traffico telefonico.

Mosca: “Lite tra bimbi? Per noi l’Ucraina è un conflitto esistenziale”. “È una questione dei nostri interessi nazionali, una questione della nostra sicurezza, del nostro futuro e del futuro dei nostri figli, il futuro del nostro Paese”. Così il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha reagito alle parole del presidente americano Donald Trump, che ieri aveva paragonato Russia e Ucraina a due “ragazzini che litigano al parco”.

Stellantis, lo stipendio del nuovo ad Filosa con i bonus può arrivare a 24 milioni. Per gli operai aumenti di 140 euro. Lo stipendio base del manager sarà di 1,8 milioni di dollari, ma tra bonus in contanti e incentivi in azioni la cifra può lievitare di 13,5 volte. Tra i benefit accessori aereo aziendale e servizio di sicurezza. Le cifre sono contenute nei documenti allegati alla convocazione dell’assemblea straordinaria dei soci in programma il 18 luglio che nominerà Filosa e approverà quindi anche il suo contratto. Per gli operai paga base viene incrementata del 6,6%.

Roland Garros, Musetti vince il primo set e si ritira al quarto: Alcaraz in finale. Il tennista italiano si è ritirato all’inizio del quarto set nella semifinale al Roland Garros, sul punteggio di 4-6, 7-6, 6-0. 1-0 per Carlos Alcaraz. Lo spagnolo è il primo finalista.

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