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ROMA, MAREA UMANA ALLA MANIFESTAZIONE PER GAZA: “UN MILIONE DI PERSONE IN PIAZZA”. Mentre la testa del corteo arrivava in via Merulana a pochi passi dalla meta di San Giovanni, i manifestanti già esultavano. “Stiamo bloccando tutto. La coda è ancora a Piramide, siamo oltre 600mila persone”, ha annunciato intorno alle 16,15 Maya Issa, la presidente del movimento degli studenti palestinesi. Un serpentone umano di quasi 4 chilometri si snodava per le vie della Capitale, tanto da correggere il tiro poco dopo: secondo gli organizzatori ha sfilato un milione di persone. Dopo lo sciopero generale di ieri, oggi a Roma è stato il giorno della manifestazione nazionale nel nome di Gaza, della Palestina e degli attivisti della Flotilla. Gli attivisti si sono radunati a Piazzale Ostiense, con i movimenti pro Pal giunti da tutta Italia. Si sono uniti anche gli studenti liceali e universitari della Capitale. Un affluenza talmente vasta da indurre le autorità a chiudere la fermata della metro Piramide. Il corteo è partito intorno alle 14,50 verso San Giovanni. Una lunga bandiera della Palestina è stata srotolata tra il camion e il cordone in testa al corteo, tra cori come “Stop genocide”, “free Palestine”. Un cartello chiamava in causa Meloni, rea di aver aveva sminuito lo sciopero di venerdì come un pretesto per non lavorare: “a Gaza niente weekend lungo, pranzo con i nonni, pastarelle”. Anche oggi la premier ha tuonato contro i manifestanti, dopo l’imbrattamento della statua di Papa Wojtyla in piazza dei Cinquecento, di fronte l’ingresso principale della stazione Termini. “Dicono di scendere in piazza per la pace, ma poi oltraggiano la memoria di un uomo che della pace è stato un vero difensore e costruttore. Un atto indegno commesso da persone obnubilate dall’ideologia, che dimostrano totale ignoranza per la storia e i suoi protagonisti”, ha dichiarato Meloni. Sul Fatto di domani la cronaca e l’approfondimento politico della manifestazione per Gaza.

FLOTILLA, 26 ITALIANI ATTERRATI A ISTANBUL. C’È ANCHE L’INVIATO DEL FATTO QUOTIDIANO ALESSANDRO MANTOVANI. TAJANI: “STANNO TUTTI BENE”. In piazza c’era anche il pentastellato Marco Croatti, uno dei quattro parlamentari della Global Sumud Flotilla rientrato ieri da Tel Aviv. Stamane ha tenuto una conferenza stampa insieme a Benedetta Scuderi (Avs) e ai dem Arturo Scotto e Annalisa Corrado. Croatti ha denunciato come i componenti dell’equipaggio siano stati “minacciati come terroristi, ma avevamo solo aiuti umanitari”. Oggi è previsto il rientro di altri 26 italiani, incluso il giornalista del Fatto Quotidiano Alessandro Mantovani. L’arrivo è previsto alle 23.30 a Fiumicino con un volo da Istanbul. Gli attivisti della Global Sumud Flotilla sono atterrati nella città turca nel pomeriggio (14.50 ore italiane) con un aereo charter partito dall’aeroporto Ramon di Eilat, in Israele. A bordo c’erano 137 persone di tante nazionalità: Turchia, Malesia, cittadini di Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti, Algeria, Marocco, Kuwait, Libia, Mauritania, Svizzera, Tunisia e Giordania. L’annuncio dell’espulsione e del ritorno in Italia era giunto in mattinata dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. I 26 connazionali sbarcati in Turchia avevano firmato “il foglio di rilascio volontario”, ha dichiarato il vicepremier forzista. Gli altri 15 italiani, che si sono rifiutati di firmare il documento fornito dalle autorità di Tel Aviv, “dovranno attendere l’espulsione per via giudiziaria, che avverrà la prossima settimana”, ha aggiunto Tajani. Secondo il capo della Farnesina gli attivisti italiani “stanno tutti bene, ieri c’è stata la visita consolare e abbiamo chiesto anche stamattina alle autorità israeliane di rispettare tutti i diritti degli italiani”. Sul Fatto di domani il racconto del ritorno del nostro collega e degli altri attivista delle Flotilla.

“HAMAS PRONTO AL RILASCIO DEGLI OSTAGGI”: DOMANI AL VIA I NEGOZIATI IN EGITTO. TRUMP: “GIORNO SPECIALE, NON TOLLERERÒ RITARDI”. Si apre uno spiraglio di pace a Gaza e in Palestina, dopo il sì di Hamas al rilascio di tutti gli ostaggi israeliani. Ora i negoziati possono entrare nel vivo per definire i dettagli del piano per la tregua proposto da Donald Trump. “È un grande giorno, un giorno speciale, forse senza precedenti in molti modi”, ha dichiarato il Tycoon in un videomessaggio postato su Truth, commentando la risposta di Hamas. Il gruppo islamista oggi ha annunciato di “essere pronto a iniziare immediatamente l’attuazione dello scambio” tra gli israeliani prigionieri nella Striscia e i palestinesi nelle carceri di Tel Aviv, “non appena sarà stato raggiunto un accordo per preparare le condizioni sul terreno”. Hamas sarebbe pronta “ad avviare immediatamente negoziati per definire tutte le questioni”. L’inviato statunitense per il Medio Oriente Steve Witkoff si recherà nelle prossime ore in Egitto dove domani dovrebbe tenersi il primo round di negoziati, riferiscono i media israeliani. Due gli ostacoli: Hamas potrebbe accettare di discutere il rilascio degli ostaggi solo in cambio di rassicurazioni sul governo della Striscia dopo il ritiro dell’esercito di Tel Aviv. E anche se Hamas accettasse, ci sarebbe un altro problema: Israele parla solo di un ritiro parziale, i miliziani vorrebbero un ritiro completo. Qui entreranno in gioco gli americani: Trump è deciso a chiudere il negoziato senza far naufragare il piano di pace. “Non tollererò ritardi”, ha tuonato il presidente Usa. La risposta favorevole di Hamas al piano Trump ha suscitato la soddisfazione dell’Autorità palestinese. Mahmoud Abbas, “accoglie con favore le dichiarazioni” delle ultime ore sul piano Trump per “la fine della guerra a Gaza”. Sul Fatto di domani i dettagli dei negoziati e della pace possibile.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Dopo 2 anni il governo Meloni dà il primo stop alle armi a Israele. “Revocata una licenza di export”. L’annuncio del viceministro Edmondo Cirielli (FdI) nella risposta a un’interrogazione parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra. L’esecutivo avrebbe fermato l’esportazione verso Tel Aviv di munizioni da artiglieria.
Ucraina, droni russi su un treno passeggeri a Shostka: oltre 30 feriti. Le autorità di Kiev denunciano l’attacco contro i civili nella regione di Sumy. Su X il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha ha invocato “nuove sanzioni devastanti. Nuovo rafforzamento per l’Ucraina”. Le autorità ucraine accusano la Russia anche di aver attaccato infrastrutture critiche, sempre nella regione di Sumy, provocando blackout elettrici.
Maxi dazi Usa sulla pasta italiana? La potenziale stangata di Trump da oltre il 100%. Il Dipartimento del Commercio americano accusa le aziende italiane di dumping e impone una tariffa del 91,74%, da sommare al 15% già in vigore. Le imprese contestano il metodo e temono un duro contraccolpo economico.
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