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MOSCA NEGA A KIEV LA BOZZA DEL SUO MEMORANDUM. QUI BRUXELLES, VON DER LEYEN RIBADISCE: “COSTRUIRE UN’EUROPA FORTE E RISPONDERE ALLA CHIAMATA DELL’UCRAINA, DEI BALCANI, DELLA MOLDAVIA”. Il Cremlino non consegnerà a Kiev il suo memorandum con le proposte per concludere il conflitto, prima dell’eventuale incontro a Istanbul, che la Russia ha proposto per il 2 giugno. Il portavoce, Dmitriy Peskov dice così: “La Russia ha effettivamente proposto di incontrarsi a Istanbul lunedì e iniziare a discutere di questi progetti. Pertanto, pretenderlo immediatamente non è costruttivo. Qui dobbiamo confermare la nostra disponibilità a proseguire i negoziati o fare il contrario”. Qui potrete leggere gli aggiornamenti in tempo reale. Ha parlato della situazione nell’Est anche la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, ricevendo ad Aquisgrana il premio Carlo Magno. Secondo Von Der Leyen la strada da seguire è quella di una Europa forte che accolga anche le istanze dei Paesi che vogliono farne parte: “Questo è un momento storico. E non dobbiamo lasciarlo sfuggire. Dobbiamo rispondere a questa chiamata. Per l’Ucraina. Per i Balcani occidentali. Per la Moldavia. Speriamo per la Georgia. Per tutti coloro che hanno fatto la loro scelta”. Sul Fatto di domani leggerete di più sulla situazione sul fronte ucraino, dove la Russia rivendica quasi ogni giorno la conquista di piccoli centri, e su come è andata la cerimonia del premio consegnato alla presidente Von Der Leyen.

GUERRA ISRAELE-HAMAS, LA NUOVA BOZZA AMERICANA PER LA TREGUA: IL RILASCIO DI DIECI OSTAGGI VIVI, 18 CORPI, E CESSATE IL FUOCO DI DUE MESI. NETANYAHU: “LA ACCETTIAMO” GLI ISLAMISTI LA VALUTANO. La bozza americana che il governo Netanyahu ha discusso e, a detta del primo ministro, accettato questo pomeriggio – qui gli aggiornamenti in diretta – per giungere ad una tregua nella Striscia di Gaza, prevede il rilascio di 10 ostaggi vivi (e non nove come riferito in precedenza) e un cessate il fuoco di 60 giorni, durante i quali verrebbero restituiti dagli islamisti 18 corpi di persone uccise. In cambio, Israele rilascerebbe 125 detenuti palestinesi condannati all’ergastolo per terrorismo, 1.111 cittadini di Gaza detenuti dall’inizio della guerra e 180 corpi di palestinesi attualmente trattenuti. In questa proposta non viene menzionato l’impegno dello Stato ebraico a porre fine alla guerra. E sarebbe proprio questo il passaggio che viene criticato da Hamas. Ufficialmente, i fondamentalisti valutano la proposta, ma fonti di Axios fanno sapere che sono “delusi”. La tragedia in corso è stata evidenziata dall’ambasciatore palestinese all’Onu, Riyad Mansour, che è scoppiato in lacrime parlando dei 1.300 bambini uccisi e dei 4.000 feriti da quando Israele ha posto fine all’ultimo cessate il fuoco, a marzo. Le operazioni militari proseguono, oggi l’Idf ha dato ordini di evacuazione nel nord della Striscia. Sul Fatto di domani potrete approfondire il tema della tregua e i dettagli dell’intervento dell’ambasciatore Mansour all’Onu.

STATI UNITI, I GIUDICI ACCOLGONO IL RICORSO DI STATI DEM E AZIENDE: STOP AI DAZI GLOBALI E SEPARATI, RESTANO QUELLI SU AUTO E ACCIAIO. TRUMP RICORRE IN APPELLO. La Court of International Trade ha stabilito che la maggior parte delle misure adottate dal presidente Trump in materia di dazi sono illegali, perché il capo della Casa Bianca avrebbe abusato dei poteri presidenziali in materia commerciale. I giudici hanno accolto il ricorso di 12 stati democratici e quello di cinque società che si dichiarano danneggiati dall’uso improprio del potere esecutivi, concludendo che la legge non permette al presidente di imporre “dazi illimitati su beni provenienti da quasi tutto il mondo”. La reazione dell’amministrazione Trump è stata veemente: ha parlato di “un golpe dei giudici” ed ha promosso l’appello. La sentenza impone che vengano fermati immediatamente due gruppi di dazi che Trump ha stabilito in questi mesi: i dazi globali, che impongono il 10% sulle importazioni da quasi tutto il mondo, i dazi separati del 25% che il presidente americano aveva imposto a Canada e Messico, e quelli del 20% alla Cina per il suo ruolo nella produzione del fentanyl. Gli unici dazi che non sono bloccati dalla sentenza sono quelli su acciaio, alluminio e automobili, perché non sono stati autorizzati con i poteri di emergenza, ma sulla base della legge commerciale del 1962. Sul giornale di domani troverete un approfondimento su queste tematiche e sulla vicenda di Elon Musk che ha lasciato il posto dentro l’amministrazione Trump.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Firenze, l’ex sovrintendente Pereira condannato per peculato. Un anno e 10 mesi con pena sospesa: è la sentenza che il gup del tribunale di Firenze, al termine di un processo in rito abbreviato, ha emesso nei confronti dell’ex sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino, Alexander Pereira. Le accuse mosse dalla Procura nei confronti di Pereira erano peculato e malversazione. Il giudice ha ritenuto l’ex sovrintendente colpevole di due episodi di peculato, per aver sostenuto spese a carico della Fondazione dell’ente senza che fossero previste dal contratto, ma lo ha assolto dall’accusa di malversazione.
Carceri, il dossier di Antigone: sovraffollamenti e detenuti sempre più dipendenti da psicofarmaci. Il 44,25% dei detenuti nelle carceri italiane “fa uso di sedativi o ipnotici, il 20,4% utilizza stabilizzanti dell’umore, antipsicotici e antidepressivi”. Sono le cifre mostrate da Antigone nel suo dossier. L’associazione eleva l’allarme anche sul sovraffollamento: solo 36 carceri su 189 non hanno questo problema, 58 hanno un tasso superiore al 150%. In trenta istituti sui 95 visitati dai rappresentanti di Antigone “c’erano celle in cui non erano garantiti tre metri quadri calpestabili per ogni persona, in 12 c’erano celle senza riscaldamento e in 43 carceri celle senza acqua calda”.
Torino, ennesimo femminicidio: morta in ospedale la donna accoltellata dal marito. Non ce l’ha fatta Fernanda Di Nuzzo, 61 anni, accoltellata ieri dal marito Pasquale Piersanti a Grugliasco, alle porte di Torino. La donna, che era una maestra d’asilo, è morta questa mattina all’ospedale Molinette di Torino, dov’era ricoverata in rianimazione. L’aggressione era avvenuta dinanzi alla figlia di 24 anni, l’altro figlio al momento del delitto non era in casa.
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