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SCIOPERO DEI MAGISTRATI, ADESIONE ALL’80%. IL GOVERNO TIRA DRITTO: “RIFORMA NELL’INTERESSE DEI CITTADINI”. 80 per cento, con punte del 90 a Milano e del 95 a Genova: in tutta Italia, oggi i magistrati hanno incrociato le braccia contro la riforma della Giustizia firmata Nordio-Meloni. Fuori dalla Cassazione, a Roma, hanno dato vita a un vero e proprio flash mob con toga sulle spalle, coccarda tricolore e in mano una copia della Costituzione. A essere contestata, in particolare, è la parte della riforma che prevede la separazione delle carriere. “Che ci possa essere in prospettiva un progressivo mutamento genetico del pubblico ministero e quindi che il pubblico ministero possa essere condizionabile e condizionato dall’Esecutivo e dai poteri forti è purtroppo un rischio che molti avvertiamo”, ha affermato il presidente dell’Anm, Cesare Parodi. Ancora più duro il presidente del Tribunale di Milano, Fabio Roia: “Ho paura quando non si rispettano le sentenze e quando si vogliono le sentenze piegate alle aspettative politiche”. In molte piazze, al fianco dei magistrati si sono ritrovati cittadini comuni, scrittori e attori. A Genova, per esempio, si è presentato Antonio Albanese: “Io oggi sono Calamandrei. È stato un uomo coraggiosissimo. Nel nostro ambiente si dice che quando ripeti le cose sei un po’ in ritardo. Calamandrei è sempre avanti, lavorava per il futuro”. Alla giornata di agitazione ha aderito anche il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, voce dissonante rispetto all’idea del sorteggio dei componenti del Csm: “C’è l’esigenza di una riforma del Csm, cioè di un’elezione dei componenti: in questo modo si eliminano quasi totalmente certe anomalie delle correnti che, in certi momenti storici, abbiamo visto non funzionare”. Contestualmente alle manifestazioni, la maggioranza si è riunita a Palazzo Chigi e ne è uscita con un’apertura sulle quote rosa e sul sorteggio temperato: “Aperti al dialogo, ma la riforma è nell’interesse dei cittadini”. Sul Fatto di domani vi daremo conto della giornata.

DAZI E UCRAINA, SCONTRO APERTO TRA EUROPA E TRUMP. STASERA STARMER A WASHINGTON. È dal primo giorno degli attacchi trumpiani che le istituzioni europee si dannano a rispondere che l’Unione “reagirà in modo fermo e immediato”. Lo fanno anche oggi, all’indomani dell’ultimo annuncio in cui il capo della Casa Bianca ha parlato di dazi al 25% per il Vecchio Continente, nato per “fregare gli Usa”: “L’Ue proteggerà sempre le aziende, i lavoratori e i consumatori europei dai dazi ingiustificati. Siamo il più grande mercato libero del mondo e siamo stati una manna per gli Stati Uniti – hanno dichiarato fondi della Commissione –. Gli investimenti statunitensi in Europa sono altamente redditizi. Le aziende americane sono state in grado di investire e generare entrate sostanziali proprio perché l’Ue è un grande mercato unificato che fa bene agli affari”, ricordando che il commercio transatlantico di beni e servizi “ammonta a oltre 1,5 trilioni di dollari all’anno”. Sul giornale di domani capiremo cosa può essere colpito e soprattutto chi. Secondo Oxford Economics, per esempio, l’impatto dei dazi sull’export dell’automotive Ue colpisce soprattutto Germania e Italia: -7,1% e -6,6%. Dalla nostra maggioranza si sono levate le voci di Antonio Tajani e Matteo Salvini, che continua a volersi mostrare al fianco del tyccon: “Trump è un uomo di business” quinci con lui “ti siedi al tavolo e difendi l’interesse” italiano. Ma c’è un altro tema sul tavolo, in qualche modo collegato: la guerra in Ucraina. In questi minuti il premier britannico, Keir Starmer, viene ricevuto alla Casa Bianca: sul tavolo, il ruolo dell’Europa e di un eventuale esercito nella sicurezza dell’Ucraina una volta finita la guerra. Nel frattempo il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha ribadito che “gli alleati della Nato si stanno muovendo rapidamente per investire di più nella difesa”.

TURCHIA, ABDULLAH OCALAN ANNUNCIA LO SCIOGLIMENTO DEL PKK. “Convocate il congresso e prendete una decisione. Tutti i gruppi devono deporre le armi e il Pkk deve sciogliersi. Io chiedo di abbandonare le armi, mi prendo la responsabilità di questo appello”: lo ha chiesto il leader curdo del Pkk, Adullah Öcalan, in un messaggio inviato dal carcere in cui si trova su un’isola al largo di Istanbul. Il messaggio è stato letto durante una conferenza stampa da politici del Partito filo curdo per l’uguaglianza e la democrazia dei popoli (Dem), la terza formazione nel Parlamento turco. L’appello, di proporzioni epocali, rientra nel tentativo di porre fine a un conflitto con lo Stato turco che va avanti da circa 40 anni e che ha causato decine di migliaia di vittime. Il politico di estrema destra Devlet Bahceli aveva suggerito che a Öcalan potesse essere concessa la libertà condizionata se il suo gruppo avesse rinunciato alla violenza e si fosse sciolto. Per ora dal partito AkParti, di cui è membro lo stesso di Erdogan, ci si limita ad accogliere positivamente la notizia: “Se l’organizzazione terroristica accetterà questo appello, deporrà le armi, si riunirà e si scioglierà, la Turchia sarà liberata dalle sue catene”, ha dichiarato Efkan Ala, vicepresidente del partito Akp.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Auto contro pedoni ad Haifa, almeno 10 feriti. Ucciso il presunto attentatore. È di 10 feriti il bilancio di un attacco avvenuto in Israele alla Karkur Junction, vicino Pardes Hanna, nel distretto di Haifa, dove un’auto ha colpito alcune persone che si trovavano a una fermata dell’autobus. Lo riporta il Times of Israel. La polizia israeliana ha riferito che l’uomo alla guida della vettura è stato ucciso.
Addio a Gene Hackman, l’attore trovato morto in casa con la moglie e il cane. Due volte premio Oscar, decine di ruoli interpretati e una carriera da ex Marine: Gene Hackman, 95 anni, è stato trovato morto la notte scorsa nella sua casa di Santa Fe, in New Mexico. Accanto al corpo dell’attore, la polizia ha trovato anche quello della moglie, Besty Arakawa, 64 anni, e quello del loro cane. Al momento gli inquirenti non escludono alcuna ipotesi, ma sui corpi non ci sarebbero segni evidenti di traumi. La famiglia pensa a un possibile avvelenamento da monossido di carbonio.
Zeman ricoverato in terapia intensiva al Gemelli di Roma. L’ex allenatore di Roma e Lazio Zdenek Zeman è ricoverato in terapia intensiva al Policlinico Gemelli di Roma. Già da alcuni giorni aveva accusato una forte influenza che aveva creato un certo allarmismo in famiglia. Poi, nelle ultime ore, avrebbe palesato segnali di disartria (la perdita della capacità di articolare le parole in maniera normale) e ipostenia all’arto inferiore destro. Il mister boemo, 77enne, lo scorso ottobre era stato colpito da un ictus che gli aveva causato un’emiparesi al braccio destro.
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