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AL SUMMIT NATO GLI ALLEATI SI IMPEGNANO A SPENDERE IL 5% DEL PIL PER LA DIFESA. TRUMP: “MERITO MIO”. LA SPAGNA CONFERMA IL 2,1% E IL PRESIDENTE USA DICE: “TERRIBILE, LE FAREMO PAGARE DAZI DOPPI”. Nella dichiarazione finale del summit all’Aja, gli alleati della Nato si impegnano a “investire il 5% del Pil annuo nelle esigenze fondamentali di difesa e nelle spese relative alla difesa e alla sicurezza entro il 2035, al fine di garantire gli obblighi individuali e collettivi, in conformità con l’articolo 3 del Trattato di Washington”. Qui gli aggiornamenti. I fondi saranno così distribuiti: “Almeno il 3,5% del Pil annuo, in base alla definizione concordata di spesa per la difesa della Nato, entro il 2035, per finanziare i requisiti fondamentali della difesa e per soddisfare gli obiettivi di capacità della Nato”. L’1,5% andrà invece al più generale comparto della sicurezza. La Spagna, con il premier Sanchez, ha detto che si fermerà al 2,1%: una cifra “sufficiente e realistica”. Trump attacca: “Terribile, le faremo pagare dazi doppi”. Nessun cenno invece al possibile ingresso dell’Ucraina nella Nato, anche se l’Alleanza ha ribadito il suo impegno a fornirle sostegno per arginare l’invasione della Russia. Resta Mosca, infatti, la minaccia più concreta per la Nato, anche se nel documento non si sottolinea quella russa come una “guerra di aggressione”. Insomma, il summit ha recepito la linea dell’amministrazione Trump, che comunque ha ribadito di voler onorare l’articolo 5, ovvero il sostegno a qualsiasi alleato sia attaccato. Sul Fatto di domani potrete leggere la cronaca della giornata e alcuni approfondimenti sul tema delle spese militari.

LA PREMIER MELONI: “OBIETTIVO 5% NON PER COMPIACERE QUALCUNO, MA PER NOI. I COSTI SONO SOSTENIBILI: NON TOGLIEREMO UN EURO AD ALTRE PRIORITÀ”. “LA SPAGNA? ABBIAMO FIRMATO LO STESSO DOCUMENTO”. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante il punto stampa rifiuta la lettura di un summit Nato genuflesso dinanzi alle direttive della Casa Bianca: “Il target del 5% non è scelto per compiacere qualcuno, ma per noi”, ha detto Meloni, secondo cui “se costruissimo una difesa di un altro livello vorrebbe dire o uscire dalla Nato o immaginare che anche la Nato debba avere una difesa della Nato, che non esiste. Oppure siamo la colonna europea della Nato e lavoriamo per far cooperare molto meglio a livello europeo la nostra difesa e le nostre aziende”. Ma l’Italia riuscirà a far fronte a queste spese? Per Meloni è possibile, e mette all’angolo le perplessità della Lega, alleata di governo: “Non riteniamo di usare la clausola di salvaguardia” del Patto di Stabilità nel 2026 per le spese della difesa. I costi sono sostenibili”, si tratta di “spese necessarie per rafforzare la nostra difesa, la nostra sicurezza in un contesto che lo necessita, ma in una dimensione che ci consente di assumere questi impegni sapendo già che non distoglieremo neanche un euro dalle altre priorità del governo a difesa e a tutela degli italiani”. Caso Spagna. il primo ministro Sanchez non vuole far fronte al 5%. Ma la presidente del Consiglio ritiene che Roma e Madrid siano nella stessa situazione: “Abbiamo firmato lo stesso documento”. Sul giornale di domani troverete maggiori dettagli sull’intervento di Giorgia Meloni e su cosa vuol dire per l’Italia affrontare questo tipo di spese belliche.

MEDIO ORIENTE, L’IRAN AMMETTE: “IMPIANTI NUCLEARI GRAVEMENTE DANNEGGIATI”. TRUMP: “ORA ANDIAMO D’ACCORDO, TEHERAN NON ARRICCHIRÀ L’URANIO”. GAZA, PER HAMAS “74 MORTI” IN 24 ORE. SALTANO IN ARIA SETTE SOLDATI ISRAELIANI. A distanza di poche ore dalla tregua siglata con Israele e dai bombardamenti americani, il ministro degli Esteri iraniano, Baghaei, ha ammesso: “Sì, i nostri impianti nucleari sono stati gravemente danneggiati. Questo è certo perché sono stati oggetto di ripetuti attacchi”. Il presidente americano Trump è soddisfatto: “Iran non arricchirà l’uranio”. Qui gli aggiornamenti in tempo reale. Il primo ministro israeliano, Netanyahu, ritiene che la guerra abbia determinato “una grande vittoria contro un nemico che voleva distruggerci”. Fonti dell’intelligence israeliana al media Axios hanno rivelato che i vertici militari sciiti hanno sottostimato i danni a bella posta: “Gli stessi iraniani non hanno ancora un’idea chiara di cosa sia successo ad alcuni dei loro impianti nucleari”. Sul fronte con l’Iran almeno per il momento Israele ha interrotto le operazioni, resta aperto quello di Gaza. Anche oggi il ministero della Salute controllato da Hamas ha fatto sapere ad Al Jazeera che ci sono stati “74 morti”, 14 dei quali nei pressi dei centri di distribuzione degli aiuti umanitari. L’Idf ha perso sette soldati: i militari israeliani sono rimasti uccisi a Khan Younis, dove il loro mezzo è saltato in aria a causa di un ordigno. Sul giornale di domani potrete leggere le ultime dal Medio Oriente, e un approfondimento sulla situazione nella Striscia. Inoltre, da venerdì sarà in Italia Aya Ashour: la giovane palestinese che ha fornito sulle pagine del Fatto la sua testimonianza da Gaza, sarà accolta all’università di Siena per proseguire i suoi studi.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Delitto Tramontano, confermato l’ergastolo a Impagnatiello. La Corte di Assise d’appello di Milano ha confermato in secondo grado la pena dell’ergastolo per Alessandro Impagnatiello, comprese le aggravanti della crudeltà e del rapporto di convivenza con Giulia Tramontano, escludendo però quella della premeditazione. Il delitto fu commesso il 27 maggio 2023. La sorella di Giulia, Chiara: “Vergogna e disgusto”.
Rai, Ranucci afferma di subire un procedimento disciplinare, la direzione smentisce: “Nessun provvedimento, ribadito il rispetto delle regole”. Il giornalista e direttore di Report, Sigfrido Ranucci sui social racconta di essere sotto procedimento disciplinare: “Mi accusano di aver partecipato alla trasmissione della Gruber il 6 maggio, senza essere stato autorizzato”. Ranucci sostiene di aver invece avuto il via libera in forma orale dal direttore Corsini. Per l’azienda non c’è alcun provvedimento, ma ricorda che ci sono regole da rispettare: l’autorizzazione non può essere solo verbale e deve essere concessa dalla direzione informativa e dalla direzione comunicazione.
Processo a Saviano per diffamazione, in aula il faccia a faccia tra lo scrittore e Salvini. “Ho stretto la mano a Saviano in aula e lui mi ha detto ‘vergognati‘. È un maleducato, ma non è certo un reato”: lo ha raccontato il vicepremier al termine dell’udienza del processo per diffamazione a carico di Roberto Saviano, che aveva definito Matteo Salvini “ministro della malavita”. Lo scrittore, dal canto suo, ha ribadito: “Riutilizzerei l’espressione che è di Gaetano Salvemini. Finalmente Salvini dopo anni è venuto a rendere testimonianza. Mi ha sconvolto perché non si ricordava, ometteva: ha balbettato qualcosa sulle scorte, che per lui era una valutazione politica”.
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