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il Fatto Quotidiano
18 Febbraio 2025
Il fatto di domani
La giornata in cinque minuti

TRUMP VUOLE COLONIZZARE l’UCRAINA MA ZELENSKY CHIEDE POSTO AL NEGOZIATO, LAVROV: “ANDREBBE BACCHETTATO”. MOSCA: “KIEV IN UE, NON NELLA NATO”. A Riad, Arabia Saudita, è stato il giorno dei colloqui Usa-Russia sulla pace in Ucraina. Ma dal tavolo sono stati esclusi Europa e Zelensky. Il presidente, in visita in Turchia, ha rimarcato come i negoziati avvengano “sull’Ucraina, ancora sull’Ucraina, e senza l’Ucraina”. In serata volerà a Kiev Keith Kellogg, il rappresentante speciale del presidente degli Stati Uniti. Secondo il ministro degli Esteri del Cremlino, Serghei Lavrov, Volodymyr Zelensky “e tutta la sua squadra vanno fatti ragionare e ricevere una bacchettata sulle mani”. Oggi a Riad, per la Russia c’erano Lavrov e il consigliere di Putin Yuri Ushakov. Per gli Stati Uniti, il segretario di Stato Marco Rubio, il consigliere per la sicurezza Mike Waltz e l’inviato speciale Steve Witkoff. Gli incontri preparano il terreno al faccia a faccia Trump-Putin. “Non abbiamo fissato una data, ma i due presidenti hanno parlato di incontrarsi e si incontreranno”, ha annunciato la delegazione americana. Secondo Rubio arriverà anche il momento del Vecchio Continente: “L’Ue sarà al tavolo delle trattative, ad un certo punto”, ha dichiarato il segretario di Stato americano, come carota dopo il bastone trumpiano dei giorni scorsi. Mosca non vuole forze di Paesi Nato in funzione di peacekeeping, ha detto Sì all’ingresso di Kiev in Europa, ma non nella Nato. I negoziati, secondo il New York Times, sono ripartiti dalla bozza di accordo naufragato a Istanbul nell’aprile 2022, pochi mesi dopo l’invasione di Mosca. Indizio a sostegno di un’ipotesi: la pace si poteva fare, risparmiando morti, molto prima. A Kiev, in cambio del sostegno militare, Donald Trump ha chiesto l’equivalente di 500 miliardi di dollari, grazie ai proventi della gestione delle terre rare, del gas. del petrolio e delle infrastrutture. In pratica, una colonizzazione economica non distante dalle riparazioni di guerra inflitte, tradizionalmente, ad un Paese sconfitto. Sul Fatto di domani nuovi la cronaca e l’approfondimento delle trattative sull’Ucraina.


EUROPA SENZA BUSSOLA, SCHIAFFI DA TRUMP E PUTIN: NUOVO SUMMIT A PARIGI CON CANADA E I BALTICI. DRAGHI AL PARLAMENTO UE: “DEBITO COMUNE PER INVESTIMENTI DA 800 MILIARDI”. L’Europa riunita a Parigi è in disaccordo sull’invio di truppe in Ucraina, per conservare gli accordi dopo l’eventuale tregua, ma domani si riparte con gli esclusi del primo appuntamento. Ci saranno Norvegia, Canada, i tre stati baltici (Lituania, Estonia e Lettonia), Repubblica Ceca, Grecia, Finlandia, Romania, Svezia e Belgio. Ma le divisioni restano. L’inglese Starmer vorrebbe inviare soldati, ma frenano tedeschi e spagnoli con Scholz e Sanchez. Neppure Meloni è apparsa entusiasta all’idea di spedire soldati sul terreno in una missione di peacekeeping: la soluzione “più complessa e meno efficace”. A Parigi, ieri, la premier è arrivata in ritardo, chiedendo di riaprire il dialogo con gli Usa citando Vance che citava Kennedy: “non dobbiamo chiederci cosa gli americani possono fare per noi, ma cosa noi dobbiamo fare per noi stessi”. Ma nessun leader possiede la ricetta per il rilancio dell’Ue, nel mezzo tra Russia e Usa, schiaffeggiata da entrambi. Al parlamento europeo, oggi Mario Draghi ha illustrato la sua risposta alla doppia sberla di Trump: Sì ai dazi, No all’aiuto militare. “Le esigenze di finanziamento sono enormi: 750-800 miliardi di euro all’anno è una stima prudente”, ha messo subito in guardia l’ex presidente del consiglio italiano, autore del rapporto sulla competitività commissionato da Ursula von Der Leyen. La soluzione? Debito comune per “agire come se fossimo un unico Stato”, ha ammonito Draghi. Il focus è sui “sui settori che guideranno un’ulteriore crescita”. Dunque tecnologie, soprattutto armi e difesa. Oltre al debito condiviso, oggi l’Ecofin ha discusso la possibilità di escludere le spese per la difesa dal calcolo del debito pubblico. “Sia la presidente della Commissione che molti leader si sono detti d’accordo con questa impostazione”, ha dichiarato Andrzej Domanski, ministro delle Finanze polacco. Sul Fatto di domani ripercorriamo le tappe del declino europeo.


MARINA B. TERREMOTA FORZA ITALIA, TAJANI: “PUÒ DIRE CIÒ CHE VUOLE, NON È UN MONITO. LA GARANZIA SUI SOLDI DEL PARTITO? NON C’ENTRA NULLA, NON HA MAI PESATO”. Dopo l’intervista di Marina Berlusconi al Foglio, Forza Italia e il segretario Antonio Tajani restano spiazzati. La primogenita di Silvio è intervenuta a gamba testa destando perplessità a palazzo Chigi. Mentre Meloni si allinea al nuovo inquilino della Casa Bianca, Marina nutre dubbi: “non va demonizzato, ma le sue le sue mosse assomigliano ad atti di bullismo”. Anche sui diritti civili, come l’aborto, si allontana dalla presidente del Consiglio: “rischiano di andare perdute alcune conquiste irrinunciabili sul fronte dei diritti e delle libertà di scelta individuali. Perché quella dei diritti non è una questione né di destra né di sinistra”. Le parole di Marina sono state poco apprezzate al segretario Tajani e alla maggioranza del partito, mentre si rafforza la minoranza del partito. Fininvest garantisce le finanze di Forza Italia, ma il segretario non è preoccupato: “Marina Berlusconi è un imprenditrice è può dire quel che le pare… Non è che ogni volta deve essere interpretato quel che dice”, ha dichiarato Tajani. A chi gli fa notare la dipendenza economica degli azzurri dalle casse Fininvest, il leader replica: “Cosa c’entra questo? Loro, la famiglia Berlusconi, non hanno mai fatto pesare questo, né noi ci siamo mai sentiti prigionieri di questo… Abbiamo sempre ascoltato, ritorniamo sempre allo stesso punto. Sembra chissà che cosa: il monito qua, il monito là…”. Sul Fatto di domani, approfondiremo gli umori del partito dopo l’invettiva di Marina.


LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE

Paragon e spionaggio, il governo dribbla le domande in Parlamento: lettera a Fontana. Le opposizioni: “È un precedente pericoloso”. Il governo non vuole rispondere a due interrogazioni parlamentari sull’uso del malware di Paragon, che ha permesso di spiare giornalisti e attivisti. L’esecutivo, con una lettera al presidente della Camera Lorenzo Fontana, si è rifiutato di fornire informazioni di fronte alle richieste presentate da Partito Democratico e Italia Viva. appellandosi all’articolo 131 del regolamento dell’Aula.

Papa, notte tranquilla: “Prescritto riposo assoluto”. Il nuovo bollettino medico in serata. Ricoverato al Policlinico Gemelli da venerdì per l’aggravarsi di una bronchite, Francesco Bergoglio ha trascorso una notte tranquilla , dove è ricoverato da venerdì. Le condizioni restano “complesse” e al Pontefice è stato prescritto “riposo assoluto”.

Hamas: “Consegneremo i corpi di 4 ostaggi”, ci sono i fratellini Bibas e la madre. Giovedì i miliziani di Gaza consegneranno ad Israele i corpi di Shiri Bibas e dei suoi due figli, Ariel e Kfir, gli ostaggi più giovani rapiti il 7 ottobre del 2023. Lo ha annunciato il leader di Hamas nella Striscia, Khalil Al-Hayya. L’organizzazione integralista aveva dichiarato che i tre erano morti a causa di un raid aereo israeliano sulla Striscia di Gaza. Il marito di Shiri e padre di Ariel e Kfir, Yarden Bibas, era stato rilasciato da Hamas due settimane fa. I quattro erano stati rapiti dalla loro casa nel kibbutz di Nir Oz. La mamma e i due bambini erano stati separati dal padre, torturato psicologicamente durante la prigionia con notizie sulla morte della moglie e dei figli.

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