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il Fatto Quotidiano
13 Agosto 2025
Il fatto di domani
La giornata in cinque minuti

GUERRA RUSSIA-UCRAINA /1: IN ATTESA DEL SUMMIT IN ALASKA, TRUMP SE LA PRENDE CON I MEDIA: “NON È VERO CHE PUTIN HA GIÀ VINTO, SE NON FERMA IL CONFLITTO AFFRONTERÀ GRAVI CONSEGUENZE”. ZELENSKY: “MOSCA NON PUÒ METTERE VETI SU NOSTRO INGRESSO IN UE E NATO”. Mancano solo due giorni al summit in Alaska tra il presidente americano Trump e l’omologo russo Putin, per discutere come concludere la guerra in Ucraina, iniziata tre anni e mezzo fa con l’invasione russa. Il capo della Casa Bianca se la prende con i media che lo danno “perdente” nei confronti delle pretese del Cremlino: “I media sono molto ingiusti sul mio incontro con Putin. Citano perdenti licenziati e persone stupide come John Bolton, che ha detto che nonostante l’incontro sia in suolo americano, ‘Putin ha già vinto’. Ma che dice? Stiamo vincendo su tutto”(qui gli aggiornamenti). E in serata aggiunge: “Se Putin non fermerà la guerra affronterà pesanti conseguenze”. Di certo in Russia questa percezione di successo da parte di Putin è concreta, e il leader russo non nasconde quali siano le sue richieste, come ha confermato il vice direttore del Dipartimento informazione e stampa del ministero degli Esteri, Alexei Fadeyev: ritiro delle truppe ucraine dalle quattro regioni rivendicate da Mosca (Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson) e rinuncia di Kiev a entrare nella Nato. Sul Fatto di domani potrete approfondire i diversi temi della guerra in Ucraina: oggi Zelensky è stato accolto a Berlino e assieme al cancelliere Merz ha partecipato ad una videoconferenza con il presidente Trump e altri leader europei. Merz: “Un riconoscimento legale dell’occupazione russa non è in discussione, il principio che i confini non devono essere modificati con la forza deve essere preservato”. Zelensky: “La Russia non può mettere un veto su quello che l’Ucraina vuole fare in relazione alla sua presenza nell’Unione europea e nella Nato”.


GUERRA RUSSIA-UCRAINA/2: L’AVANZATA PIÙ IMPONENTE DA OLTRE UN ANNO MOSCA L’HA COMPIUTA IN 24 ORE. KIEV ORDINA L’EVACUAZIONE DAL DONETSK DI “FAMIGLIE CON BAMBINI”. Quello che avviene sul campo suggerisce che il presidente russo Putin potrebbe rivendicare dinanzi all’omologo americano Trump il possesso dei territori ucraini sui quali i soldati di Mosca hanno messo piede. La più grande avanzata dell’armata del Cremlino da oltre un anno è stata realizzata in 24 ore; il dato emerge da un’analisi dell’agenzia Afp, sui dati forniti dall’Institute for the Study of War (Isw). Mosca ha rivendicato oltre 110 chilometri in più rispetto al giorno precedente, cosa che non accadeva dalla fine di maggio 2024. A riprova dell’avanzata russa, arriva da Kiev l’ordine obbligatorio di evacuazione dalla regione del Donetsk per le “famiglie con bambini”. Nel Donbass, per cercare di arginare le infiltrazioni dei russi, Kiev ha spedito il reggimento Azov. Nel Kherson, il governatore Oleksandr Prokudin accusa le forze armate russe di aver ucciso tre civili; il leader dei separatisti filorussi, Vladimir Saldo, sostiene invece che le forze ucraine abbiano provocato la morte di tre uomini e il ferimento di un’altra persona in un attacco su Gladovka. Sul giornale di domani troverete altri dettagli rispetto alla situazione militare lungo il fronte ucraino.


GUERRA ISRAELE-HAMAS, L’IDF APPROVA IL PIANO PER ENTRARE NELLA PARTE CENTRALE DI GAZA. IL MINISTRO SAAR: “NON PERMETTEREMO LA SOLUZIONE DEI DUE STATI”. Aveva contrastato il piano del primo ministro Netanyahu affermando che Israele si sarebbe “infilata in un buco nero”. Oggi il Capo di Stato Maggiore israeliano, Eyal Zamir, ha approvato il quadro generale del piano operativo delle Israel Defence Forces (Idf) nella Striscia di Gaza. Secondo le direttive di Netanyahu, la missione dovrebbe essere completata entro il 7 ottobre – a due anni dal massacro firmato da Hamas che ha poi scatenato la reazione israeliana – centrando anche l’obiettivo di salvare gli ostaggi in mano agli islamisti e segnare la loro sconfitta definitiva (qui gli aggiornamenti). In Israele però si rinforza il movimento che chiede all’esecutivo di rivedere i suoi piani, evitando questa ulteriore fase della guerra che mette a rischio proprio i prigionieri israeliani. Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar è convinto che non ci sia più spazio per trattative ed ha affermato che Israele “non permetterà” l’attuazione della soluzione dei due Stati. Chi invoca la creazione di uno Stato palestinese, dice Saar “può farlo all’interno del proprio territorio”. Sul Fatto di domani potrete approfondire con articoli e interviste il tema del conflitto nella Striscia, dove fonti palestinesi hanno segnalato 81 vittime dall’alba di oggi.


LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE

Mediterraneo, naufragio al largo di Lampedusa: 26 morti tra cui una neonata e tre bambini, diversi dispersi. Due barconi pieni di migranti si sono ribaltati. Si calcola che siano 26 le vittime, tra cui una neonata e tre bambini, ma il bilancio potrebbe essere più grave: ci sono tra i 12 e i 17 dispersi. Circa 60 superstiti sono stati salvati da alcune motovedette, che li hanno poi fatti sbarcare nel porto siciliano.

Femminicidio a La Spezia, uccide la moglie a coltellate e si consegna: il braccialetto elettronico non ha funzionato. La tragedia è avvenuta in una villetta di via Genova, la vittima aveva 54 anni, il suo assassino 57. Secondo una prima ricostruzione, la donna era impegnata nelle pulizie dell’abitazione quando all’improvviso si è presentato l’ex marito, già colpito da un divieto di avvicinamento. L’assassino ha sferrato diversi fendenti ed è scappato, ma si è poi consegnato alla stazione dei carabinieri di Ceparana. Il responsabile del femminicidio aveva l’obbligo di portare il braccialetto elettronico dal giugno scorso, a causa delle denunce della donna, ma il dispositivo da dieci giorni non funzionava, e i carabinieri avevano fatto la segnalazione all’azienda di telefonia che si occupa del segnale.

Marina di Massa, motociclista fugge all’alt dei carabinieri ma si schianta contro un palo e muore. La vittima si chiamava Eugenio Frasca, aveva 48 anni, era di Milano; si era imbattuto in una pattuglia che gli aveva imposto l’alt all’altezza di Forte dei Marmi. Il motociclista è scappato, fino a quando a Marina di Massa, all’altezza della rotonda di piazza Bad-Kissingen, ha perso il controllo del mezzo e si è schiantato su un palo; l’arresto cardiaco per il fuggitivo è stato letale.

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