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GAZA, GLI USA ASSOLVONO IL SISTEMA DI DISTRIBUZIONE ALIMENTARE DELLA GHF. CROSETTO: “DAL 9 AGOSTO IL LANCIO DI AIUTI ITALIANI NELLA STRISCIA”. IL PRESIDENTE HERZOG A MATTARELLA: “ISRAELE NON UCCIDE IN MODO INDISCRIMINATO”. Il tema della distribuzione dei viveri nella Striscia resta centrale: secondo l’Onu, a maggio sono state uccise 1.373 persone mentre aspettavano gli aiuti. Oggi gli Stati Uniti, con l’inviato speciale Steve Witkoff e l’ambasciatore Mike Huckabee hanno effettuato una visita a Rafah ai centri della Ghf, sostenuta da Usa e Israele: “Hamas odia la Gaza humanitarian foundation perché fornisce cibo alla gente senza che venga saccheggiato da loro – ha detto Huckabee – oltre 100 milioni di pasti sono stati serviti in due mesi”. Witkoff ha ribadito che la visita serve ad elaborare un piano “per fornire cibo e aiuti sanitari alla popolazione di Gaza”. Resta critico il presidente francese Macron; Parigi ha inviato con i paracadute 40 tonnellate di derrate, ma per il leader dell’Eliseo non è sufficiente: “Israele deve garantire pieno accesso umanitario per rispondere al rischio di carestia”. Anche l’Italia ha deciso di intervenire nella Striscia, il ministro Crosetto conferma che i lanci di aiuti umanitari inizieranno il 9 agosto. A proposito dell’Italia, il presidente israeliano Herzog si è rivolto all’omologo Mattarella dopo che quest’ultimo aveva detto: “A Gaza è difficile vedere una involontaria ripetizione di errori e non ravvisarvi l’ostinazione a uccidere indiscriminatamente”. “Israele non ha intenzione di uccidere in modo indiscriminato, vogliamo solo vivere in pace e sicurezza”, ha replicato Herzog. Sul Fatto di domani potrete leggere altri approfondimenti sul tema degli aiuti umanitari e sulla situazione che riguarda gli ostaggi – 50, ma la metà sarebbero morti – ancora costretti nei tunnel: Hamas ha diffuso un video di Eviatar David, prigioniero a Gaza da 655 giorni.

DAZI, TRUMP FIRMA ORDINE ESECUTIVO, TARIFFE DAL 7 AGOSTO. COLPITO IL CANADA (DAL 25 AL 35%). OTTAWA “DELUSA”. Il presidente Trump ha firmato l’ordine esecutivo che impone nuovi dazi a partire dal 7 agosto. Taiwan avrà tariffe fissate al 20%, il Pakistan al 19%, Israele, Islanda, Norvegia, Figi, Ghana, Guyana ed Ecuador saranno tra i Paesi con dazi doganali al 15% e la Svizzera al 39%. Trump ha previsto un aumento per il Canada dal 25% al 35% su prodotti non coperti da accordi precedenti, e questa novità sarà operativa dalla mezzanotte di oggi negli Usa. La Casa Bianca giustifica questa decisione con la motivazione che il Canada non farebbe abbastanza per frenare il traffico di fentanyl. Il primo ministro Mark Carney non nasconde la delusione rispetto alla decisione di Washington; per proteggere settori come legno, acciaio, alluminio e auto il governo prenderà delle contromisure per “proteggere i posti di lavoro canadesi, investire nella nostra competitività industriale, acquistare prodotti canadesi e diversificare i nostri mercati di esportazione”. Per quanto riguarda l’accordo tra Stati Uniti e Unione europea, l’ordine esecutivo degli Usa sul 15% non riguarda ancora automobili e componenti del settore. Per le merci già in transito o immagazzinate per il consumo prima dell’8 agosto, si applicherà la aliquota tariffaria precedente (10% + aliquota della Nazione più favorita) fino al 5 ottobre 2025. Sul giornale di domani potrete trovare altri dettagli sulla sfida delle tariffe.

MIGRANTI, LA CORTE UE BOCCIA ANCORA L’ITALIA E IL PROGETTO ALBANIA. IL GOVERNO RIBATTE: “NON È DI SUA COMPETENZA”. Nel giorno in cui la premier Giorgia Meloni è in Turchia, a Istanbul, per discutere della questione migranti con il presidente turco Erdogan ed il premier libico Dbeibah, la Corte di giustizia Ue dichiara: un Paese Ue “può designare Paesi d’origine sicuri mediante atto legislativo, a patto che tale designazione possa essere oggetto di un controllo giurisdizionale effettivo”. La sentenza riguarda il protocollo Italia-Albania. Il governo italiano replica: “Sorprende la decisione della Corte di Giustizia Ue in merito ai Paesi sicuri di provenienza dei migranti illegali. Ancora una volta la giurisdizione, questa volta europea, rivendica spazi che non le competono, a fronte di responsabilità che sono politiche”. Inoltre “la decisione della Corte indebolisce le politiche di contrasto all’immigrazione illegale di massa e di difesa dei confini nazionali”. L’associazione nazionale magistrati tramite il presidente Cesare Parodi difende l’operato delle toghe: “Nessuno remava contro il governo. Era stata proposta una interpretazione dai giudici italiani che oggi la Corte di giustizia dell’Unione europea dice essere corretta”. Il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia: “La sentenza della Corte di giustizia europea sui paesi sicuri ci dice una cosa chiara: il modello Albania è una invenzione del governo italiano e va cancellato”. Sul Fatto di domani ci saranno altri dettagli su questo contenzioso.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Guerra Russia-Ucraina, Putin ripete le sue condizioni per la pace: annessione della Crimea e di altre quattro regioni, e mai Kiev nella Nato. Il presidente russo Vladimir Putin ha riaffermato oggi che, per arrivare alla pace in Ucraina, rimangono valide le condizioni da lui poste un anno fa: riconoscimento come russe della Crimea e delle quattro regioni parzialmente occupate dai russi e rinuncia di Kiev a entrare nella Nato. Intanto, è salito a 31 morti e 159 feriti il bilancio del raid aereo di ieri condotto con missili e droni dall’esercito russo sulla capitale ucraina; per le autorità si tratta dell’attacco con conseguenze peggiori su Kiev dall’inizio dell’invasione russa (24 febbraio 2022).
Bologna, truffa da un milione di euro a una anziana: due arresti. Adottando la tecnica del “finto carabiniere”, nel mese di maggio due uomini erano riusciti a convincere una anziana ad aprire la porta di casa e pure la cassaforte dove custodiva preziosi per un milione di euro. La Squadra mobile è risalita ai responsabili, arrestandoli: si tratta di due persone, 31 e 39 anni, con precedenti penali, che dal Piemonte si spostavano nel Nord Italia per mettere a segno le truffe.
Taranto, sull’ex Ilva accordo in alto mare: i sindacati chiedono incontro con i gruppi parlamentari. I segretari generali di Fim, Fiom e Uilm – Ferdinando Uliano, Michele De Palma e Rocco Palombella – chiedono un incontro con i gruppi parlamentari di maggioranza e opposizione “a fronte dell’incontro tenutosi questa mattina a Palazzo Chigi sull’ex Ilva e alla luce anche dello scenario drammatico prospettato, in assenza di garanzie occupazionali e di decarbonizzazione”. Palombella ha detto chiaramente che “l’incontro non è andato bene. Ci aspettavamo dei passi avanti, di aprire una strada che non sia quella dell’incertezza o della drammatizzazione”.
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