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“Formigaio”, il manifesto Idv non era diffamatorio: “E Formigoni paghi le spese”

Il presidente di Regione Lombardia aveva fatto ricorso contro l'Italia dei valori per un cartellone che lo raffigurava come una formica accanto a Nicole Minetti, Nicoli Cristiani e don Verzè. Il tribunale di Milano: "Satira continente". E lo condanna a pagare 3mila euro
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L'immagine del manifesto "Formigaio", firmato dall'Idv

Il manifesto ironico dell’Idv su Roberto Formigoni non era diffamatorio. E il presidente, che vede il suo ricorso respinto, deve pagare le spese processuali. Il Tribunale di Milano ha condannato il presidente della Regione Lombardia a pagare 3mila euro di spese processuali per aver trascinato davanti al giudice l’Italia dei valori per un manifesto che ritrae lo stesso governatore come un formicone circondato dalle formichine Nicole Minetti (con la consigliera che trascina una cariola di veline), don Verzé che sorvola Milano in aereo e fa cadere una pioggia di bigliettoni e l’ex assessore Nicoli Cristiani che nasconde soldi in pacchetti di Big Babol.

Insomma, tutte le vicende e gli scandali degli ultimi anni formato microcosmo, con i protagonisti dal corpo di formica e la testa decorata da antenne. Il manifesto, col titolo “il formigaio”, era stato utilizzato nel corso di una manifestazione pubblica dell’Idv lo scorso dicembre. “Corruzione zero. Formigoni vattene!”, era il motto in calce allo stampato. Sgradito al presidente, che si è rivolto al Tribunle per chiederne il ritiro e far condannare gli autori. Il giudice ha dato torto a Formigoni ritenendo la satira e la critica non assimilabili all’informazione e alla cronaca e quindi suscettibili di ampia libertà di interpretazione “anche se parossistica ed enfatizzata della realtà”. Nel merito la sentenza non solo riabilita il cartellone della discordia (“l’esercizio della satira è stato effettuato in forma continente”) ma chiarisce anche che “non c’è stata alcuna gratuita aggressione o insultante invettiva nei confronti del ricorrente ma solo la paradossale affermanzione che la responsabilità di ogni forma di corruzione in Regione va individuata nel suo vertice: il dott. Formigoni, potendosi ipotizzare a suo carico un addebito per avere omesso di svolgere attività di controllo su fuzioni e funzioanri e così avendo reso possibile la realizzazione delle condotte addebitate ai tre personaggi raffigurati nel manifesto”. Esulta, ovviamente l’Idv. “Formigoni è al capolinea. Invece di impegnarsi nella lotta alla corruzione, cerca di zittire le critiche lanciandosi in spericolate e maldestre azioni giudiziarie nei nostri confronti, con risultati pessimi”, del capogruppo regionale dell’Italia dei Valori, Stefano Zamponi. “Precisiamo inoltre che i manifesti (che insieme al Governatore ritraggono l’ex Assessore Nicoli Cristiani, Nicole Minetti e don Verzé) sono stati affissi il 21 dicembre 2011, alcuni giorni prima della scomparsa del rettore del San Raffaele. “Questo – conclude il capogruppo regionale Idv – è solo l’ennesimo scivolone del Governatore. Da parte nostra, noi ribadiamo la nostra richiesta: Formigoni si dimetta!”

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