Milano, 18 set. (Adnkronos Salute) - Un intervento record al Bambino Gesù di Roma ha permesso la ricostruzione totale del naso e del labbro di Ravi (nome di fantasia), un bimbo di 10 anni arrivato in Italia dall'India con il volto segnato da una grave mutilazione per il morso di un animale che gli aveva staccato il naso e parte del labbro superiore.
L'équipe di Chirurgia plastica dell'ospedale ha impiegato tecniche microchirurgiche avanzate, incluse stampe 3D, per pianificare e realizzare la ricostruzione. Grazie a questa tecnologia, sono stati creati modelli precisi per supportare il processo chirurgico. "Questo intervento rappresenta una pietra miliare nella chirurgia plastica pediatrica - afferma Mario Zama, responsabile dell'Unità operativa complessa di Chirurgia plastica e maxillofacciale del Bambino Gesù - Non solo abbiamo ripristinato una parte fondamentale dell'aspetto fisico di Ravi, ma gli abbiamo restituito la possibilità di vivere una vita più serena e dignitosa".
Il processo di rinoplastica ha coinvolto tecniche consolidate per la forma e la funzionalità del labbro, oltre a metodi elaborati per ricostruire il naso da zero, considerando anche l'assenza di tessuti locali. In genere - spiegano dal Bambino Gesù - la presenza di una parte residua dell'organo rappresenta un riferimento prezioso per la ricostruzione. In questo caso, invece, l'assenza totale del naso rendeva estremamente complessa ogni fase, da quella preparatoria fino all'intervento vero e proprio.
Per superare le difficoltà preparatorie, i chirurghi si sono rivolti agli specialisti dell'Unità operativa complessa di Imaging avanzato cardiotoracovascolare e fetale guidati da Aurelio Secinaro. L'ingegnere Luca Borro del laboratorio 3D ha utilizzato le scansioni della testa di Ravi e di altri bambini assimilabili a lui per età e dimensioni del cranio, così da ricavarne dei modelli virtuali in 3D. E' stato quindi selezionato il naso che per conformazione anatomica si adattasse meglio al volto del piccolo. A questo punto sono stati stampati in 3D sia la testa del paziente sia il modello nasale prescelto che è stato poi utilizzato per la ricostruzione vera e propria. "I modelli 3D ci hanno permesso di ricostruire con precisione l'anatomia nasale e di supportare i chirurghi nella pianificazione dell'intervento - commenta Secinaro - Un esempio concreto di come la tecnologia possa migliorare l'efficacia e la sicurezza delle cure nei casi pediatrici più complessi".
La ricostruzione chirurgica del labbro superiore - proseguono dall'Irccs capitolino - è stata effettuata con una tecnica simile a quella utilizzata per gli interventi di labiopalatoschisi (labbro leporino): la metodica chirurgica messa a punto molti anni fa dai chirurghi Sabatini e Abbé, che utilizza il tessuto del labbro inferiore per ripristinare la forma, la funzione e l'aspetto estetico del labbro superiore.
La parte chirurgica più complicata, quella per ricostruire in toto il naso - illustrano dal Bambino Gesù - è stata preceduta da un approfondito studio dei casi clinici simili documentati nel mondo, soprattutto per quanto riguarda la mucosa interna. La rinoplastica completa coinvolge infatti 3 parti: il rivestimento esterno, quello interno (la mucosa, appunto) e la parte scheletrico/cartilaginea. Nel caso di Ravi non era disponibile tessuto locale per la ricostruzione del rivestimento mucoso interno, pertanto si è scelto di usare un lembo di cute dell'avambraccio (lembo radiale), trasferito con tecnica microchirurgica a livello del naso con sutura sui vasi facciali. "Abbiamo scelto un lembo vicino al polso - precisa Francesca Grussu, chirurga plastica specializzata in microchirurgia - perché si tratta di una parte dove la pelle è particolarmente sottile, quindi adatta allo scopo, e in cui è presente un peduncolo (insieme di vasi sanguigni che portano sangue e nutrimento a un organo, un tessuto o un lembo chirurgico) sufficientemente lungo da poter essere poi ricollegato microchirurgicamente alla vena e all'arteria facciale in modo da tenere in vita il tessuto".
Una volta ricostruita la mucosa interna, è stata la volta del rivestimento esterno. Per questo intervento è stato utilizzato un lembo di pelle e di muscolo della fronte, sagomato - così come il lembo microchirurgico - sulla base del modello nasale elaborato in 3D nella fase preparatoria e poi ribaltato verso il basso per formare la 'copertura' del naso. Grazie alla vascolarizzazione che porta con sé, il lembo resta vitale e si adatta perfettamente alla zona da ricostruire, sottolineano gli esperti. Questa tecnica permette di ottenere un risultato naturale e funzionale, ideale per i casi più complessi come quello di Ravi. Dopo 3 settimane, una volta verificata la riuscita dei 2 interventi precedenti e la vascolarizzazione dei 2 lembi di pelle, l'équipe è passata alla ricostruzione dello scheletro di supporto. Per questo intervento è stato necessario risollevare temporaneamente il lembo di pelle che ricopriva la parte esterna del naso e usare innesti di cartilagine prelevati dalla costola per costruire la struttura scheletrica del naso, inclusi il dorso e la columella (la parte inferiore del naso che separa le narici).
L'intervento ha avuto un esito straordinario, restituendo a Ravi non solo la funzionalità fisica, ma anche una qualità di vita migliore. Questo caso rappresenta un esempio di come la tecnologia e la competenza medica possano unire le forze per affrontare sfide sanitarie complesse. "Con questi interventi siamo riusciti a ricostruire da zero il naso di Ravi", rimarca Zama. "Un risultato eccezionale nel suo genere - conclude - reso possibile grazie alla stretta collaborazione tra chirurghi plastici, ingegneri, radiologi, anestesisti, rianimatori e altri specialisti dell'ospedale, che hanno applicato le più avanzate tecniche in campo chirurgico, utilizzando tecnologia 3D per pianificare l'intervento e migliorare i risultati".