Cronaca

FREE
5 minuti

Elezioni amministrative 2017 Calabria, “Voti mio fratello? Un lavoro e la mensa gratis”

Calabria - Una ragazza madre ha denunciato ai pm il parente dell’assessore e un candidato Pd

16 Giugno 2017

Ragazza madre: “In questi anni ho chiesto aiuto all’amministrazione comunale per avere dei diritti e per avere aiuti anche per il servizio mensa”.

Fratello del candidato: “Quello che ti posso dire (però qui lo dico e qui lo nego), è che parlo con il titolare del servizio e ti faccio risparmiare 25 euro al mese. Ti faccio avere il blocchetto dei buoni. Però devi convincere anche tua madre a votare Davide. Per i prossimi due anni non pagherai la mensa”.

Ragazza madre: “Eventualmente per un posto di lavoro?”.

Fratello del candidato: “Possiamo pure impegnarci in qualche supermercato. Ma non è una cosa che possiamo avere subito. Prepara un curriculum. Invece sulla mensa posso intervenire subito. Basta che mi convinci tua mamma. Siamo tranquilli quindi. Io vi do la scheda e voglio che il voto di Davide esca specifico. Federico D. Cognome, iniziale del nome e punto. In modo che io posso dire al mio candidato che i voti vostri sono usciti. E per il resto prendo l’impegno che abbiamo detto prima. Ma io negherò se me lo verrai a dire”.

A Longobucco, nel Cosentino, un voto vale 25 euro. Il prezzo del blocchetto dei buoni per la mensa scolastica del figlio di una ragazza madre. Per lei sempre porte chiuse al Comune, tranne in campagna elettorale. Ventiquattro, invece, i voti di scarto con cui la lista unica del Pd e dei Socialisti uniti ha vinto le Comunali dell’11 giugno. Il sindaco uscente Giovanni Pirillo ha sconfitto la lista “Arcobaleno” di Emanuele De Simone.

La registrazione della conversazione (oggi l’audio integrale sul sito del Fatto quotidiano), però, è finita sulla scrivania del procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla che ha aperto un fascicolo per voto di scambio. La giovane, 35 anni, ha denunciato Mario Federico, il fratello di Davide Federico, assessore uscente di Longobucco e uno dei candidati a consigliere nella lista del Pd. Il caso era scoppiato già in campagna elettorale quando Giuseppe Romano, candidato della lista che ha perso, aveva denunciato l’episodio della ragazza madre: “Vogliono trasformare il Comune in una società privata. Come si può chiedere il voto segnato a una persona bisognosa?”. E se il Comune di Longobucco non poteva fare nulla per assegnare un contributo alla ragazza, c’era il Comune di Mirto, guidato dal centrodestra e dove la moglie di Mario Federico è assessore alle Politiche sociali: “Mi proponeva di spostare lì la residenza. Essendo ragazza madre avrei ottenuto benefici”. “Se esci te la facciamo pagare”. Nella denuncia alla Procura anche le telefonate anonime con cui è stata minacciata “il giorno delle elezioni”: “Avevo manifestato la volontà di votare per l’altra lista”.

Per il senatore del Movimento Cinque Stelle Nicola Morra siamo davanti a “comportamenti meschini, oltre che penali. Questi episodi spiegano perché certe forze politiche non concederanno mai misure quali il reddito di cittadinanza, in virtù del quale nessuno potrebbe essere più ricattabile per bisogno”.

Ti potrebbero interessare

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.