Caso Consip

Sekret: c’è un’altra intercettazione su Tiziano Renzi

Nella prima puntata del programma di Marco Lillo l’imprenditore Romeo discute con Russo, fedelissimo della famiglia

3 Novembre 2017

La prima puntata di Sekret, il nuovo format della piattaforma del Fatto da oggi fruibile su www.iloft.it, svela un’intercettazione che potrebbe fornire elementi utili a ricostruire i rapporti tra Tiziano Renzi, Carlo Russo e Alfredo Romeo. È contenuta nell’informativa inedita del 7 novembre 2016 depositata dai carabinieri del Noe ai pm di Napoli Henry John Woodcock e Celeste Carrano. I militari intercettano Romeo che parla nel suo ufficio romano con Russo. “I due fanno brevemente riferimento – spiegano i carabinieri – a qualcuno che è stato da Tiziano Renzi e Romeo sostiene che questi, dopo l’archiviazione (l’indagine per la bancarotta della società Chil era stata archiviata a luglio del 2016, ndr), sia seguito da qualcuno dei servizi avverso all’attuale governo”.

Questa è la parte saliente della trascrizione.

Romeo: da quando ha vinto la causa, lo tengono buono secondo e che io sappia tengono pure protetto

Russo: lo tengono protetto, lo stanno seguendo … è seguito

Romeo: lo tengono protetto

Russo: ma no per proteggerlo. Uno dall’altra parte dei servizi, non amico

Romeo: e qual è ?

(…)

Russo: non lo so, so che loro…

Romeo: io so così, poi, non lo so che Minniti era (…)

Romeo: il governo li ha aiutati.

Poi ecco il punto più interessante. Russo e Romeo temono che i Servizi possano aver seguito un giorno una macchina. Però Romeo è confidente che i presunti ‘inseguitori’ non avrebbero comunque capito nulla, grazie alle cautele adottate da Russo. Quest’ultimo concorda, poi ride e parla di un barettino. Ecco il testo delle parole trascritte dal Noe:

Romeo Alfredo: no, no, abbiamo il dovere di essere prudenti, però! Mi creda escludo che hanno seguito la macchina. Lo escludo! No, onest… io ho apprezzato moltissimo ma, ma lei è stato bravissimo, poi secondo me se qualcuno vedeva non ci credeva, non se ne accorg… – ridono

Romeo: la macchina del capo – ridono

Romeo: non ci credevano, dice: ‘No quella deve essere il salumiere della porta a fianco’

Russo: in quel barettino – ride

Romeo: No, no, no! Dottore! No. Lo escludo.

La Procura di Roma ora dovrà valutare attentamente questa conversazione. I pm Paolo Ielo e Mario Palazzi indagano Tiziano Renzi per traffico illecito di influenze con Carlo Russo perché avrebbe usato la sua influenza sull’ex amministratore di Consip Luigi Marroni per avvantaggiare Romeo. L’imprenditore avrebbe promesso in cambio soldi a lui e a Russo. Le microspie del Noe hanno registrato nell’ufficio dell’imprenditore ben 8 conversazioni tra Russo e Romeo nelle quali, secondo l’interpretazione dei carabinieri, i due trattano un compenso mensile per Renzi senior e Russo stesso, in cambio delle entrature in Consip e nel governo. Poi ci sono state le fughe di notizie di luglio, ottobre e dicembre che hanno allertato i vertici di Consip, Tiziano Renzi e poi Carlo Russo. Comunque non se n’è fatto nulla e sono rimaste solo le parole di Russo e Romeo registrate dal Noe. Tiziano Renzi sostiene che ci sarebbe stato solo ‘un abuso del cognome’. L’ex tesoriere del Pd, Alfredo Mazzei, però ha riferito ai carabinieri e ai media la confidenza del suo amico Romeo su un incontro clandestino in un locale di Roma con Tiziano Renzi. “Romeo mi disse che Russo e lui – spiega Mazzei – erano andati con una macchina in una via di Roma, ed erano scesi davanti a un palazzo con due ingressi. Entrati da un lato attraversarono il cortile e uscirono sull’altro lato. Lì di fronte c’era un locale con poche pretese. Entrarono e lì – mi disse Romeo – trovarono Tiziano Renzi”.

Quando il figlio Matteo lo incalza sul presunto incontro con Romeo, il 2 marzo, al telefono, il padre nega incontri nei ristoranti ma dice “i bar non li ricordo”. Mazzei dice che Romeo gli disse di avere raggiunto quel locale di poche pretese insieme a Russo con una macchina. Ora si scopre che nell’ottobre 2016 Romeo e Russo erano preoccupati perché i Servizi seguivano Tiziano Renzi e Romeo escludeva che potessero aver seguito una macchina non precisata. In questo contesto si inseriscono le rassicurazioni di Romeo a Russo sul fatto che comunque, quand’anche fossero stati seguiti dai Servizi, quelli non avrebbero capito nulla perché la macchina e il contesto erano degni ‘del salumiere’. In questo contesto si inseriscono i complimenti di Romeo a Russo (‘lei è stato bravissimo’) per le modalità prescelte per l’incontro e le battute su “la macchina del capo”, probabilmente in grado di depistare chiunque perché male in arnese come quella della celebre canzoncina dello Zecchino d’oro.

In quel contesto, Russo dice ridendo: “In quel barettino”. Cinque mesi dopo, il 2 marzo, Tiziano Renzi non ricorda incontri nei bar con Romeo. Il figlio Matteo non gli crede e forse ha ragione.

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