Incendi, l’odissea della bimba bloccata in stazione

18 Luglio 2017

Scena iniziale, ore 23: una madre in comprensibile stato di ansia cerca qualcuno con una macchina che la accompagni a recuperare la figlia, di ritorno da una settimana di ferie in Liguria, bloccata a 100 km da Roma. Scena finale, ore 00:30, di fronte alla stazione di Ladispoli-Cerveteri: una bambina di 6 anni e mezzo dorme su una panchina accanto alla baby sitter. Per fortuna c’è una coperta che la protegge dal vento poco estivo che si è appena alzato. Intorno alla panchina, un cumulo di rifiuti. Dall’altra parte della strada, polizia in tenuta antisommossa.

Italia 2017. Accade che si scateni nel pomeriggio un incendio dalle parti di Montaldo di Castro. Accade che le fiamme minaccino la ferrovia e che, come da protocollo per garantire la sicurezza di chi viaggia e dei vigili del fuoco, venga interrotta l’erogazione di energia sulla linea. Un secondo incendio si scatena in serata nei pressi di Ladispoli. Accade che Ferrovie dello Stato approntino, come da protocollo, mezzi sostitutivi per i passeggeri rimasti a piedi. Purtroppo è domenica sera e – a quanto pare – è un serio problema rintracciare autobus. Purtroppo le fiamme minacciano anche la Ss1 Aurelia, che viene chiusa. I mezzi impiegano ore per percorrere pochi km. Accade soprattutto che, all’arrivo dei pullman, l’antico adagio “prima vecchi, donne e bambini” venga – letteralmente – calpestato dai turisti della domenica.

La bambina di sei anni e mezzo, nonostante l’intervento della polizia, non trova posto su un solo bus. Se tutto va bene – si informa la baby sitter – si riuscirà ad arrivare a Roma Termini tra le 2 e le 3 di notte. La mamma deve trovare un modo per recuperare la figlia nel cuore della notte. Per fortuna accade ben prima delle 2-3. La bimba si sveglia, abbraccia tranquilla la mamma sotto gli occhi degli agenti, in mezzo a un cumulo di cartacce. Quelle lasciate (anche) da chi non l’ha fatta salire.

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