Mantova

L’inchiesta oltre gli sms hot: “I soldi andavano agli amici”

Tentata concussione - Il sindaco non lascia, l’associazione della presunta vittima sarà parte lesa. Una testimone: fondi a gruppi che non facevano nulla

30 Novembre 2017

Nel giorno più lungo dopo l’interrogatorio davanti alla Procura, il sindaco di Mantova decide di restare. Niente dimissioni per Mattia Palazzi, primo cittadino renziano. Ieri sera ha parlato durante un consiglio comunale burrascoso. Poche parole, qualche minuto. “In questi giorni – ha detto Palazzi – ho pensato più volte di dimettermi. Alla fine ho deciso di non lasciare perché so di essere innocente e soprattutto di essere un sindaco onesto. Lo sono sempre stato. Non ho mai favorito nessuno”.

La scelta finale di parlare è arrivata dopo un lungo summit con il capo di gabinetto e i legali ai tavolini del Caffè 21 in via Acerbi a due passi dallo studio dell’ormai suo ex avvocato Paolo Gianolio. Palazzi resta e non parla dell’inchiesta. Silenzio tombale, dunque, sui messaggi hot alla vicepresidente di un’associazione e sull’accusa di tentata concussione continuata. Inchiesta blindata dunque. Anche se qualcosa si comprende. Un quadro d’indagine superiore. Fatture e messaggi WhatsApp, minacce anche, e i nomi, soprattutto, che per ora restano rigorosamente segreti. Ma questo sembra un vero vaso di Pandora. A dare la stura le relazioni pericolose tra il sindaco e la vicepresidente dell’associazione culturale “Mantua me genuit”. Ma se il capitolo sexgate pare ormai circoscritto, quello che rischia di terremotare definitivamente la giunta Pd è il filone sui soldi con cui, secondo quanto ricostruito dalla Procura, la maggioranza ha foraggiato in modo poco chiaro diverse associazioni culturali. La chiave per accedere a questo secondo livello è la testimonianza fiume della rappresentante di un’altra associazione che, così risulta al Fatto, non solo è rimasta fuori dal cerchio magico, ma che da mesi denuncia questo malaffare.

“Voglio sapere che fine hanno fatto i soldi”, ha detto ai magistrati durante una pausa del verbale, incassando alla fine anche i complimenti degli inquirenti. Ed è esattamente questo ora lo scopo dell’inchiesta. Sul piatto di quell’interrogatorio – la signora è stata sentita come persona informata sui fatti – diverse sue esternazioni fatte su Facebook. Parole alle quali sono state allegate molte foto di fatture. “Di quello che ho detto ho le prove. Anche delle minacce!!! Peccato che non vi ho detto tutto!!!!”. Così scrive e dice la testimone che poi sotto lo screenshot della fattura annota testualmente: “Io stimo il mio sindaco Mattia. Mi ha dato una fiducia assoluta. Con me è sempre stato sincero e onesto e condivido i suoi valori, ma non posso più tacere”.

Questo l’incipit. Il quadro pare chiaro, ora mancano i particolari, sui quali però vi è il massimo riserbo di carabinieri e Procura. Allo stato, inoltre, su questo secondo fronte ancora non vi sono indagati. Ma quando la signora, sentita per quattro ore e mezza sabato scorso, scrive certe cose, loro chiedono: “Non è mai stata minacciata per questo?”. Del resto alcuni passaggi toccati dal verbale sono delicati. Tra questi, ad esempio, la vicenda, omissata in varie parti, di una consigliera del Comune di Mantova che riceve il denaro degli operatori delle varie manifestazioni direttamente sul conto di una propria società privata. E i fondi elargiti solamente per scopi elettorali che “se poi quelle associazioni non fanno niente poco importa”. Due pesi e due misure.

L’obiettivo, ancora da chiarire, pare quello di servire gli amici degli amici. Il tornaconto elettorale sta nelle ipotesi d’indagine. Così succede, è sempre la signora a denunciarlo, che a un’associazione direttamente riconducibile alla politica vengano elargite decine di migliaia di euro, mentre a chi sta fuori dal cerchio, ad esempio chi si occupa di disabilità, solo pochi spiccioli. Ieri, intanto, l’associazione “Mantua me genuit” si è costituita parte lesa. Gli sviluppi sono attesi. Perché, al netto dei messaggi da sexgate di provincia (ancora non si sa quanti, si attende la perizia) il punto è: dove sono finiti i soldi?

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