Lavoro in nero, Tiziano Renzi: “Era colorato…”. E davanti alle sentenze: “Fake news”

Le Iene trasmettono il servizio (diffidato) sul padre dell’ex premier. Che fa ironia sui dipendenti stranieri

12 Dicembre 2018

“Non ho dipendenti in nero”. Parola di Tiziano Renzi. E la società di cui è stato amministratore condannata dal Tribunale civile? “È stata assolta, è una fake news”. Alla fine, l’inchiesta delle Iene su Renzi senior è stata trasmessa ieri sera, nonostante la diffida mandata a Mediaset da Luca Mirco, avvocato dei genitori dell’ex premier Matteo Renzi. Un servizio che ha preso spunto dalle inchieste de La Verità e del Fatto. Oggetto: le cause di lavoro intentate da dipendenti delle società in passato controllate da Renzi senior e le verifiche in materia urbanistica compiute su immobili delle stesse ditte.

Le vere novità arrivano dalle dichiarazioni di Tiziano Renzi: “Lei sta parlando con un imprenditore che nella sua azienda non ha debiti e querela tutti quelli che dicono questo”. L’inviato delle Iene tira fuori la sentenza del Tribunale di Genova nella causa intentata da Monday Alari alla Arturo – una delle tante imprese di distribuzione (giornali) che hanno fatto parte della galassia societaria di Tiziano Renzi – che dichiara: “Se lei mi parla di strilloni non ce n’è uno che abbia fatta causa a noi come azienda”. Alari fece causa. Nella sentenza il giudice pare sostenere che Alari fosse privo di permesso di soggiorno. Renzi nega: “Me lo porti in Tribunale, venga a dirmelo in faccia se è un clandestino”. La iena non molla la presa: “Questo ragazzo era in nero…”. Renzi ci scherza su: “Nero era, colorato era”. Fino al paragone tra papà di figli potenti che ha fatto infuriare i Renzi, al punto da indurlo a diffidare i giornalisti: Tiziano Renzi come Antonio Di Maio? Era stato lo stesso Tiziano ad attirarsi addosso l’attenzione: “Non ho pagato lavoratori in nero come ha confessato di aver fatto il padre di Di Maio”. Così i riflettori si sono puntati su Rignano. Renzi fa lo spiritoso con i giornalisti: “Sono comprensivo perché fate un lavoro di cioccolata forte”.

Ma sono diverse le cause di lavoro intentate da dipendenti nei confronti delle società passate sotto il controllo di Tiziano Renzi. In particolare quella di Alari. “La condanna della Arturo è una fake news”, taglia corto Renzi con le Iene. Il giornalista di Italia Uno allora mostra la sentenza. Il giudice, escludendo la responsabilità di un’altra società chiamata in causa, afferma che questa non utilizzava le prestazioni di immigrati senza permesso di soggiorno. Aggiunge: “Diverso è il discorso per il lavoro svolto a favore della Arturo” (che viene condannata al pagamento al lavoratore di 15 mila euro in solido con un’altra impresa). Renzi nega, ricorda che “in una srl io avevo le quote, ma la gestione è rimandata all’amministratore unico” (dai documenti Renzi risulta essere stato prima amministratore e poi liquidatore della Arturo). L’avvocato Mirco, interpellato dal cronista, precisa: “La sentenza è intervenuta quando la società è stata messa in liquidazione e poi sciolta. Non sono stati sentiti gli amministratori che non hanno avuto modo di difendersi”.

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