La sinistra del 16%? Una cacofonia di ego

22 Giugno 2017

Giuro, mi si è aperto il cuore quando ho letto sul Fatto il sondaggio che attribuisce alla sinistra unita percentuali fino al 16 per cento dei consensi alle prossime elezioni. Da quando ho il diritto di voto, alle Politiche ho (quasi) sempre scelto la sinistra del centrosinistra, anche se qualche volta turandomi il naso. Ho invidiato Bernie Sanders agli elettori americani e perfino Jeremy Corbyn a quelli inglesi, non certo perché trovi convincenti nel 2017 certe ricette vetero-socialiste. Mi affascina l’esistenza di leader autorevoli e riconosciuti che sanno parlare alla testa e al cuore della gente. Persone, come si dice, autentiche e meglio ancora se lungamente stagionate dall’età e dalle utopie.

Per saperne di più in questi giorni ho ritagliato molti articoli dedicati al dibattito in corso nella sinistra italiana partendo dall’assemblea del teatro Brancaccio di domenica scorsa promossa da Anna Falcone e Tomaso Montanari, animatori del comitato per il no al referendum. Ho il massimo rispetto per tutte le anime della sinistra e per le eccellenti persone che spesso con sacrifici personali si sobbarcano al peso (e alle spese) del volontariato politico. Ho cercato di capire se la somma di tante idee potesse costituire la scintilla miracolosa per accendere il fuoco di quel 16 per cento (io mi accontenterei anche del 10).

Qui di seguito una breve antologia di giudizi: il risultato giudicatelo voi. E non mi si venga a dire che sono frasi estrapolate dal contesto poiché da ciò che ho letto il contesto appare per lo più declamato in lingua sumera. Ora, ditemi voi (e mi rivolgo agli animatori di questo brodo primordiale) chi possa sentirsi minimamente attratto dalla travolgente cacofonia (per non dire peggio) di opinioni e di ego a briglia sciolta di una simile sinistra a pezzettoni. Una sola preghiera: non lamentiamoci poi di Matteo Renzi. Lui raccoglie ciò che altri stanno seminando con cura.

Massimo D’Alema (Mdp): “Il becerare contro Pisapia e i fischi a Gotor non portano lontano, gli organizzatori dovevano fermarli” (il manifesto).

Miguel Gotor (Mdp): “Fischiato ma felice. “Meglio la contestazione del servilismo renziano” (La Stampa).

Dalla platea contro Gotor: “Perché vi siete solo astenuti sui voucher anziché votare contro?” (ilfattoquotidiano.it).

D’Alema: “Altro segno di estremismo e settarismo, quello più lontano è un avversario, quello più vicino è il traditore” (il manifesto).

Tomaso Montanari (Alleanza Popolare per la democrazia e l’uguaglianza). “La guerra in Kosovo sia per la carta dell’Onu sia per la nostra Costituzione fu illegittima”. Voluta dal governo D’Alema che lo ascolta seduto in prima fila (il manifesto).

D’Alema: “Dico a Montanari che in Kosovo non c’è stata guerra illegale. L’accusa è decaduta, chi la ripete ingiuria” (il manifesto).

Montanari: “Nessuno ha detto a D’Alema ‘vai fuori’. L’importante è sapere dove si va. Basta con i disastri di quel centrosinistra” (il Fatto Quotidiano).

D’Alema: “Caro Vendola, Pisapia non è una perfida creatura del renzismo” (il manifesto).

Montanari:“Il primo luglio andrò a sentire Pisapia in piazza Santi Apostoli ma dubito che mi facciano parlare” (il Fatto Quotidiano).

Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana): “La convention di Pisapia? Io vado se qualcuno mi invita a parlare. Se devo fare lo spettatore non credo di andare” (Repubblica).

Giuliano Pisapia (Campo Progressista): “L’assemblea di Alleanza Popolare? Non ci sono le condizioni per una mia partecipazione” (Huffington Post).

Anna Falcone (Alleanza Popolare): “Non c’è nessun centrosinistra da unire. La terza via ha fallito. Non vogliamo unificare la sinistra, vogliamo costruire la sinistra che non c’è ancora” (La Stampa).

Gotor (Mdp): “Per noi il progetto è una sinistra di governo. Chi ha altre idee in testa… amici come prima!” (La Stampa).

Pippo Civati (Possibile): “Dobbiamo dialogare anche con chi in questi anni ha fatto qualche cazzata. I nostri nemici non cerchiamoli nelle nostre più immediate vicinanze” (il Fatto Quotidiano).

Stefano Fassina (Sinistra Italiana): “Se in quel richiamo c’è anche il Pd non funziona” (il manifesto).

D’Alema: “Falcone e Montanari capiranno che non c’è apertura se ci si prende a pernacchie” (il manifesto).

Antonio Ingroia: “Occorre un’alleanza di sinistra che trovi nel M5S l’interlocutore naturale” (il Fatto Quotidiano)

Militante di Sinistra Italiana: “A me sembra un po’ come una festa a cui ogni invitato dice che viene solo se può portare un amico, solo che quell’amico diventa l’ospite sgradito al resto della compagnia” (ilfattoquotidiano.it).

Dario Stefano (Campo Progressista): “All’assemblea di Falcone e Montanari si è fatto il tifo tra chi considera Pisapia e chi no. Si è smesso di guardare al progetto per concentrarsi sempre su chi è più leader” (Repubblica).

Maurizio Acerbo (Prc): “Non ci presteremo al restyling di quelli che hanno perso il congresso Pd”. Finisce salutando a pugno chiuso la platea (il manifesto).

Arturo Scotto (Mdp): “Dobbiamo dire noi ai veti. Con Renzi non c’è intesa possibile, ma non possiamo regalargli Pisapia” (La Stampa).

Giorgio Cremaschi (Forum Diritti Lavoro): “Tsipras tra il rispetto del referendum popolare e quello del diktat della troika ha scelto il secondo. La sinistra proposta da Falcone e Montanari è disposta a fare la scelta esattamente opposta?”.

Ragazza di DeMa (il movimento di Luigi De Magistris) a un certo punto invade il palco e interrompe: “Perché fate parlare lui e non me?” (il Fatto Quotidiano).

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